SEL IMOLA AL PD: NON ACCETTIAMO DIKTAT SIAMO DEMOCRATICI

I perché di una scelta, così si intitolava un volantino che presentammo alla città in uno dei nostri banchetti a ridosso delle calde giornate d’estate.
Gli stessi perché sono la risposta che SEL Imola ribadisce al segretario del PD, Fabrizio Castellari, che invita SEL, dalle pagine del settimanale più venduto nel circondario, a riprendere il dialogo con il PD imolese.
Un dialogo che non si è interrotto per un capriccio di noi vendoliani ma a fronte di una reiterata situazione di non ascolto del “partitone”.
Ci pare strumentale l’affermazione di Castellari quando invita SEL ad allinearsi alla situazione nazionale.
Sì, è verissimo che Vendola correrà nelle primarie del centro sinistra -  sfidando Bersani e Renzi – ma sarebbe altrettanto onesto, da parte di Castellari, evincere quanto accade in Sicilia, dove a sostenere Fava, in una più che delicata candidatura, segnale di svolta e cambiamento di una regione “disastrata”, il PD non c’è.
Non ci piace il termine rottamatori di sinistra che ci è stato affibbiato in questi giorni in città. Si rottamano le cose vecchie, inservibili, quelle che inquinano, che non sono più a norma di legge. Imola non è né vecchia, né inservibile, deve solo “uscire dal porto”, da un porto che da anni la tiene ancorata ad un sistema che non regge più.
Vogliamo essere l’alternativa. La novità. Un’alternativa di qualità, con idee nuove, promosse da persone che non hanno mai fatto gli assessori o i sindaci, che vivono di un lavoro e che non siano i soliti “professionisti” della politica.
Un programma, quello che stiamo stilando, che prevede un’attenzione alla qualità della vita dei nostri concittadini. Riqualificazioni fatte con sistemi innovativi, mettendo insieme le esigenze di risparmio e qualità.

Non accettiamo l’invito di Fabrizio Castellari e non saremo nel “listone”. Troppo distanti le politiche tra noi e il PD imolese. Paletti fondamentali per SEL erano la non attuazione della società strumentale – “Beni Comuni”- la rimozione dagli incarichi (società pubbliche o partecipate) di tutte le persone che ne avessero più di uno o che fossero già pensionati, la riattivazione dei servici ATC sull’intera città, un PSC che non “mangiasse” più territorio, una politica forte a sostegno delle aziende che stanno abbandonando il nostro circondario e che lasciano non solo buchi enormi a livello occupazionale nel presente ma abbassano anche le prospettive di crescita futura, senza dimenticare l’impoverimento che subiremo,non solo economico, perdendo produzioni di articoli che erano nati nei nostri luoghi.

Francesco Chiaiese

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