Ma è proprio vero che piuttosto che niente è meglio piuttosto? By Andrea Girardini

Nei giorni scorsi si è assistito all’intervento di Angelino Alfano nella trasmissione televisiva “Che tempo che fa”. Intervistato da un’ insolito attendista Fazio, il segretario del Popolo della Libertà non ha smentito una sua possibile candidatura alle prossime elezioni politiche, non si sa mai che i sondaggi sul gradimento del “suo padrone” invertano la tendenza, ora tendente al buio pesto.

Ma è riuscito con alcune perle a fare apprezzare il governo Monti.

Alla prima risposta Alfano assicura che nel suo partito non è necessario rubare poiché i bonifici del capo coprono ampiamente il necessario. E anche la sua busta paga è regolarmente ….. Ma la domanda non era sul finanziamento pubblico? Per quello privato di Berlusconi dovrebbero bastare Fede, Mora, Lavitola e Tarantini per capire dove lo statista(!!) aveva testa e portafoglio.

La seconda domanda verteva sulla scelta dei candidati, per evitare che 88 inquisiti siedano in parlamento, come avviene ora. La risposta di Alfano è che 1/3 dei processi finisce con una assoluzione, un altro terzo con prescrizione e l’ultimo terzo con una condanna. Pertanto è vero che la politica deve “guardare” meglio, ma anche la magistratura deve scegliere con oculatezza chi processare, perché 2/3 dei processi terminati tra prescrizioni/assoluzioni sono un costo che un paese non può sopportare. Termina dicendo che i processi in odore di prescrizione dovrebbero essere sospesi perché non portando a condanna, è inutile perdere tempo. A cosa servono? Vedi il caso Mills, in conclusione in questi giorni a Milano, che, guarda la coincidenza vede imputato il “suo datore di lavoro”. Chiude in bellezza asserendo che questo povero uomo fino a 58 anni non aveva nulla con la giustizia poi da quando è entrato in politica è praticamente perseguitato.

A me interessa molto sapere se il datore di lavoro di Angelino Alfano è un corruttore, magari a lui no, ma a me si. A lui può bastare la busta paga. Ai cittadini no.

Piccola precisazione che Fazio non ha fatto, è che Berlusconi era indagato già prima di entrare in politica. Carta canta.

Altra considerazione è che 7 condannati su 10 inquisiti è una buona percentuale, in linea con gli altri paesi europei. Solo Alfano pensa che un “condannato prescritto” sia innocente. Diversamente come potrebbe giustificare la sua busta paga, e lui stesso che la riceve da un corruttore, meglio dire che la riceve da un perseguitato.

Questo intervento toglie il velo a quella “nuova politica” del dopo Monti. Rabbrividisco al pensiero. Se poi si ragiona sulle demenze della Lega di Bossi.

E di cosa ci si meraviglia se il governo Monti pur avendo fatto provvedimenti indigesti per il paese mantiene un’invidiabile apprezzamento. Proprio perché politici prezzolati e incapaci  sono ritenuti giustamente impresentabili.

Ma non voglio abituarmi al governo Monti, certamente  persona seria, che ha portato credibilità all’Italia e che forse era necessario, ma solo perché l’alternativa erano pagliacci, corrotti, corruttori e puttanieri se non delinquenti.

Non è vero che piuttosto che niente (Berlusconi) è meglio piuttosto (Monti), appena è possibile scegliamo qualcosa di diverso.

Per esempio chi difende il bene comune, chi mette lo sviluppo sostenibile e la difesa del suolo quale priorità del suo programma, chi considera le energie rinnovabili e la messa in sicurezza di territorio, scuole, asili, ospedali, una priorità, anche di sviluppo per il paese. Chi considera la possibilità che anche l’Italia possa avere un piano industriale ed energetico nazionale.

O aspettiamo che l’economia riparta con il modello Fiat. Meno diritti e tutele per chi lavora, accompagnati da buste paga più leggere.

Un lavoratore greco cosa compra con 600 euro al mese?

Per tornare a noi, cosa compra un giovane (bada bene con contratto a tempo indeterminato) con 1.000 euro al mese?

Ritorniamo ad un’economia fatta sulla persona e non sulla finanza. La politica scelga chiaramente una strada che pare obbligata.

Le parole di Bersani sulla vicenda Europa/Grecia aprono uno spiraglio, facciamolo diventare un progetto politico, magari esteso all’Europa.

Andrea Girardini

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