LO SBIRRO MI PIACE By MARIO ZACCHERINI

Le parole ingenerose di Strada contro il Ministro Minniti, definito “sbirro”, hanno aperto una profonda piaga nel paese.

Suona curioso che appena la politica, invece di subire un fenomeno gestito dai nuovi schiavisti, reagisce proponendo di disciplinare il flusso venga criticata pesantemente da chi, lo scrivo in maniera provocatoria, ha le mani in pasta.

Davanti ad una prospettiva di legalità (Polizia Giudiziaria sulle navi ong, centri raccolta in Libia, identificazione puntuale dei richiedenti asilo) curiosamente il pacifista Strada utilizza una violenza verbale che offende la nostra Democrazia, e tutti coloro che quotidianamente si impegnano per la nostra sicurezza.

Un caso? Forse, ma si aggiunge alle parole di critica della Boldrini contro la nostra Polizia quando, dietro a precisi ordini, lavora per riportare la legalità nel paese.

Minniti, a differenza dell’esercito buonista italico, ha capito che dietro al processo migratorio esistono variabili che non possono non essere controllate.

Per anni, i neo razzisti, hanno equiparato i migranti al terrorismo, mentre i veri problemi sono altri.

L’Europa, con la sua cultura e storia condivisa, ha generato stili di vita, leggi e comportamenti che guidano le nostre azioni quotidiane.

Le culture che entrano in contatto con la nostra, vuoi per religione, vuoi perché non hanno conosciuto l’illuminismo, vuoi perché il valore della vita non è sacro come sui nostri suoli devono essere “governate”. Spesso, come ben definisce l’articolo pubblicato recentemente su La Stampa, i principi di altre culture sono in netto contrasto con la nostra.

http://www.lastampa.it/2017/09/05/societa/lato-boralevi/inclusione-dei-migranti-forse-serve-lantropologo-culturale-C5axqadApB7BGEgFYXfzYM/pagina.htm

Non è razzismo, semplicemente queste diversità devono essere educate ad accettare il nostro mondo prodotto da secoli di storia. Non è pensabile che uno Stato non voglia sapere vita, morte e miracoli di chi vorrebbe entrare.

Il primo passaggio è accettare che esiste uno Stato e che tale entità è laica.

Su questo punto non ci possono essere discussioni: è così e basta!

Non a caso lo “sbirro” vuole creare un percorso culturale-educativo che porti alla formazione di nuovi italiani, per coloro che ospiteremo.

Chi mi conosce sa quanto mi costi parlare bene di un Ministro Pd, ma non sarebbe giusto negare l’evidenza.

Bravo Minniti e bravo anche Gentiloni per l’equilibrio con il quale gestisce questi momenti drammatici della Repubblica.

Sono diventato come Tarozzi? No, tranquilli! Lui deve scrivere che sono bravi, io lo penso veramente.

Ancora una cosuccia. Il caso Rimini ha aperto una discussione che mette in evidenza differenze culturali sulle quali la Boldrini e il già citato esercito di buonisti faticano ad affrontare: il valore della donna muta in base alla società di appartenenza.

Per la straordinaria maggioranza degli occidentali lo stupro è un’aberrazione che deve essere sanzionata drasticamente.

Sembra una cosa scontata……ma solo pochi decenni addietro nel nostro codice esisteva il matrimonio riparatore post stupro: leggetevi la storia di Franca Viola per capire.

Quella giovane siciliana ha avuto il coraggio di dire no e di cambiare la storia del paese.

Purtroppo, per tutta una serie di ragioni che non analizzo in questo momento, quello che è aberrante in Europa lo è molto meno in qualche paese dell’Est e in tante comunità africane.

Per questo motivo non “filtrare” i migranti significa aprire le porte anche a persone che, nella loro cultura, ritengono lo stupro una normale espressione del maschio.

Si badi bene, ho scritto “filtrare” e non alzare muri!

La Boldrini non lo dice, ma il Congo è la “capitale” mondiale degli stupri.

Forse, senza filtrare chi entra, il rischio di trovarsi sotto casa un pericolo per le nostre, ed altrui, donne si eleva.

Lo dice Salvini? No lo dice, e lo scrive, Margot Wallström funzionario Onu……………..

http://www.unric.org/it/attualita/27989-la-violenza-sessuale-uno-strumento-di-guerra

Che fatica essere italiani….

Mario Zaccherini

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