LAVORO By Jacopo Lanzoni

Venerdì 17 e sabato 18 si è svolta a Genova la Conferenza Nazionale per il Lavoro del Partito Democratico, da cui sono emerse una completa analisi del mercato del lavoro all’inizio del XXI secolo e una serie di proposte degne di nota. In questo articolo voglio iniziare ad esporre le principali proposte economiche del PD, partendo da quelle per la ripresa generale dell’economia e per la lotta alla disoccupazione femminile e giovanile.

1. Rimettere in moto l’economia. Ritrovare il cammino della crescita duratura richiede sia riforme strutturali in grado di liberare il sistema economico dalle costrizioni burocratiche e corporative e dalle rendite di posizione che lo frenano, sia un programma d’investimenti infrastrutturali e politiche industriali per innalzare la specializzazione produttiva dell’Italia. Gli interventi d’investimento pubblico e d’incentivazione di quello privato vanno rivolti in via prioritaria ad aumentare la produttività e la competitività dell’industria manifatturiera e dell’intero settore dei servizi. Per finanziare i cambio di strategia, si deve attuare una profonda riorganizzazione del settore pubblico per una connessa riduzione della spesa a tutti i livelli. Vanno ridefiniti la governance e gli obiettivi dei fondi strutturali europei. Sul versante delle entrate, va realizzato uno spostamento del carico dal lavoro e dall’impresa alla rendita e ai redditi da capitale e recuperate risorse dall’evasione e l’elusione fiscale. I cardini di una politica economica alternativa orientata alla crescita e al lavoro sono una soluzione adeguata per la sostenibilità dei debiti sovrani, uno “standard retributivo” per legare la dinamica reale delle retribuzioni all’andamento di una misura aggregata della produttività e un programma d’investimenti comunitari per l’occupazione, l’ambiente e l’innovazione alimentato da risorse raccolte con l’emissione di titoli del debito pubblico europeo (eurobonds) e dall’introduzione di un’imposta sulle transazioni finanziarie.

2. Rendere il mercato più inclusivo. E’ necessaria l’adozione di politiche specifiche volte ad aumentare la partecipazione al mercato del lavoro delle figure sociali meno presenti, ovvero donne e giovani. Il raggiungimento del tasso di occupazione femminile del 60% al 2020 è l’obiettivo strategico al centro del Programma Nazionale di Riforma proposto dal PD. E’ decisivo potenziare i servizi di cura per la famiglia, asili nido e servizi di assistenza per le persone anziane non autosufficienti. Sul piano delle politiche fiscali si tratta di rendere più vantaggiose per le imprese le assunzioni femminili e di introdurre detrazioni fiscali per i redditi da lavoro delle donne. Occorre facilitare il ritorno al lavoro dopo la maternità, rafforzare i congedi parentali secondo la direttiva europea e ogni altro intervento per favorire la conciliazione tra lavoro e famiglia. Occorre promuovere le pari opportunità nelle carriere professionali e le “quote rosa” nei cda. Più in generale occorre sostenere il reddito del nucleo familiare, sostituendo gli assegni e le detrazioni fiscali oggi in essere con un consistente contributo annuale per ogni figlio a carico. A creare condizioni di maggior benessere delle famiglie può inoltre contribuire lo sviluppo del welfare aziendale per via contrattuale. La prima risposta da dare alla disoccupazione giovanile riguarda invece l’effettivo esercizio del diritto allo studio a partire dalla lotta alla dispersione scolastica, dal miglioramento dei percorsi educativi a tutti i livelli fino a quello universitario, alla realizzazione di un piano nazionale di borse di studio, assegnate in base al merito e con priorità ai giovani appartenenti alle famiglie con redditi più bassi. Occorre assicurare un’efficace transizione tra scuola e lavoro e quindi riformare e rivalutare il contratto di apprendistato. Occorre sviluppare le potenzialità dell’iniziativa autonoma delle giovani generazioni attraverso il rafforzamento degli interventi fiscali, creditizi e di altra natura destinati a incentivare e a sostenere l’imprenditorialità giovanile, l’avvio di attività professionali e di lavoro autonomo.

Jacopo Lanzoni

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  1. Carissimo Jacopo sono veramente felice che un giovane inizi ad affrontare le tematiche del lavoro ed in generale del tipo di società a cui aspiriamo. I lavoratori e non parlo solo dei lavori manifatturieri hanno sempre dovuto lottare in questo Paese oltre misura e con risultati insufficienti. Occorre coerenza, conoscenza e analisi per ricostruire proprio per il futuro di Voi giovani almeno delle prospettive sostenibili…Per puro dato storico Ti ricordo che un LEADER di Sx italiano alcuni anni fa al nostro Congresso affermò che in Italia saremmo divenuti CONSUMATORI e non più PRODUTTORI perchè il mondo stava cambiando e qualche tempo prima nel teatrino di Costanzo affermò che i lavoratori italiani dovevano scordarsi del posto fisso come negli Usa dove la crescita è a livelli eccezionali.Da quegli anni l’astensionismo, specie di sx, ha avuto un’impennata!!!.Ciao Angelo.

  2. gianni says:

    ottimo, una scarpa del 54, entrano tutti i piedi…..ciao gianni (pensa, ci sono dirigenti locali del pd, che si sono sorpresi negativamente per l’eccessiva presenza, alla conferenza, di operai della fiom )

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