IL MERLO (PD) MASCHIO: DIRITTI AI GAY? EVITEREI

Negli ultimi decenni il mercato politico italiano ha subito profonde modifiche sia sull’offerta che sulla domanda; in particolare nella nostra società l’elettore è cambiato profondamente nell’approcciarsi ai partiti.

Il disincanto è l’elemento che maggiormente ha contribuito al declino del voto acritico di appartenenza a favore del voto consapevole: chi vota Berlusconi sa benissimo perchè lo fa, continuare a credere che queste persone siano, almeno politicamente, meno “intelligenti” di quelle di sinistra significa continuare a non cogliere l’essenza del berlusconismo e quindi non capire il presente italiano.

Il problema non è piccolo e il Partito Democratico lo dimostra quotidianamente nell’incapacità di essere portatore di pochi, ma importanti, principi sui quali “spalmare” la sua offerta politica.

Nel nuovo mondo disincantato la televisione non è tutto, esiste anche internet e con questo nuovo media è possibile fare politica: Grillo e Vendola hanno costruito parte delle loro fortune sfruttando tutte le potenzialità del mezzo mentre il Pd solamente negli ultimi mesi pare l’abbia scoperto.

La piazza ha ancora il suo fascino, oltre che un serbatoio formidabile di voti, Vendola l’ha capito e ci ha pure vinto primarie e regionali.

I valori ed i principi appassionano ancora il popolo ed in loro nome, anche con il tam tam internettiano, si riempiono come da anni non si vedeva le piazze italiane.

Tutto sommato, a parte internet, gli attori sono sempre gli stessi da decenni.

Nel 1976 il vecchio Pci colse, con il 34.37%, il suo migliore risultato di sempre, fortuna, brogli, dominio dell’informazione?

Nulla di tutto ciò, il partito condivise con una bella fetta della società valori, principi e piazze: le lotte operaie, le lotte a favore delle donne, la lotta a difesa del divorzio avevano catturato le simpatie degli italiani.

In particolare, a differenza di oggi, i politici comunisti cercavano il consenso nel e tra il popolo e non comode scorciatoie con i piazzisti del Vaticano o pseudo industriali.

Quel partito non solo sapeva ascoltare la società, ma, partendo proprio dall’ascolto era in grado di offrire percorsi alternativi agli italiani.

Anche Zapatero, in linea di massima, coagulò in pochi punti coraggiosi il suo programma senza timori nei confronti del Vaticano ed offrì al popolo spagnolo un percorso nettamente alternativo rispetto a quello proposto da Aznar……. vinse e rivinse.

Coraggio e sensibilità da sempre, nei sistemi democratici, possono spostare gli equilibri politici.

La sensibilità non deve mancare mai, in particolare nei confronti dei gruppi sociali che vengono più o meno stigmatizzati dal potere.

Penso in particolare agli omosessuali da sempre ghettizzati nelle società omofobiche, lasciati ai margini causa una presunta “differenza”.

Penso che nel nostro paese la sinistra debba essere contro l’omofobia e non un pò meno omofobica.

O l’uno o l’altro perchè, per esempio, se sei antifascista non vuole dire che sei un pò meno fascista, ma che vuoi un mondo SENZA fascismo.

Alla stessa maniera mi piacerebbe che, su questi temi, il Partito Democratico fosse portatore di un pensiero di uguaglianza e democrazia, cosa che non avviene per l’ennesima volta.

Un pò Bersani appare opaco nella gestione dei temi etici e dove non arriva Pierluigi  http://gilioli.blogautore.espresso.repubblica.it/2011/04/25/se-pierluigi-guardasse-anche-al-futuro/ ci pensa l’Onorevole Merlo a fare danni www.giorgiomerlo.net/?p=338

Tempi duri per l’Italia e le minoranze.

Sarebbe interessante conoscere il parere del buon Merlo riguardo l’aggressione subita dalla Paola Concia, purtroppo nel suo sito l’Onorevole non ha scritto nulla in quanto impegnato ad indignarsi contro l’Ikea, o forse perchè molto impegnato nella lotta per ottenere il finanziamento pubblico a favore delle Fondazioni dei partiti http://parlamento.openpolis.it/atto/documento/id/58055.

Forse ai disoccupati, precari, studenti, pensionati piacerebbe che l’On. Merlo trovasse tempo per loro e per i loro problemi.

Anche a me piacerebbe.

Caro Bersani, se le radici cristiane dell’Europa sono le stesse di Merlo non oso pensare che tipo di albero crescerà.

Siamo alle solite, come giustamente sottolinea Gilioli, continuiamo a guardare il presente, aggiungo io dei potenti, e non avendo una visione chiara ed alternativa non riusciamo ad andare oltre ad una opposizione fatta di manifesti e proclami.

Mario Zaccherini

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  1. gianni says:

    -scuola nelle mani della gelmini, il ministro delle 3i. Tagliare o permettere che si tagli su scuola,università e ricerca è come : alleggerire un aereo in volo buttando il motore (Obama)
    - manifesti fascisti il 25 Aprile ( nessuno! interviene )
    - aggressione della Concia
    - modifiche della costituzione
    - apologia del pnf impunita
    - il candidato sindaco del pd che dimentica la liberazione di Bologna
    - fassino che rimprovera la Moratti per la mancata organizzazione di un grande convegno su craxi
    - scandalo della stampa, per i fischi alla moratti e la russa, il 25 aprile ( “libero fischio in libero stato” parole del dittatore Sandro Pertini)
    - Messa in discussione delle conquiste civili degli anni 70
    - Il merlo
    - il precariato come unica condizione dei giovani
    - che ne può sapere il sig. amato, con 30.000 euro di pensione al mese, delle condizioni dei cassaintegrati.
    - raddoppio del finanziamento pubblico ai partiti
    - aumento indifferenziato dell’irpef. Aumenti indifferenziati colpiscono i più deboli. A Imola si raddoppia.
    - guardare il mondo con gli occhi dei più deboli e il conto corrente degli onorevoli……
    - Il 1°Maggio festa dei lavoratori e della dignità del lavoro, ridotta a festa del consumo (da renzi alla moratti)
    - il sindacato è moderno se in sintonia con confindustria e governo. Ma chi l’ha sancito che confindustria e governo sono moderni?
    - la politica fatta coi sondaggi
    - molti tifano per il grande fratello, i più impegnati per le primarie, i puritani si indignano per ruby, i rivoluzionari pensano alla rottamazione. ecc. ecc.
    Tutto ciò e altro ancora, sono prove tecniche per l’applicazione definitiva del programma istituzionale e plitico della P2 (vedasi commissione Anselmi )
    Buonanotte e buona fortuna

  2. Barbara says:

    Grande Gianni!!!

  3. Mario Zaccherini x pensieri says:

    @ Gianni:
    Scuola: l’importante è che il comportamento anticostituzionale di foraggiare le scuole private non cessi
    Manifesti fascisti: vabbè, sono ragazzi e casomai domani alleati
    Fassino e Craxi: non abbiamo detto che Craxi è stato più innovatore di Berlinguer? E poi siamo alleati con i craxiani..
    Conquiste anni 70: giusto, ma la Cisl porta voti……….
    Amato? Vedi Craxi
    Aumenti Irpef? Colpa di Berlusconi…..
    Anselmi? P2? Democrazia? Partecipazione? Diritti? Uffa, come sei noioso Gianni, parli come un vecchio comunista.
    Casomai sei anche per la parità di diritti e forse vorresti che i corrotti finissero in carcere……come dici? anche contro il finanziamento alle fondazioni dei partiti?
    Credi veramente a tutto quello che ti raccontano.
    Un abbraccio

  4. IL PARTITO INTERNETTIANO SCRIVE AL PROFESSORE MARIO MONTI.
    21 novembre 2011

    Egregio professore Mario Monti,

    per la fiducia posta nel Suo rigore intellettuale eravamo certi che, prima di chiedere ulteriori sacrifici agli Italiani, avrebbe convocato in Parlamento il Presidente della Corte Dei Conti, affinché certificasse che la corruzione costituisce “la terza fonte di danno erariale, con un peso del 17 % a cui bisogna aggiungere i reati di peculato e le truffe a danno dello Stato” e che Lei avrebbe giurato solennemente agli Italiani di identificare i corrotti ed i corruttori, per porre fine alla incontrastata festa predatoria di danaro pubblico che dura da decenni e che nel 2011, soltanto in corruzione, costa agli Italiani circa 78 miliardi di € pari a 213 milioni di € al giorno.

    Abbiamo disperatamente ed inutilmente cercato fra i provvedimenti urgenti un Suo atto politico che recepisse la direttiva europea contro la corruzione, direttiva temuta ed avversata come la peste dai nostri politici e già adottata dai paesi europei, e che Lei in Parlamento desse seguito alla lettura dell’ articolo contro il traffico d’ influenze illecite che punisce “chiunque, vantando credito presso un pubblico ufficiale, ovvero adducendo di doverne comprare il favore o soddisfare le richieste, fa concedere o promettere a sé o ad altri denaro o altra utilità quale prezzo per la propria mediazione o quale remunerazione per il pubblico ufficiale”. Tale articolo, se operante in Italia, allenterebbe la pressione delle Borse, poiché lascerebbe nelle casse del Tesoro mediamente 200 miliardi di € all’ anno utili per diminuire il debito pubblico.

    Non solo non e’ stato invitato il Presidente della Corte Dei Conti, organo costituzionale che diligentemente informa gli Italiani sulla devastazione morale e finanziaria apportata dalla corruzione politica all’ Italia, ma, nei Suoi interventi, non abbiamo sentito né considerazioni né provvedimenti contro questo accertato e noto cancro erosivo che inevitabilmente conduce alla rovina il nostro Paese.

    Ad esclusione di alcuni che denunciano i corrotti, nel Parlamento Lei si è rivolto al più ricco, ramificato ed incontrastato Comitato d’ affari della spesa pubblica, che invece di realizzare riforme ed opere per il bene comune per poi chiedere democraticamente i voti, da decenni corrompe, nega diritti per concederli come favore clientelare, si arricchisce praticando illecitamente intrusioni e mediazioni di ogni voce di spesa pubblica affidata dalle leggi della Repubblica a regolari prassi amministrative, come l’ indire correttamente aste per assegnare al migliore offerente forniture, servizi ed appalti per i lavori pubblici nell’ interesse della collettività.

    Il Suo discorso è stato rivolto ai presenti prevalentemente corrotti e corruttori di tutti i tipi:

    quelli a cui generosi appaltatori di opere pubbliche, a loro insaputa, hanno pagato l’ acquisto e la ristrutturazione di costosi appartamenti;

    quelli che nei propri collegi “mazzettano” l’ assegnazione clientelare di ogni tipo di lavoro pubblico;

    quelli che collocano in delicati luoghi istituzionali conoscenti o parenti o inventano, a spese dell’ erario, enti nuovi spesso inutili e dannosi per affidarli agli amici e agli amici degli amici che raccolgono voti;

    quelli che hanno eletto il proprio commercialista a mediatore e si sono organizzati facendosi una Fondazione a vocazione “culturale”, in cui la Guardia di Finanza non può accedere;

    quelli a cui la protezione civile assegna, in nome dell’ urgenza, la possibilita’ di concedere appalti a chiamata pagati in tempi reali ;

    quelli che, avendo collaudato la facilità con cui impunemente ci si può arricchire, grazie alla disinformazione dei contribuenti, non disposti a dare neanche un minuto del loro impegno per il bene comune, si rifiutano di concepire e formulare piani di fattibilità, facendo così perdere miliardi di € assegnati dall’ Europa all’ Italia per realizzare opere utili che darebbero lavoro;

    quelli che nel Sud si servono della miseria del Mezzogiorno e, in combutta con imprenditori amici, costruiscono stabilimenti che chiudono puntualmente dopo aver incassato le erogazioni a fondo perso;

    quelli che, con criminale indifferenza, probabilmente per lucrare sugli interessi, non pagano in tempi utili le imprese che hanno dato servizi o forniture allo Stato, pur sapendo il dramma che causano a decine di imprenditori creditori portati al fallimento per mancanza di liquidità ;

    quelli che, invece di elaborare costi standard sulle forniture sanitarie realizzando un considerevole risparmio per lo Stato, hanno fatto lievitare la spesa corrente del settore sanitario del 50% ;

    quelli che ci offrono lo scenario di migliaia di opere pubbliche incompiute, costruite male e pericolose e che ci costano il triplo in confronto agli altri Paesi europei;

    quelli che, per non colpire parassitismi e dannose rendite di posizione, preferiscono buttare sul lastrico migliaia di precari della scuola operando tagli lineari e non selettivi.

    Egregio professore Mario Monti, il risanamento delle finanze è possibile solo e soltanto allontanando i corrotti dai luoghi istituzionali, poiché a nulla valgono le maggiori entrate se messe nelle mani dei famelici Comitati d’ affari della spesa pubblica, che spadroneggiano ed imperversano sino ad ostentare senza ritegno le proprie malversazioni.

    Ricorreremo all’ Europa chiedendo di aggiungere ai 39 punti il quarantesimo, per imporre all’ Italia la ratifica della direttiva europea contro la corruzione, introducendo la punibilità sino a 6 anni del diffusissimo reato di traffico d’ influenza: e’ il solo modo possibile per liberare il nostro Paese dai mostruosi intrecci di relazioni illecite ad opera di bande di personaggi senza scrupoli, che ignorano il senso della Stato e si attivano solo per i propri interessi personali a scapito di quelli della Comunità.

    Egregio professore Mario Monti, sono nei patrimoni dei corrotti le risorse che sta cercando, patrimoni dalla consistenza immensa che sarebbe ora di inseguire negli impensabili angoli del globo in cui sono nascosti, dove la Guardia di Finanza ha la capacità professionale di scovarli e le motivazioni costituzionali e morali per restituirli alla Comunità nazionale.

    Distinti saluti

    francesco miglino

    segretario del partito internettiano

  5. francesco miglino says:

    E’ NOSTRO DOVERE CONOSCERE I NOMI DEI DEVASTATORI DEL NOSTRO PAESE ED I DANNI PROCURATI AL’ ITALIA DALLA INTRODUZIONE DELLA PARITA’ DI BILANCIO.
    UN DOCUMENTO DIRETTO AD OBAMA SU CUI ERA FONDAMENTALE DIBATTERE PER DIFENDERE IL NOSTRO AVVENIRE E’ STATO VOLUTAMENTE IGNORATO DAI GIORNALISTI AFFILIATI ALLE TESTATE A PARTECIPAZIONE BANCARIA.

    I PREMI NOBEL PER L’ ECONOMIA HANNO SCRITTO AL PRESIDENTE OBAMA SCONGIURANDOLO DI NON INSERIRE NELLA COSTITUZIONE DEGLI STATI UNITI IL VINCOLO IN MATERIA DI PAREGGIO DEL BILANCIO.

    NEL NOSTRO PAESE IN FORTE FASE RECESSIVA, SENATORI E DEPUTATI IN CARICA, ESCLUSI ALCUNI ASTENUTI, INVECE DI SOTTOPORRE AD UN REFERENDUM POPOLARE LA MODIFICA DELL’ ARTICOLO 81 DELLA COSTITUZIONE E DIFENDERCI CHIEDENDO INVESTIMENTI IN EURO BOND PER RILANCIARE L’ ECONOMIA, INSERISCONO IL PAREGGIO DI BILANCIO NELLA COSTITUZIONE IN OSSEQUIO ALLE DIRETTIVE DELLA GRANDE FINANZA CHE SPECULA SUI NOSTRI CONTI E RENDE AMARA E INSOPPORTABILE LA VITA DI MOLTI DI NOI.

    LETTERA INVIATA DAI PREMI NOBEL AL PRESIDENTE U.S.A. SU CUI E’ NECESSARIO RIFLETTERE.

    Cari presidente Obama, presidente Boehner, capogruppo della minoranza Pelosi, capogruppo della maggioranza Reid, capogruppo della minoranza al Senato McConnell, noi sottoscritti economisti sollecitiamo che venga respinta qualunque proposta volta ad emendare la Costituzione degli Stati Uniti inserendo un vincolo in materia di pareggio del bilancio. Vero è che il Paese è alle prese con gravi problemi sul fronte dei conti pubblici, problemi che vanno affrontati con misure che comincino a dispiegare i loro effetti una volta che l’economia sia forte abbastanza da poterle assorbire, ma inserire nella Costituzione il vincolo di pareggio del bilancio rappresenterebbe una scelta politica estremamente improvvida. Aggiungere ulteriori restrizioni, cosa che avverrebbe nel caso fosse approvato un emendamento sul pareggio del bilancio, quale un tetto rigido della spesa pubblica, non farebbe che peggiorare le cose.

    1. Un emendamento sul pareggio di bilancio avrebbe effetti perversi in caso di recessione. Nei momenti di difficoltà economica diminuisce il gettito fiscale e aumentano alcune spese tra cui i sussidi di disoccupazione. Questi ammortizzatori sociali fanno aumentare il deficit, ma limitano la contrazione del reddito disponibile e del potere di acquisto. Chiudere ogni anno il bilancio in pareggio aggraverebbe le eventuali recessioni.

    2. A differenza delle costituzioni di molti stati che consentono di ricorrere al credito per finanziare la spesa in conto capitale, il bilancio federale non prevede alcuna differenza tra investimenti e spesa corrente. Le aziende private e le famiglie ricorrono continuamente al credito per finanziare le loro spese. Un emendamento che introducesse il vincolo del pareggio di bilancio impedirebbe al governo federale di ricorrere al credito per finanziare il costo delle infrastrutture, dell’istruzione, della ricerca e sviluppo, della tutela dell’ambiente e di altri investimenti vitali per il futuro benessere della nazione.

    3. Un emendamento che introducesse il vincolo del pareggio di bilancio incoraggerebbe il Congresso ad approvare provvedimenti privi di copertura finanziaria delegando gli stati, gli enti locali e le aziende private a trovare le risorse finanziarie al posto del governo federale. Inoltre favorirebbe dubbie manovre finanziarie (quali la vendita di terreni demaniali e di altri beni pubblici contabilizzando i ricavi come introiti destinati alla riduzione del deficit) e altri espedienti contabili. Le controversie derivanti dall’interpretazione del concetto di pareggio di bilancio finirebbero probabilmente dinanzi ai tribunali con il risultato di affidare alla magistratura il compito di decidere la politica economica. E altrettanto si verificherebbe in caso di controversie riguardanti il modo in cui rimettere in equilibrio un bilancio dissestato nei casi in cui il Congresso non disponesse dei voti necessari per approvare tagli dolorosi.

    4. Quasi sempre le proposte di introduzione per via costituzionale del vincolo di pareggio di bilancio prevedono delle scappatoie, ma in tempo di pace sono necessarie in entrambi i rami del Congresso maggioranze molto ampie per approvare un bilancio non in ordine o per innalzare il tetto del debito. Sono disposizioni che tendono a paralizzare l’attività dell’esecutivo.

    5. Un tetto di spesa, previsto da alcune delle proposte di emendamento, limiterebbe ulteriormente la capacità del Congresso di contrastare eventuali recessioni vuoi con gli ammortizzatori già previsti vuoi con apposite modifiche della politica in materia di bilancio. Anche nei periodi di espansione dell’economia, un tetto rigido di spesa potrebbe danneggiare la crescita economica perché gli incrementi degli investimenti ad elevata remunerazione – anche quelli interamente finanziati dall’aumento del gettito – sarebbero ritenuti incostituzionali se non controbilanciati da riduzioni della spesa di pari importo. Un tetto vincolante di spesa comporterebbe la necessità, in caso di spese di emergenza (per esempio in caso di disastri naturali), di tagliare altri capitoli del bilancio mettendo in pericolo il finanziamento dei programmi non di emergenza.

    6. Per pareggiare il bilancio non è necessario un emendamento costituzionale. Il bilancio non solo si chiuse in pareggio, ma fece registrare un avanzo e una riduzione del debito per quattro anni consecutivi dopo l’approvazione da parte del Congresso negli anni ’90 di alcuni provvedimenti che riducevano la crescita della spesa pubblica e incrementavano le entrate. Lo si fece con l’attuale Costituzione e senza modificarla e lo si può fare ancora. Nessun altro Paese importante ostacola la propria economia con il vincolo di pareggio di bilancio. Non c’è alcuna necessità di mettere al Paese una camicia di forza economica. Lasciamo che Presidente e Congresso adottino le politiche monetarie, economiche e di bilancio idonee a far fronte ai bisogni e alle priorità, così come saggiamente previsto dai nostri padri costituenti.

    7. Nell’attuale fase dell’economia è pericoloso tentare di riportare il bilancio in pareggio troppo rapidamente. I grossi tagli di spesa e/o gli incrementi della pressione fiscale necessari per raggiungere questo scopo, danneggerebbero una ripresa già di per sé debole.

    KENNETH ARROW, premio Nobel per l’economia 1972
    PETER DIAMOND, premio Nobel per l’economia 2010
    WILLIAM SHARPE, premio Nobel per l’economia 1990
    CHARLES SCHULTZE, consigliere economico di J.F. Kennedy e Lindon Johnson, animatore della Great Society Agenda
    ALAN BLINDER, direttore del Centro per le ricerche economiche della Princeton University
    ERIC MASKIN, premio Nobel per l’economia 2007
    ROBERT SOLOW, premio Nobel per l’economia 1987
    LAA TYSON, ex direttrice del National Economic Council
    francesco miglino

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