Un po’ di filosofia applicata alla politica By Andrea Girardini

Qual è la missione della politica? Quale quella dei partiti? E ancora la rappresentanza e l’appartenenza come si relazionano?

Una società è migliore se si evidenzia un elevato capitale sociale ed è anche dimostrato che le stesse istituzioni amministrative ed economiche siano fortemente influenzate dalla partecipazione civica dei cittadini. In questo contesto il capitale sociale è definito come ‘le reti di relazioni interpersonali, le norme sociali e la fiducia che  permettono alle persone di agire collettivamente per perseguire in modo più efficace degli obiettivi comuni’.

La politica dovrebbe quindi canalizzare questo capitale sociale attraverso regolamenti e comportamenti al fine di definire progetti di interesse comune. Liberando le idee.

Ma attenzione perché esiste un capitale sociale negativo che tende a creare legami forti tra associati e appartenenti.

Al contrario il capitale sociale buono si esalta con la presenza di reti di relazioni informali, di organizzazioni volontarie e di imprese sociali.

Un esempio: la mafia appartiene al capitale sociale negativo. Si chiude all’interno della “famiglia” escludendo le reti di relazioni.

Allora perché la politica non sente il bisogno di interrogarsi su cosa vogliono i cittadini ed ha paura della relazione con gli stessi, preferendo affidarsi sempre più spesso ai social network, che sono definibili come reti di contatti e non di relazioni.

Appartenere ad un partito significa rappresentarlo uniformandosi a scelte fatte da pochi al chiuso di un palazzo o piuttosto condividere regolamenti e comportamenti mantenendo la libertà di esprimersi attraverso relazioni interpersonali di qualsiasi genere sociale.

In questi giorni si assiste alla presa di posizione di quasi tutta la politica contro i movimenti NO TAV, qualche mese fà i cittadini si sono espressi con grande partecipazione ai referendum che quasi tutta la politica aveva fino all’ultimo tentato di evitare, per poi cavalcarli con evidente opportunismo.

Domanda: se serve la rete di relazioni per formare una società migliore, e se le relazioni servono per creare programmi condivisi, perché la politica non sente il bisogno di interrogare i propri cittadini/elettori?

Se non è possibile assumere diecimila insegnanti nella scuola pubblica perché manca la copertura economica, perché la politica non propone interrogativi ai cittadini “posso evitare di acquistare qualche bombardiere per finanziare queste assunzioni”? Siete d’accordo, cosa ne pensate?

Se questa necessità non viene percepita è possibile affermare che ai cittadini manchi  la rappresentanza? E che l’appartenenza ad un partito non deve essere subordinazione di idee ma solo di regole e comportamenti.

Il PD che prende posizione contro Stefano Fassina che intendeva partecipare alla manifestazione della FIOM perché in quella manifestazione viene data voce ai movimenti No Tav.

Il PDL vota in parlamento che Ruby è la nipote di Mubarak.

La Lega di “Roma ladrona” si accorge che i ladroni gli aveva in casa, e con la solita pochezza culturale affronta la cosa con demagogia, epurando qualcuno per salvare i veri colpevoli che sono tutti i dirigenti che sapevano e hanno taciuto, ed ora gridano “pulizia, pulizia”. Ma quello che manca alla lega non sono gli slogan (lì sono quasi imbattibili) ma regole condivise e progetti comuni per il bene dell’Italia, tutta l’Italia.

Come si può fare buona politica con questi comportamenti.

Allora sembra proprio che i partiti siano strumenti in mano a pochi, e non uno strumento di relazioni per definire progetti condivisi.

L’ultima dimostrazione è la legge sul rimborso elettorale ai partiti, che non li riduce  di un centesimo, l’esatto contrario di quello che chiedono i cittadini.

Ricordate il capitale sociale negativo per mantenere relazioni solo con associati e appartenenti.

Se per PDL e Lega vista la loro storia e la loro leadership,  può essere realistico non aspettarsi nulla di diverso, dal PD sarebbe logico aspettarsi qualcosa di diverso. Per esempio è troppo chiedere di lasciare una parte consistente di tali rimborsi in un fondo in favore di….?

E’ troppo chiedere di prendere posizione contro le lobby e la cattiva finanza?

Cosa ne penserebbero i cittadini/elettori?

Ragionando sull’assenza di rappresentanza, sarà più facile comprendere perché i  candidati PD alle primarie spesso perdono.

Questa miopia scende fino ai dirigenti locali del PD, che a Imola hanno perso 15.000 voti in 10 anni. Perso Castel Del Rio, stavolta senza primarie, e rischiato di perdere Dozza. Ma continuano a cercare colpevoli interni piuttosto che aprirsi alla società civile.

Ora riescono pure ad essere poco trasparente rispetto a regole e comportamenti nel sostituire il segretario territoriale dei giovani democratici.

Si potrebbero attivare reti di relazioni con i cittadini per conoscere il loro pensiero, non limitarsi a farlo solo nei periodi elettorali. Promuovendo luoghi di ascolto e di confronto, dove dovrebbe nascere l’indicazione dei cittadini ai politici, e non dove i politici indicano ai cittadini cosa hanno deciso per il loro bene.

Così si potrebbero elaborate progetti politici condivisi dal basso e rispondere alle esigenze della società, perché questo è fare politica.

Andrea Girardini

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