E’ MORTA LA SINISTRA By MARIO ZACCHERINI

Fausto Bertinotti: “È morta la sinistra. Ora è l’alto contro il basso. È il tempo della post democrazia”. Il consiglio: “Chiudere le sezioni di partito, abbassare il vessillo”. I nuovi barbari, gli esclusi non votano più a sinistra ma Beppe Grillo: “E meno male, in Francia votano Le Pen”. L’unica salvezza può arrivare dalle piazze: “È lì che si costruisce un sentimento che forma una comunità”.

L’impietosa analisi di Bertinotti sulla sinistra rappresenta il punto di arrivo della consapevolezza politica sulla fine di un periodo storico denso di luci e ombre. La sinistra non è più in crisi, ma morta perché non è stata in grado di modificare l’analisi della società. Ancorata al conflitto tra forze produttive e relativi rapporti sociali e ad una ovvia semplificazione tra chi detiene i mezzi di produzione e chi la sola forza lavoro, si è svegliata nuda, e del tutto inadeguata, nel momento in cui, grazie ai mutati rapporti sociali degli anni 60/70, si è trovata sia nelle posizioni di comando che di opposizione.

In quegli anni nasce una sinistra di governo, ancora lontanissima dall’Europa, che ha il merito di mettere il cittadino come fine ultimo dell’azione politica. In particolare, dai primi anni 70 in poi, cresce il pensiero di un’alternativa che possa imitare le buone prassi amministrative degli enti locali. Regioni come l’Emilia-Romagna vengono studiate per la qualità dei servizi (in particolare asili), sanità, cooperazione anche all’estero.

La sinistra, da sociale e proletaria, comincia ad occupare i posti di governo e scopre che si vive meglio da padroni che da operai,  innescando un processo evolutivo/involutivo che allontana sempre più la “presunta” cultura alternativa al capitalismo dagli ultimi della società, venendo fagocitata dal capitalismo stesso. Tale processo produce effetti esterni ed interni modificando il concetto di servizio ai cittadini e, cosa ancor più grave, l’eticità della politica. Se, nel momento della fase propulsiva, il primo carattere del politico di sinistra era l’onestà e la competenza oggi, lo scrivo con un forte rammarico, tali caratteristiche sono state superate dalla fedeltà alla corrente e dalla disponibilità a “turarsi il naso” alla bisogna.

Dai primi anni 90 la Magistratura informa il popolo italiano che il politico disonesto non vegeta solo negli apparati di centro-destra, ma pure, con varie sfumature, anche in quelli della sinistra. Greganti, ma poteva essere chiunque altro, è il figlio del rapporto immorale tra “sinistra” ed affarismo. Una sinergia con effetti nefasti per il paese perché ha favorito la non qualità dei servizi danneggiando le aziende sane. Erano i primi segnali, probabilmente si era ancora in tempo per recuperare l’aspetto etico, il ricordo di Berlinguer, ma gli apparati non vivono di ideali e se vogliono prosperare, come parassiti, devono intaccare i flussi vitali del paese. Così è stato!

L’eticità perduta non la ravvisiamo solo nei grandi scandali come il Mose, oppure negli allegri stili di vita alla Marrazzo, Del Bono ed altri/e, ma anche nelle piccole vergogne di paese; dal partitino che esce dalla maggioranza perché un suo uomo non è stato inserito in quel cda al consigliere comunale che si commuove davanti all’immagine di Berlinguer, ma molto meno ai danari che ancora deve, come imprenditore, a chi ha lavorato per lui in passato e, ciliegina sulla torta, perde totalmente l’impeto e l’orgoglio di essere di sinistra e, boom, anche comunista davanti ad un posto di lavoro cortesemente offerto, anzi assicurato, dal club del Tortello Magico. In questi comportamenti è morta e sepolta la sinistra. Nei silenzi ossequiosi e nel non presentare mozioni, in sede di bilancio comunale, davanti al potere dispensatore di poltrone muore l’ideale.

Bertinotti ha ragione anche quando afferma che è tempo di chiudere le sedi dei partiti e ripartire dalle piazze. Ha ragione, ma non è un suggerimento, è solo una presa d’atto, perché i cittadini, da tempo, hanno compreso di essere stati traditi, di avere perso tante battaglie perché si sono fidati degli apparati, delle bandierine, del colore delle bandierine…. Hanno capito che nelle sedi dei partiti trovano tanti sorrisi, ma, sempre nel tempo, hanno capito che il sorriso è sorriso di lupo. Oggi i grandi valori della sinistra (quelli non sono morti e sono, per molti versi, vicinissimi ai valori del mondo cattolico perché sintetizzabili entrambi nel concetto di giustizia sociale) vengono portati avanti direttamente dai cittadini nelle nuove piazze, ovvero nei comitati civici. Hanno perso la timidezza originaria e si propongono direttamente agli amministratori come interlocutori, rinunciando alla tutela/patrocinio dei partiti tradizionali. In quelle sedi sta nascendo il futuro del paese. Un paese che forse può ancora salvarsi a condizione che presti la massima attenzione affinchè i lupi, professionisti nel cambiare il pelo ma non il vizio, non riescano ad infiltrarsi nel nuovo sentire comune.

Ps

Ho scritto tante volte, nell’articolo, che Bertinotti ha ragione, ma nella storia politica degli ultimi 20 anni credo che la condivisione sul fatto che la sinistra sia morta sia l’unico punto che ci unisce.

Mario Zaccherini

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  1. Guerrino Frontali says:

    Si narra che forse l’Unità (organo di stampa del Partito Comunista Italiano) richiuderà. E’ un vero peccato ! Chissà perché. Fondato da Gramsci che ha visto illustri successori da Ingrao a Pajetta per arrivare a D’Alema, Veltroni e (odi odi) Padellaro. Sì, ci stracciamo le vesti implorando pietà. Così non si può, per un misero pugno di milioni di euri non si può tappare la bocca della verità (Pravda) che rappresenta e diffonde la voce di migliaia (milioni?) di persone oppresse e conculcate nelle loro libertà ! E’ anche un vero peccato che nessuno si rammenti che L’Avanti (organo di stampa del Partito Socialista Italiano fondato da Andrea Costa,1896, diretto da Bissolati, Mussolini, Nenni, Pertini, ultimamente Craxi, Ghirelli, Villetti, Intini) sia stato il primo giornale nazionale della sinistra. Oggi si parla di tal La Vitola direttore dell’Avanti. Eccola la la potenza della comunicazione che si connubia indissolubilmente con l’ignavia e la dissolutezza derivante dai pochi (tanti per ora) denari che abbiamo in eredità dalle generazioni precedenti. Basta essere carini, un paio di moine e frasi ad effetto,roboanti ed efficaci, ben propagate con le “app”, il “web” che immediatamente i quotidiani riportano in ampie pagine di commenti e riflessioni. Se uno non è cieco ben intuisce che la sinistra, quella col profumo di rosso e di papavero, è definitavamente morta. E’ mia opinione, per come l’ho conosciuta, che sia un bene. Le nuove categorie sociali (globali ?) si devono misurare su terreni diversi; condivisione e decrescita, Nord e Sud del mondo, convivenza ed egoismo di massa, conoscenze scientifiche diffuse e accessibili o multinazionali, culatello o mortadella. La sinistra non esiste più, potranno esistere, se avranno tenacia, persone di libero pensiero.

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