MARCELLO TAROZZI: SERVONO VERI PARTITI

In autunno il Pd terrà una Conferenza sul partito che sarà l’occasione per rafforzare il nostro progetto politico. Sarà un momento importante per il Pd perché andremo a perfezionare la forma-partito con la quale portare avanti la proposta politica nel Paese. Non è un passaggio secondario. Non lo è perché oggi è in ballo lo stesso concetto di partito come attore essenziale della politica. La delegittimazione della politica, che in questi ultimi decenni ha caratterizzato la storia d’Italia, ha raggiunto il punto culminante nel momento in cui si sta realizzando il tramonto del Berlusconismo. Non è un caso. In questi ultimi venti anni siamo passati da un sistema politico caratterizzato da partiti di massa, a un sistema ormai preda dei notabili e dei partiti personali, partiti senza storia né futuro. Il grande patrimonio di partecipazione lasciato dai grandi partiti che hanno costruito la democrazia italiana è stato in parte disperso nel fango di tangentopoli e della convinzione che per superare la crisi di sistema della Repubblica fosse sufficiente affidarsi all’uomo della provvidenza. Le idee sono state sostituite dal populismo carismatico. Sia bene chiaro, questo non è stato solo un fenomeno italiano, ma globale. In Italia però abbiamo assistito all’involuzione del sistema politico in un’arena in cui si confrontavano leader a capo di partiti ormai svuotati delle funzioni che una forza politica dovrebbe svolgere. Un partito personale, legato perciò al carisma e alla fortuna del proprio leader, fatica a selezionare classe dirigente slegata da dinamiche come la cooptazione per fedeltà e non può avere una visione di lungo respiro. Questi movimenti rifiutano lo stesso nome di partito. Molto spesso manca il radicamento nel territorio perché si è pensato che la comunicazione tramite la televisione potesse sopperire al lavoro politico quotidiano nelle realtà periferiche. In un mondo che vede sempre di più la politica subordinata all’economia e alla finanza e che vede l’autonomia di quest’ultima messa in discussione, i partiti senza una visione di lungo periodo non possono certamente essere strumento di sviluppo del governo dei processi democratici. Servono partiti che ambiscano a riformare il Paese e non siano solo strumento per ottenere il potere. Servono partiti che non abbiano paura di andare contro il sondaggio quotidiano.

PARLAMENTARI LEGATI AL TERRITORIO

In Italia, la torsione del sistema democratico è stata resa ancora più evidente dall’introduzione dell’attuale legge elettorale, il cosiddetto Porcellum, che ha impedito ai cittadini di scegliere i propri rappresentanti al Parlamento. Questa legge elettorale ha rafforzato il potere di composizione delle liste dei candidati da parte dei leader di partito, ma in realtà ha destrutturato i partiti. I primi decenni di vita del Parlamento italiano furono denominati gli anni del Trasformismo. Nell’accezione dell’epoca questa parola aveva un significato positivo, ma col tempo si è imposto un significato ben diverso:la svendita degli ideali in cambio di accordi di potere. Come nell’800, abbiamo assistito non al rafforzamento, ma al sostanziale indebolimento della forma – partito e all’appiattimento sul governo come strumento di organizzazione del consenso. Dal 2005 ha avuto avvio l’ulteriore indebolimento dei partiti. I Parlamentari non legati al consenso nel territorio hanno creato una classe dirigente di livello inadeguato e molto spesso indifferente ai reali problemi del Paese. Abbiamo assistito alla formazione di gruppi parlamentari slegati dal consenso nel territorio e al solo scopo di ottenere un credito vero il governo. È necessario colmare questo vuoto di partecipazione cambiando la legge elettorale. Se a breve non dovesse cambiare l’attuale legge, a mio giudizio sarebbe importante che il Pd regionale trovasse modalità e forme per permettere un’ampia partecipazione nella scelta dei gruppi parlamentari.

SERVE PIU’ POLITICA

Partiti non carismatici e con una vita democratica interna vera sono lo strumento essenziale per uscire dalla crisi italiana. Per questo serve una legge che regoli la democrazia nei partiti. Per avere una democrazia funzionante servono partiti realmente democratici. Serve una legge che metta in pratica i principi espressi dall’articolo 49 della Costituzione. La destra in difficoltà sta giocando la carta della delegittimazione della politica perché non può uscire dalla schema della forma personalistica della politica. Per rafforzare la nostra democrazia serve invece più politica. Per cambiare questo Paese è necessario andare oltre il semplice schema del “tutti sono uguali”. Non si può fare a meno della politica. Serve infatti un partito, e non può che essere il Pd, che abbia l’ambizione di pensare all’Italia dei prossimi decenni riportando in questo Paese la politica. Sono i poteri forti dell’economia e della finanza che vogliono governare l’Italia senza una politica autonoma. I movimenti sono uno straordinario stimolo ai partiti, ma senza i partiti non è pensabile avere una prospettiva di durata. I movimenti hanno infatti una durata temporanea. Tocca perciò ai partiti farsi carico della costruzione di una prospettiva di ampio respiro.

SUL PD DI IMOLA

Abbiamo bisogno di consolidare il progetto del Pd anche a Imola, abbattendo le casematte che ancora impediscono di pensare come “Pd”. Esiste una generazione di ventenni e trentenni che si è impegnata in politica senza avere alle spalle appartenenze precedenti. Non possiamo deluderli proponendo antiche divisioni. Ma sono anche convinto che non esista un Pd chiuso al cambiamento contrapposto a un Pd aperto. Esiste il Pd con una sua proposta di governo dell’Italia. Nel 2013 a Imola si svolgeranno le elezioni amministrative. Saranno un momento importante per  il partito. dovremo presentarci preparati all’appuntamento e non dare per scontato un risultato che dipenderà solo dalla nostra credibilità. Sarà l’occasione per porre le condizioni per un protagonismo dei nostri Circoli e per rafforzare il rinnovamento del gruppo dirigente. Dovremo anche contrastare coloro che tenteranno di delegittimare il ruolo della politica e dei partiti. Sono convinto che con i Circoli sia necessario condividere la scelta di coloro che andranno a formare il gruppo dei candidati al Consiglio Comunale. A questo proposito penso sia necessario utilizzare la forma più larga di consultazione/partecipazione degli iscritti e dei militanti per formare la lista e che le candidature debbano rispecchiare alcuni criteri come il merito, le capacità, il tempo a disposizione e la rappresentatività nel territorio.
MARCELLO TAROZZI

Segretario Pd Unione Comunale Imola

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  1. Mario Zaccherini x pensieri says:

    Ottimo ed approfondito intervento del Segretario Comunale del Partito Democratico imolese, sul bisogno di partiti che abbiano ancora una forma ed una struttura rispondente ai bisogni del paese.
    Su un passaggio non concordo: l’attuale legge elettorale effettivamente lascia il potere di candidatura nelle mani di pochi funzionari, ma, per un partito come il nostro, non ritengo sia necessaria una legge per attivare un processo democratico nell’individuazione delle candidature. I partiti godono del libero arbitrio, nelle forme e nei processi di individuazione dei candidati, per cui liberamente possono adottare le primarie come strumento di massima democrazia e partecipazione.
    Noi non siamo come il Pdl, non abbiamo bisogno di leggi se vogliamo superare il “porcellum”, se vogliamo farlo lo facciamo subito, adesso!
    A tal proposito mi piacerebbe, caro Segretario, che da domani modificassi la frase ” utilizzare la forma più larga di consultazione/partecipazione degli iscritti e dei militanti” con una semplice parole “PRIMARIE” perchè agli iscritti ed ai militanti bisogna dare la possibilità di partecipare, e non di essere consultati, se vogliamo veramente essere quel partito del futuro che hai ben descritto.

    Grazie e un abbraccio

    Mario Zaccherini

  2. Cari Amici e Compagni Democratici..?.Credo che l’intervento di Marcello sia positivo. Almeno prova a fare il punto e a rilanciare in prospettiva futura. Detto questo non posso che condividere le SANE osservazioni del Compagno Mario sulla legge elettorale e sulla mancata democrazia all’interno dei partiti. Inoltre non credete sia stato politicamente devastante il DEMONIZZARE il sano idealismo???..Io ho sequito e amato politicamente Berlinguer e ho fatto bene perchè oggigiorno le sue teorie e il suo messaggio di Comunismo-Buono sono ancora le proposte migliori…Ed infine Imola era considerata la città più ROSSA d’Italia e questo determinò un certo tipo di sviluppo socio-economico, che giudico storicamente positivo, ora vi sono molte crepe, a volte proprio da quella parte sociale che molto spesso fatica a ricordare da dove sono partiti e il perchè…? Allora dal momento che ad Imola e in Emilia Romagna, dal dopo guerra, abbiamo sempre governato noi, credo che abbiamo nella costruzione delle coscienze in riferimento al fatto che una comunità senza memoria storica è una comunità con un futuro molto incerto…delle piccole o grandi responsabilità. Mi scuso per la lunghezza del messaggio.. ma essendo impegnato quotidianamente ” al fronte “, dove incasso e incollo di tutto che accresce a volte l’amarezza, l’inpotenza,l’incazzatura e tanto altro per una fotografia che è chiara…RILANCIARE LA POLITICA ATTRAVERSO LA CULTURA..I VALORI..GLI IDEALI..E ABBANDONARE IL FARE POLITICO LEGATO ALLA GESTIONE AFFARISTICA, PUBBLICA E PRIVATA…Rileggete GRAMSCI e poi Berlinguer e insieme ci accorgeremo che abbiamo buttato al vento un patrimonio..Nel limite interiore possibile…Buon Week End…e questa volta lo riservo solo ai VERI Democratici..perchè gli altri hanno fatto già troppi danni e a Mio avviso è ora che si facciano da parte…a presindere dall’età e dal ruolo. Ciaooo Angelo.

  3. Mario Zaccherini x pensieri says:

    @ Angelo: per quanto riguarda Imola credo che valga una semplice constatazione: quando, mi riferisco in particolare al vecchio Partito Comunista, a Roma si cercavano di attuare delle politiche progressiste la nostra città era in prima linea nell’appoggiare questa cultura, poi, purtroppo, si è continuato ad appoggiare la linea romana senza il minimo senso critico….ma a Roma non c’era più Berlinguer…….
    Ora siamo costretti ad inseguire e, proprio per questo motivo, credo che la società civile,se dotata dello strumento delle primarie, possa in brevissimo tempo mettere in condizione il Partito di tornare a brillare come un tempo.
    Nei prossimi mesi ci giocheremo il futuro e la credibilità nel territorio.
    Chiudo mandandoti un messaggio di forte speranza: il Partito Democratico sta facendo fatica a darsi una fisionomia definita tra voglie di inciuci, elezioni in Parlamento di personaggi tipo Tedesco e forse cose peggiori, ma esiste anche un Partito fortemente riformista e vicino alle persone che lotta quotidianamente per gli italiani.
    Nostro compito è di non abbandonarli e cercare insieme di salvare il paese.

    Ciao

    Mario Zaccherini

  4. Giorgio Carcopffi says:

    Bene Marcello e detto da uno che non te le ha mandate a dire direi che hai fatto un bel passo in avanti.
    Quindi sono d’accordo sul fatto che i partiti devono esistere, che è puro populismo concentrarsi solo sul costo della politica, non mi interessa quando prendono i politici, mi interessa cosa e come lo fanno.
    Ritornando al PD credo che la prima azione che si deve fare è rivedere lo statuto e i regolamenti conseguenti in modo da evitare che UNA sola persona possa partecipare a qualsiasi organismo decisionale nel partito, a tutti i livelli, dal Circolo alla Assemblea Nazionale ( o come si chiama) senza essere votata DIRETTAMENTE da alcuno, TUTTI coloro che hanno un incarico devono avere un numero, più o meno ampio, di iscritti (non semplici simpatizzanti) che lo hanno votato scegliendolo tra altri, quindi deve rappresentare qualcuno e non trovarsi eletto perchè ha appoggiato qualche cordata o qualche lista o perchè è un “veterano”.
    Per me è una condizione senza la quale il PD non farà mai il salto di qualità e rimarrà sempre ancorato alle vecchie logiche della prima Repubblica.
    Sempre a disposizione per incontrarti/ci,
    Giorgio C.

  5. Marcello Tarozzi says:

    Caro Giorgio,
    sono contento che gli spunti che ho lanciato in questo breve intervento ti siano piaciuti. Penso che presto avremo occasione di confrontarci nell’ambito degli appuntamenti locali legati alla conferenza sul partito. In ogni caso dopo il mio ritorno dal mare possiamo sentirci per parlare un po’ di politica.
    Marcello T.

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