Amministrative 2011: terremoto nelle vecchie gerarchie. By Enrico Monaco

Si è conclusa da 48 ore la prima tornata delle elezioni amministrative. La rilevanza di questo voto che coinvolgeva 4 grandi città (Milano, Bologna, Torino, Napoli) e numerosi capoluoghi di provincia ha trasformato l’appuntamento in un test politico per la maggioranza.

Così come succede ormai da tempo ogni politico e ogni schieramento ha gareggiato nel convincere gli italiani, durante e dopo il voto, che il proprio partito aveva vinto. Così abbiamo assistito al discorso di Bersani che usando un noi generico in conferenza stampa ha dichiarato “Loro hanno perso, noi abbiamo vinto. Un vento nel nord si è alzato contro il blocco Pdl-Lega”; il Terzo Polo che ha ottenuto un risultato non troppo soddisfacente affermandosi come quarta forza a Napoli e Bologna si è dipinto come “forza decisiva che avrà grande peso nei ballottaggi”. Casini “non si può non fare i conti con noi”. Il Pdl ha avuto invece la buona creanza di rinviare i commenti di qualche giorno, quando i numerosi ballottaggi ai quali si è arrivati sanciranno definitivamente il risultato elettorale.

Ma la domanda che mi ha accompagnato con prepotenza durante queste amministrative è stata questa: chi ha davvero vinto?

Se analizziamo il voto nelle grandi città ci si può rendere conto di come i due maggiori partiti (Pd e Pdl) siano andati incontro ad un sonora sconfitta. A Milano l’esito delle primarie ha sancito una vittoria schiacciante di Giuliano Pisapia, candidato di Sinistra Ecologia e Libertà ed ex-parlamentare di Rifondazione Comunista. Questo ha provocato le dimissioni della dirigenza del Pd milanese. La Moratti, ricandidata per volere di Berlusconi e profondamente criticata nel centro-destra, è riuscita con una campagna elettorale molto costosa e mal condotta ha accentuare le divisioni tra gli alleati. Il risultato è stato un incredibile exploit del centro-sinistra che con un 48% ha superato la Moratti (41,50%) portandola al ballottaggio.

http://www.repubblica.it/static/speciale/2011/elezioni/comunali/milano.html#risultati

Nella capitale della finanza italiana, del berlusconismo e della Lega Nord un candidato che viene dall’estrema sinistra ha sovvertito il risultato elettorale (e con metodi democratici e legali!). Il valore politico e gli effetti di questo raggiunto ballottaggio sono e saranno un duro colpo per il centro-destra che vede scricchiolare il suo potere: già Bossi rilascia dichiarazioni velenose “Se prima il Pdl vinceva grazie alla Lega, ora la Lega perde per colpa del Pdl”. E vorrei ricordare che al Nord in diversi comuni la Lega ha corso da sola. Fate voi.

Altro teatro interessante è stato il voto di Napoli. Qui il centro-sinistra si è presentato con due liste, una composta da Pd e Sel con capolista il prefetto Morcone (figura eletta per ovviare allo scandalo delle primarie truccate) e l’altra guidata da De Magistris, sostenuto da Idv e Federazione della Sinistra.

http://www.repubblica.it/static/speciale/2011/elezioni/comunali/napoli.html#risultati

Il responso delle urne ha sancito una dura sconfitta del Pd, che passa da un ruolo di grande forza di controllo della Regione, della Provincia e della città ad un surreale 16%. Sfrutta lo scivolone De Magistris, che supera Morcone agilmente grazie ad una grande campagna elettorale, andando a contendere il ruolo di sindaco a Lettieri (candidato del Pdl) che non vince al primo turno. Decisivo sarà il ruolo del Terzo Polo in città che raggiunge il 9%.

A Torino e Bologna vince il Pd invece, che dimostra di saper tenere unita la coalizione e sfrutta al massimo la tradizione comunista. Si vince al primo turno arginando gli ottimi risultati del Movimento a 5 stelle che in Piemonte raggiunge il 5% e nella città emiliana si attesta su un incredibile 10%. In questi capoluoghi la sconfitta è tutta del Pdl, che non riesce nemmeno a presentare un suo candidato a Bologna, mandando la Lega Nord in doppia cifra su un terreno difficilissimo, e candidando a Torino Coppola che non va oltre il 30%.

Ma quindi chi ha vinto? Generalmente si può dire che c’è stata una forte affermazione della cultura di sinistra, la quale superando le difficoltà manifeste della sua classe dirigente si è alzata in piedi e ha dato un sonoro schiaffo a Berlusconi. Quindi è corretto affermare che queste amministrative segnano una vittoria del centrosinistra. Ma c’è anche una grande vittoria del Nuovo sul Vecchio: le formazioni meno tradizionali come Movimento a 5 stelle, Lega Nord, Sel e Idv sono le vere vincitrici di questa competizioni. Questo dato segna la crisi della leadership di Pd e Pdl e suggerisce la volontà degli italiani di superare l’attuale quadro politico. Oggi i cittadini hanno punito la vecchia dirigenza dei partiti tradizionali e hanno chiesto il rinnovamento, pagando il prezzo dell’instabilità politica, in quanto al momento il centro-destra mantiene una maggioranza in Parlamento, ma non nel paese. Dall’altra parte l’affermazione del centro-sinistra è frammentaria e instabile e questo è evidente osservando la composizione delle coalizioni che vendono un partito democratico che mantiene sì una posizione predominante, ma comunque molto debole e molto poco autonoma rispetto le altre formazioni anche nelle regioni rosse.

La sfida per il centro-sinistra quindi sarà quella di raggiungere l’unità, limitando i personalismi, per poter risultare una forza alternativa credibile: il cantiere è ancora ampiamente aperto e in funzione e ci sono buoni presupposti. Nodo centrale sarà lo svecchiamento della classe dirigente che ormai una larga parte della base del Pd chiede e desidera con insistenza.

La sfida di Berlusconi invece sarà quella di riuscire a ricompattare il fronte della destra, vincolando una Lega Nord sempre più forte in Parlamento e nel paese che sgomita per liberarsi. L’obiettivo è arrivare alla fine della legislatura.

Concludo dicendo che queste elezioni hanno fatto bene al nostro paese, perché segnano una reazione forte dei cittadini che, con un gesto di sfida alle vecchie gerarchie che affossano il paese,  ha mandato un segnale chiaro da entrambe le parti: cambiate o cambieremo noi!

Questi sono i presupposti per una rivoluzione politica che ci consenta di trovare le forze per uscire dalla crisi economica, chimera che ci accompagnerà ancora a lungo. Quindi teniamo duro e stiamo con gli occhi aperti: la giornata di oggi è un buon appoggio per uscire dalla palude, ma siamo ancora completamente immersi nel fango, non scordiamocelo.

Enrico Monaco

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