COMUNICATO STAMPA FUSIONE HERA By PROGETTODOZZA

Il 26 settembre scorso il Consiglio Comunale di Dozza si è espresso in merito alla fusione Hera – Acegas. Progetto Dozza si oppone fermamente a questa operazione che limita sempre più il controllo delle comunità locali. Il percorso che Hera sta compiendo, iniziato con la quotazione in borsa nel 2003, è caratterizzato da uno scarso coinvolgimento delle assemblee comunali chiamate ad esprimersi.
Questo approccio, tipico di una democrazia debole, è molto pericoloso per il futuro delle nostre comunità.

La fusione Hera – Acegas è un’operazione molto complessa dal punto di vista tecnico – finanziario. Essa fa parte di una politica, adottata dalla società, fortemente basata sulla logica del profitto. Tutto ciò è legittimo ma allo stesso tempo pericoloso, trattandosi della gestione di beni fondamentali quali l’acqua, l’energia e la gestione dei rifiuti. A seguito della fusione la quota del patto di sindacato controllata dai Comuni emiliano – romagnoli scenderà ben sotto al 50% e, analogamente, la quota controllata dal Con.Ami scenderà dall’ 8,8 % al 6,92 %.

E’ evidente che le piccole comunità, come quella dozzese, avranno sempre più difficoltà ad interloquire con una realtà sempre più grande e complessa. In questo modo viene leso il legame tra il territorio e la gestione delle risorse fondamentali. I nostri comuni avranno grandi difficoltà a mettere in campo politiche virtuose legate alla gestione dei rifiuti e della risorsa idrica.

Inoltre occorre considerare quali sono i rischi legati a queste operazioni finanziarie. La crescita dell’indebitamento e le sempre più precarie condizioni economiche in cui versano i comuni, mettono a rischio, nel futuro prossimo, la componente pubblica dell’azienda. Situazioni di questo tipo, caratterizzate da comuni costretti a cedere le proprie quote, si sono già verificate.

Una politica virtuosa dovrebbe tenere conto di quanto accaduto in passato e imparare dagli errori commessi. Evidentemente siamo ancora lontani da una comprensione chiara ed efficace della grande crisi che stiamo attraversando.

Infatti le politiche proposte vanno sempre nella stessa direzione e non dimostrano sufficiente discontinuità nelle idee e nei metodi adottati. Oltretutto esiste anche un grande problema legato al coinvolgimento democratico dei consiglieri comunali chiamati ad esprimere un giudizio.

Operazioni come le fusioni o la cessione delle reti pubbliche, che hanno riguardato Hera negli ultimi mesi, sono molto complesse. Noi di Progetto Dozza facciamo un appello al Con.Ami e agli Amministratori pubblici locali affinché vengano messi in campo virtuosi processi di coinvolgimento e partecipazione dei Consigli Comunali. Il dibattito su queste questioni non deve esaurirsi in una semplice seduta consigliare ma dovrebbe svolgersi su un arco di tempo più lungo. In questo modo i singoli consiglieri potranno esprimersi in modo più consapevole e informato su questioni decisive per il nostro futuro. Una politica effettivamente democratica di questo tipo produrrebbe benefici a tutti i soggetti in campo e alla cittadinanza intera.

Infine vogliamo lanciare una proposta politica che sappia rivolgersi alla soluzione di tutte le problematiche presenti sui territori. In mancanza di una politica energetica nazionale, riteniamo che la gestione del gas e della luce elettrica debbano essere affidate ad Enti nazionali quali Enel ed ENI (a Dozza questo avviene già per quanto riguarda la risorsa elettrica). Al contrario, la gestione dei rifiuti e della risorsa idrica dovrebbe tornare sotto il controllo diretto delle amministrazioni pubbliche locali. In questo modo potrebbero essere messe in campo innovative politiche territoriali legate alla raccolta differenziata, alla maggiore integrazione delle energie rinnovabili e del risparmio energetico, alla migliore tutela delle infrastrutture. Varrebbe la pena di affrontare questo tema dal punto di vista tecnico ed industriale. A livello europeo alcune comunità hanno già agito in questa direzione che, peraltro, mette al sicuro il controllo e la proprietà pubblica di risorse fondamentali. Si tratta di una proposta politica che tiene in forte considerazione il risultato referendario dello scorso anno.

Siamo preoccupati nel constatare la grande leggerezza con la quale si stanno prendendo decisioni di questo tipo. Troppo spesso la politica sembra dimenticarsi del fatto che la gestione dell’acqua e dei rifiuti costituirà il problema fondamentale dei prossimi decenni.

Luca Albertazzi

Capogruppo Progetto Dozza

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  1. Guerrino Frontali says:

    Ni permetto di socializzare quanto da noi espresso in Consiglio Comunale a Mordano in merito:

    INTERVENTO DI “BUON SENSO”
    PUNTO O.D.G. N° 10 – CONSIGLIO COMUNALE DEL 27/09/2012

    Sicuramente per scarsa informazione, ma solamente affidandoci ad un barlume di Buon Senso, non ci pare la sede opportuna per discutere ed approvare quanto all’ordine del giorno.
    Ci spieghiamo: il Comune non partecipa in Hera (nota fuori testo: non è vero il comune detiene 1.800 azioni), non compare nei materiali provvistici per questa “semplice” discussione; ci sarebbe parso più logico deliberare una delega al CON.AMI per agire in tal senso. Probabilmente il patto di sindacato ci riserva questo alto onore (onere?).
    Io sono uno di campagna e non so ben districarmi fra regolamenti, statuti, leggi e codicilli che rimandano immediatamente alle grida di manzoniana memoria.
    Premesso ciò ricordo a tutti che Hera è la nostra, è il frutto del sacrificio della laboriosità e dell’ingegno di generazioni di ormai nostri avi.
    Stasera siamo qui, cari consiglieri, come rappresentanti dei cittadini o come detentori di azioni?
    Siamo padroni o servitori?
    Le municipalizzate confluite in Hera avevano prodotto, a livello di servizi, una condizione di eccellenza sotto i profili tecnici, organizzativi, della prossimità e del radicamento sul territorio, della tutela ambientale e del corretto utilizzo delle risorse e, non ultima, la partecipazione democratica delle autonomie locali.
    Queste eccellenze sono state immolate sull’altare del mercato e della concorrenza (che sia ciascun lo dice dove sia nessun lo sa).
    Dalla costituzione di Hera qualche noto sceglie linee di sviluppo strategiche orientate al profitto piuttosto che allo sviluppo e alla condivisione delle politiche territoriali.
    Il profitto generato da inceneritori al posto della raccolta differenziata, produzione di energia elettrica da gas al posto di un energico e diffuso sostegno delle energie rinnovabili ed il risparmio energetico.
    Dopo alla fase costitutiva e di avviamento, 2003, nel biennio 2006/07 la crescita si deve all’allargamento del perimetro aziendale e in Borsa si registrano aumenti di valore triplicati dei titoli Hera ma contestualmente l’azienda vede schizzare in alto il livello di indebitamento.
    Contrariamente a quanto previsto dai programmi iniziali Hera, che prevedeva un mix di aree operative al di fuori del core business magari anche a sostegno di certi settori produttivi, avvia un percorso di focalizzazione sui settori regolamentati, in regime di monopolio naturale.
    Sempre più cospicuamente il Margine Operativo Lordo deriva da proventi tariffari grazie anche ad una attiva, per non dire aggressiva negoziazione con Enti Locali e ATO.
    A titolo d’esempio, a Bologna nel 2006 le tariffe idriche aumentano del 38%.
    Nel 2008 i titoli perdono progressivamente valore, pochi mesi fa era quotato a meno di 1,00 euro, il debito consolidato ha conosciuto poderosi incrementi per garantire un alto livello di dividendi e le famigerate agenzie di ratig hanno provveduto al declassamento.
    Si badi, tutto ciò anche perché la società registra investimenti in calo dal 2007.

    Questa nostra (?) società nel tempo ha:
    1) Contratto gli investimenti (vogliamo parlare delle reti idriche di Bubano?)
    2) Aumentato la pressione tariffaria su acqua e rifiuti, aumenti che in grande quantità confluiscono nei dividendi, pubblici e privati.
    3) Ha ceduto il 25% di HERAambiete ad un fondo finanziario inglese che, ovviamente gode di utili.
    4) Ha sciolto le SOT nel 2009 anticipando così di un anno l’incameramento degli utili a loro assegnati al fine di garantire alla capogruppo la possibilità di assegnazione dei dividendi previsti, altrimenti sarebbero stati la metà.
    5) Ha proceduto in azioni riorganizzative quali: accentramento e verticalizzazione delle strutture commerciali e chiusura di sportelli sul territorio, chiusura e riduzione dei laboratori di analisi, incremento di appalti .
    6) Si è patrimonializzata con l’acquisizione delle reti gas imolesi in cambio azioni,(il valore di concambio era di 1,75 Euro ma ieri era di 1,28 Euro dopo essere passato da 0,96 Euro).
    Prima, se vi ricordate, CON.AMI percepiva un canone d’uso certo.
    7) Nel 2004 per produrre 1 mlEuro di utile netto erano sufficienti17 mlEuro, nel 2011 ce ne vogliono 32. Dispongo di una bell’istogramma di come nel tempo gli utili siano stati distribuiti a terzi, a privati, a pubblici e a riserva. Vi assicuro che è carino ma inquietante.

    Questa è storia e spesso diventa utile per interpretare l’incipiente futuro ovvero l’accelerazione dei processi descritti proprio attraverso la fusione Hera/Acegas-Aps finalizzata ad estinguere, definitivamente, dai territori la gestione dei servizi pubblici locali consegnando tutto quel patrimonio di storia, sforzi, valori, impegno sociale al mercato ed al sistema finanziario in dimensioni che esorbitano addirittura i confini nazionali. E’ questo forse il giusto modo di partecipare alla crescita del sentimento europeo quando la finanza lo distrugge?
    Per non farci mancare nulla troviamo il prodigo FSI che interviene sensibilmente nella compagine sociale che entra con la prospettiva di ricoprire circa il 7% del capitale sociale.
    Nulla di meglio se non fosse che la CDP è un Ente pubblico trasformato in S.p.A partecipata da CDP per il 70% e, odi odi, dal 30% da fondazioni bancarie di diritto privato. Bene, FSI è partecipato per il 90% da CDP e per il 10% da FINTECNA, in sostanza si privatizza, artatamente, qualcosa che aveva ancora un barlume di pubblico.
    Il management di Hera, con l’informato consenso di di una selezionata categoria (cupola?) di esponenti delle pubbliche amministrazioni, chiama a ratificare ex-post una decisione già presa; i cittadini, i nostri elettori, ed i loro territori saranno sempre più estromessi dalla possibilità di realizzare processi democratici.
    Ma veniamo alle cifre: Hera dovrà sborsare, cash, 15 mlEuro così articolati: 6ml. per tappare i buchi di Agegas-Aps più 3,4 ml. ai comuni Padova e Trieste e 5,6 ml ai soci privati di Acegas-Aps.
    La posizione finanziaria netta diventerà di meno 2 miliardi e 434 milioni di Euro ed il debito complessivo schizzerà a quasi 3 miliardi di Euro.
    Si conferma che a seguito della fusione il Margine Operativo Lordo sarà sostenuto da idrico ed igiene ambientale ovvero le bollette.
    Il pubblico Emiliano Romagnolo passerà da 51% al 42 %. I comuni conteranno meno e la tecnostruttura manageriale imporrà, più di quanto sta facendo, le proprie condizioni.
    Come potranno, diciamo noi, i comuni, non dico a farsi rispettare, ma almeno ascoltare, soprattutto se sono piccoli, da un Hera sempre più grande?
    E’ così, il patto di sindacato pubblico ha una dimensione territoriale definita ? Sarà perfettamente inutile per un’azienda proiettata all’internazionalizzazione.
    I lavoratori, prestatori d’opera manuale e intellettuale, saranno garantiti in un ambiente orientato al profitto che, come sta già capitando, andrà viavvia esternalizzando funzioni?
    Non c’è bisogno della zingara per capire da dove dovranno uscire i 25-30 milioni di Euro finalizzati ad rendere più cospicui i dividendi attesi come si dichiara in un comunicato congiunto Hera Acegas-APS del 25/7 u.s..
    Queste sono poche informazioni che somministriamo a questo Consiglio.
    Speriamo che siano state inutili perché tutti voi Consiglieri eravate già molto meglio informati di noi su quello che si mette in votazione.
    Se così è ci rallegriamo per l’impegno e l’approfondimento che avete profuso ed il vostro voto sarà consapevole; se così non è e voterete a favore e non dubitate che la storia e la vostra coscienza ve ne chiederanno conto molto prima di quanto non pensiate.
    Auspichiamo un sussulto di dignità soprattutto da parte di chi afferma di sostenere le ragioni delle fasce più deboli della società.
    Se non si era capito il nostro pronunciamento, per i motivi esposti questa sera ed in altre occasioni precedenti, è accesamente contrario.
    Per “Buon Senso”

    Guerrino FRONTALI

    _____________________________

  2. Almeida says:

    Le precedenti Municipalizzate erano eccellenze, quindi erano già bene organizzate ed efficienti.

    Hera sta moltiplicando gli utili, a favore dei Sindaci soci e dei soci privati. Ma come?

    Facendo efficienza? poca, le nostre Municipalizzate erano già efficienti.

    Ma allora come?

    Le strade sono due: o si aumentano le tariffe, o si tira nel collo alle imprese (del territorio) che lavorano per HERA.
    O entrambe le cose.

    Per esempio, il Sindaco di Imola ha mai chiesto a quanti giorni HERA paga i fornitori?
    L’Assessora di Rifondazione Donatella Mungo può per caso verificare se è vero che HERA paga le ditte non prima di 120 giorni?
    E’ sostegno al territorio questo?

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