COMUNICATO CGIL FAENZA

Sono sempre più evidenti le difficoltà nei settori produttivi del Comprensorio Faentino, vi sono pochissimi segnali di miglioaramento produttivo e ancora più arretrata è la ripresa occupazionale.

Chi ne parla è Idilio Galeotti, Coordinatore Cgil Area Faenza

Dobbiamo recuperare il lavoro del ragionare assieme sul da farsi. Occorrono progetti da parte delle Associazioni datoriali, sia di Confindustria , come della Cooperazione alle quali guardo con attenzione i loro movimenti di accorpamento progettuale, ma anche delle Associazioni  Artigiane, Commercianti come dell’importante ruolo che riveste il settore dell’agroindustria nel Comprensorio Faentino.

Occorre saper affrontare le problematiche di oggi con uno sguardo in avanti, con una prospettiva di azione, una sorta di patto di intenti nel quale vengano affrontate le problematiche oggi presenti e individuare un percorso verso uno sviluppo che porti a  valorizzare le imprese che investono, e che affrontino la prospettiva produttiva,non sul costo del lavoro, ma nel dare dignità occupazionale e sicurezza per il lavoro e i lavoratori, ed investendo in tecnologie, ricerca e formazione.

Per fare questo penso che il primo aspetto sia individuare un percorso il più celere possibile verso l’Unione dei Comuni del Comprensorio, al fine creare economie di spesa fra le Amministrazioni al fine di tutelare i Comuni più piccoli, oggi in forte difficoltà nel rispondere alle esigenze di sostenibilità che la crisi a generato fra i cittadini.

Inoltre questo aspetto può aprire nuove porte sulle opportunità, un senso è un progetto di un comune di cinquemila abitanti, un altro da un Comprensorio di ottantamila, proprio come valenza contrattuale nel sostenere le priorità di un’area che oggi a fronte dei tagli del governo, ma anche a fronte della crisi, ha seppur con proporzioni diverse, le stesse dinamiche e difficoltà.

Occorre poi  riprendere e far  funzionare il “Tavolo Comprensoriale per lo Sviluppo Economico” costituito ufficialmente il 14 giugno scorso a Faenza.

Del tavolo fanno parte i Sindaci dei Comuni del comprensorio Faentino, le Associazioni Imprenditoriali, le Organizzazioni Sindacali e gli Istituti di Credito locali.

Penso sia indispensabile dare operatività al Tavolo, perché mai come in questo momento abbiamo bisogno per il nostro Territorio Provinciale di un rilancio dell’Economia e dell’Occupazione, la fase contingente che stiamo vivendo è la più drammatica per il territorio dal dopoguerra.

Oggi non possiamo assolutamente dire esserci una ripresa,  anzi dal punto di vista occupazionale si può affermare che in questa fase la crisi sta colpendo ancora più duramente le famiglie e ho l’impressione che perdurerà oltre che nel 2011, con conseguenze anche per il  2012.

Anche i dati del  mese di gennaio 2011in Provincia di Ravenna, evidenziano un  aumento dei lavoratori in “cassa integrazione”. (Dati ufficio economico Cgil)
Ci si aspettava di scendere sotto la soglia delle 4.000 unità, sulla base delle tendenze dei dati riscontrati da agosto a dicembre, sempre progressivamente in decremento, ed invece si torna vicino la soglia dei 5.000.                                                                                                                                                   Sono di nuovo le imprese metalmeccaniche a soffrire particolarmente, ma anche edilizia e servizi fanno riemergere alcune difficoltà già evidenziate nel recente passato.

Per quanto riguarda il nostro Territorio Comprensoriale, vorrei sottolineare che l’Area Faentina è fra le più colpite   della Provincia di Ravenna. Nell’Area è andato in crisi proprio tutto il comparto manifatturiero, storicamente punto forte e di riferimento per l’economia del territorio.

Valutazioni confermate dai nostri dati dell’ufficio Ricerca Statistica e Bilanci della Cgil nei quali emerge una situazione occupazionale preoccupante, si registra un forte aumento dell’utilizzo degli ammortizzatori sociali negli ultimi due anni.

Dati che denotano solo in parte la crisi del territorio, infatti a questo dato andrebbero aggiunti i contratti a tempo determinato che quasi nella totalità non hanno visto il rinnovo e tutti i contratti definiti atipici che non possono usufruire degli ammortizzatori sociali.

Ne è la dimostrazione l’aumento consistente dei disoccupati in provincia, come nel Comprensorio Faentino.

I settori maggiormente colpiti sono il metalmeccanico, sia quella di buon contenuto tecnologico, che quella legata al mondo dell’automotive, o inerente al mondo dell’edilizia, sia abitativa che infrastrutturale, sia nel comparto industriale, quanto in aziende di dimensioni più ridotte od artigianali hanno da sempre rappresentato il tessuto solido dell’economia locale nel settore metalmeccanico.

Nel settore vanno  messo in evidenza aziende importanti, come la Cisa la Iemca, la Hs Penta che pur  con situazioni differenziate hanno usufruito degli ammortizzatori sociali.

A seguire la chimica e gomma plastica, ma sopratutto la forte difficoltà dell’industria ceramica che ha di fatto inchiodato l’intera filiera produttiva, contribuendo contemporaneamente a portare in flessione i dati sia dell’export che dell’import e a determinare una consistente battuta di arresto degli arrivi nello scalo del porto di Ravenna.

Nel settore vanno messe in evidenza la Cooperativa Ceramica di Imola, la Cedir che hanno applicato il contratto di solidarietà.

Assumono altrettante rilevanza le difficoltà del mondo produttivo del tessile abbigliamento, che va oltre la crisi che ha interessato le imprese di maggiori dimensioni.

Siamo oggi al punto di poter affermare che ci troviamo di fronte ad un vero e proprio declino dell’impresa dell’abbigliamento a Faenza.

Nel settore va citato come caso eclatante per la sua gravità della situazione la vertenza Omsa per la quale si è alla scadenza del primo anno di cassa integrazione speciale per cessazione di attività, ed al momento  non si intravedono soluzioni  alternative per i  350 lavoratori dello stabilimento storico Faentino.

Inoltre anche il settore dell’edilizia e affini, sta attraversando una fase complessa, nella quale il calo di commesse e la rincorsa all’abbassamento dei prezzi sugli appalti, può denotare una concorrenza che si basa sul non rispetto delle regole, penalizzando chi invece con mille difficoltà vuole fare impresa nel rispetto dei contratti e delle normative di legge.

Come risulta evidente dai dati  la crisi si manifesta particolarmente nelle imprese manifatturiere dei tre settori portanti dell’economia locale, escludendo al momento buona parte  del settore agroalimentare, per il quale andrebbe fatta una valutazione specifica e approfondita, sulle giornate lavorate, ma anche sui livelli qualitativi del prodotto e dell’offerta commerciale.

Con questo piglio dovremo riprendere i temi della Conferenza Economica Provinciale e nella quale il Comprensorio Faentino con le sue specificità ha portato un contributo positivo alle tematiche in un’ottica di rendere più forte il Comprensorio, per rendere più forte complessivamente l’economia produttiva ed occupazionale della Provincia di Ravenna.

Altro aspetto a mio avviso importante e per il quale occorre continuare a lavorare è tutto l’aspetto della valorizzazione dei prodotti locali, delle nostre ricchezze ne parlo in senso trasversale, dall’alimentare alla cultura, occorre valorizzare le nostre qualità e farle diventare la nostra punta di eccellenza verso l’esterno.

Anche questo se valorizzato nel migliore dei modi, può e deve diventare un esempio di sviluppo economico produttivo e occupazionale del Comprensorio Faentino.

Il Coordinatore CGIL Comprensorio Faentino

Idilio Galeotti

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Filed Under: FeaturedLavoro e Welfare

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