Comunione e Liberazione: movimento ecclesiale cattolico o Spa ramificata? By Enrico Monaco

In questi caldi giorni estivi si è replicato, come ogni anno, il Meeting di Rimini. Questa manifestazione viene organizzata principalmente da Comunione e Liberazione, il movimento ecclessiale cattolico fondato da Don Giussani. Dico principalmente perchè se si volesse ridurre questo evento ai numerosi momenti di confronto tra esponenti politici e della società civile si perderebbero di vista tanti altri aspetti che sono legati alla kermesse. Non metto in discussione sul piano astratto la validità e l’importanza dei temi che vengono posti: quest’anno si è parlato molto della crisi economica e sociale del paese e delle possibili alternative per uscirne. Se mai sono criticabili gli interventi di molti esponenti politici che non vanno oltre il lanciarsi in grandi e lunghe analisi, povere di dati e molto teoriche, dimostrando di poter essere dei buoni giornalisti e al limite scienziati sociali, ma di non poter costituire un punto di riferimento politico credibile, nè tantomeno un buon esempio per moltitudini di giovani ciellini che affollano il festival.

In ogni caso non è facile infrangere il clima di “amicizia” e “fratellanza” che pervade il Meeting, che in modo ecumenico unisce avversari politici e sospende le differenze sociali e di classe. Nè è da tutti essere dotati del coraggio necessario per parlare al Meetig del fatto che la Chiesa cattolica non paga alcun tipo di tassa e che forse, se si rileggesse il Vangelo, soprattutto in un periodo come questo sarebbe il caso di contribuire concretamente per le sorti del nostro paese. Ma chi oserebbe inimicarsi o mettere in discussione la potente organizzazione che in termini di aziende ad essa legate produce 70 miliardi di fatturato ogni anno? Chi avrebbe il coraggio di mettersi contro la vastissima rete di docenti universitari, medici di ospedali pubblici e privati, esponenti di rilievo dei vertici della Chiesa (come Scola), politici che governano ricchissime regioni (Formigoni)? Non è da tutti. Così anche il Presidente Napolitano si è limitato ad analisi generali e a dare addosso in modo trasversale alla politica, ottennendo così l’ovazione della platea ciellina. Del resto di questi tempi gli interventi “grillini” riscuotono successo in molti settori, e la base ciellina non ha fatto distinzione.

In ogni caso è interessante notare come queste giornate siano un snodo fondamentale  per realtà molto variegate ed importanti.

Guardando questo video potrete rendervi conto di come dietro al messaggio evangelico di Comunione e Liberazione si muovano a traino realtà economiche rilevantissime, come banche (Intesa San Paolo), aziende statali (Finmeccanica), multinazionali straniere (Novartis); nonchè movimenti come Radio Maria e le moltitudini di associazioni cattoliche che caratterizzano l’associazionismo legato alla Chiesa. Questa fiera è un vero e proprio business, tanto da raccogliere finanziamenti da enti pubblici come Regioni, Province e Comuni (soldi nostri che dovrebbero essere destinati ad interventi di pubblico interesse); enti privati ideologicamente nati a sinistra, come le cooperative rosse, che dimostrano con questi finanziamenti di essere delle spa qualsiasi, a dispetto delle loro origini. Oltre una marea di piccole aziende che sfruttano questo momento per pubblicizzarsi.

Insomma analizzando il Meeting si può comprendere la natura ramificata di questo movimento che supera ampiamente la dimensione spirituale e la missione evangelica per la quale è nato, o quanto meno utilizza strumenti di natura economica e politica che esulano dal campo nel quale dovrebbe muoversi un’associazione di questo tipo. Questo fa di CL una potente organizzazione che, muovendosi a cavallo tra la dimensione pubblica e quella privata e sfruttando molte zone d’ombra, influenza pesantemente in termini culturali e pratici il nostro paese, agendo su numerosi terreni, dalle parrocchie alle banche, dalle università alle associazioni cattoliche.

Non ci sarebbe nessuna ipocrisia se questo venisse riconosciuto, se cioè CL fosse trasparente. Se quando i suoi esponenti si candidano nelle liste universitarie, ad esempio, mantenessero il nome del loro movimento invece di ricorrere ad altre sigle, negando sistematicamente il loro legame politico-religioso con il movimento. Non li si accosterebbe ad una setta o ad un’associazione massonica, se le loro strutture fossero aperte verso l’esterno e se non imponessero codici di lealtà e riconoscenza verso il movimento, che ricordano la sottomissione e l’obbedienza. Non ci si lancerebbe in paragoni con la Mafia, se non fossero organizzati in modo tale da essere impermeabili alle altre associazioni e realtà e se le loro pratiche non mettessero in discussione la libertà individuale della persona. Se esistesse poi una legge sul conflitto di interesse, Comunione e Liberazione forse non potrebbe neanche esistere, o sarebbe totalmente diversa da come è oggi; ma per questo dobbiamo ringraziare i Governi che non hanno mai scritto quella norma.

In ogni caso ciò che vorrei chiedere a chi è cattolico, diversamente da come lo sono gli aderenti al movimento di CL, e alla stessa base ciellina è questo: credete che la realtà di CL sia oggi vicina alle pratiche e allo spirito con cui Don Giussani fondò il movimento? Credete che la pratica di carità, prerogativa del moviemento, abbia ancora un ruolo centrale? Credete che il Meeting di Rimini sarebbe così importante e frequentato se fosse solo un luogo di confronto puro, servito da ristoranti e servizi essenziali e contornato unicamente dalle associazioni cattoliche con finalità sociali?

Non credo. Penso però che sarebbe molto più interessante, più vero e più vicino alla morale evangelica. Forse sarebbe anche più aperto e attraente per chi non è cattolico o per chi lo è in altri termini. Se questa manifestazione fosse organizzata in tal modo potrebbe rappresentare un forte punto di riferimento culturale per il paese (emancipandosi così dall’autoreferenzialità che gli è propria), e non solo un forte punto di riferimento economico. Se così fosse si renderebbe onore anche alle parole di Napolitano, tanto sentite dai giovani ciellini, che ha invocato un’operazione di verità. E sarebbero anche in linea, credo, con una certa morale cattolica.

Ma gli interessi in ballo sono troppo grandi e l’egemonia culturale evidentemente rappresenta una cultura minoritaria e funzionale in CL, rispetto al primato del potere e dell’arricchimento. Evidentemente il Demonio, per i vertici ciellini, non si cela nei soldi slegati da una dimensione etica che inondano il Meeting ogni anno, o nello sfruttamento dei giovani volontari, che inseguendo valori cristiani si trovano a servire valori capitalistici veri e propri, che di gratuito e caritatevole hanno ben poco. Ma l’ultima cosa che chiederei ad un militante di Cl è questa: per la base ciellina, allora, in cosa sta il Demonio?

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