La città gentile. Mobilità sostenibile ad Avezzano By Georg Josef Frisch

Avezzano, 20/3/11

Georg Josef Frisch

Università di Camerino, Facoltà di architettura di Ascoli Piceno

Abstract dell’intervento

Avezzano si presenta oggi come una realtà notevolmente dinamica con una popolazione di oltre 42.000 abitanti. I tassi di crescita sono stabilmente positivi e oscillano negli ultimi decenni fra il 3% e il 10% nel decennio, in controtendenza con la maggior parte dei comuni della provincia. Dal punto di vista urbanistico, la realtà di Avezzano non si può però leggere solo a scala comunale. Il capoluogo della Marsica intrattiene infatti forti legami con i centri limitrofi, ponendosi come capoluogo di un aggregato urbano con una popolazione di oltre 130.000 abitanti.

L’attrattiva di Avezzano si riflette direttamente sui flussi di traffico. Basta rilevare che già nel 2001, secondo i dati dell’Istat e limitatamente agli 8 comuni confinanti, i pendolari che si spostano giornalmente ad Avezzano sommano a circa 7.000 unità. La mobilità è dunque un aspetto importante della realtà avezzanese. È indice di benessere e di sviluppo e permette di mantenere vivi anche i borghi più lontani. Nel contempo ha però assunto caratteri anche molto problematici, incidendo negativamente sull’ambiente e sulla qualità di vita. Infatti, il “consumo di trasporto” presenta molti aspetti di insostenibilità.

Secondo i dati dell’Istituto superiore di formazione e ricerca per il trasporto (Isfort), gli abruzzesi dedicano in media un ora al giorno agli spostamenti. Appena il 19% degli spostamenti avvengono a piedi o in bicicletta mentre l’81% si avvalgono di un mezzo a motore. I mezzi pubblici coprono però appena il 3,7%! Inoltre, le famiglie abruzzesi dedicano ben il 15,4% dei propri consumi al settore dei trasporti. Se a questa spesa individuale si somma la spesa sostenuta dalla collettività (per strade, parcheggi, segnaletica, eccetera) si rivela un volume di investimento altissimo: in Italia, oggi spendiamo di più nel mantenimento delle automobili piuttosto che nell’educazione dei nostri figli.

Anche Avezzano non costituisce un’eccezione. Qui si contano oltre 6 veicoli a bambino, 84 ogni 100 abitanti. Ma soprattutto, l’automobile ha cominciato a ingaggiare una fortissima competizione per l’uso dello spazio: è la prima causa dell’ingombro dello spazio pubblico, delle strade e delle piazze, spesso persino dei marciapiedi. Anche ad Avezzano, le macchine hanno scacciato il gioco dei bambini dagli spazi pubblici.

Il traffico tende a dividerci e metterci l’uno contro l’altro: i pedoni reclamano l’isola pedonale, chi va in bicicletta le piste ciclabili, gli automobilisti alzano la voce per i parcheggi e chi usa i mezzi pubblici vuole le corsie preferenziali. Nessuno di noi è, però, riducibile a una sola categoria di utente. Non siamo solo pedone, automobilista, ciclista, utente di mezzi pubblici. Vorremmo, invece, poter usufruire delle diverse modalità di trasporto secondo le diverse esigenze. Purtroppo però è l’automobile che vince la competizione per lo spazio urbano. È dunque fondamentale diminuire lo spazio a servizio delle automobili e regolare la convivenza fra le diverse modalità di spostamento. È necessario porsi l’obiettivo di una città gentile.

La città deve essere gentile, anzitutto, nei comportamenti: velocità limitata, rispetto delle regole, tutela di pedoni e ciclisti. Deve essere poi gentile nella sua organizzazione urbanistica: non segregata e segregante ma con servizi e opportunità localizzati vicino alle residenze. Infine deve essere gentile nella sua qualità: lo spazio pubblico non deve essere disegnato attorno all’automobile ma deve privilegiare le esigenze degli abitanti a partire dai bambini e dagli anziani.

Ma tutto ciò si sposa con un immagine moderna di Avezzano? Pensiamo di si. Il tasso di motorizzazione di Avezzano non si discosta sensibilmente da quello di Roma o Milano attestato attorno alla soglia dei 70 automobili ogni 100 abitanti. Ma il resto del mondo funziona diversamente: a New York e Tokyo non raggiunge quota 30 e nelle altre capitali europee non supera mai l’indice di 40. In quei contesti, da tempo si è abbandonata l’idea di adattare le città alle automobili e si  sostengono, invece, le politiche per la mobilità sostenibile: togliendo spazio alle auto e investendo sulla mobilità dolce; favorendo il noleggio e la condivisione e rendendo il trasporto collettivo più duttile; ma soprattutto, ponendo le esigenze della mobilità al centro della riqualificazione della città esistente, rendendo il traffico coerente con la città e non viceversa.

Come dimostrano le città del mondo più avanzato, il vero progresso non è avere strade più larghe e parcheggi più ampi, ma poter fare a meno delle automobili.

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Filed Under: FeaturedFormazione, scuola e università

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