IMOLA MILIONARIA, OVVERO LA STANGATA By MARIO ZACCHERINI

A volte la vita è piena di sorprese e non sempre le scelte, con il senno di poi, si rilevano azzeccate. Per una volta, valutazione strettamente personale, il Comitato per un Autodromo diverso ha sbagliato.

In breve: venerdì scorso, al Donatello, si è tenuto un incontro incentrato sull’Autodromo, ma, pur invitati, abbiamo declinato l’invito per due motivi.

Il primo di natura strategia in quanto, da tempo, abbiamo deciso di metterci al tavolo solo con chi ha il potere di intervenire sull’esistente (Comune, Giunta, Formula Imola, Con.Ami) perché il tempo passa e di parole ne abbiamo udite tantissime, ma di fatti visti veramente pochi. Giusto o sbagliato questo è il nostro pensiero.

La seconda motivazione è strettamente legate ai contenuti uditi negli anni scorsi.

Mettetevi nei panni di un Comitato che vorrebbe, sul tema Autodromo, coniugare economia, impatto ambientale, rispetto della Legge (con la L maiuscola), ma, almeno nei primi anni, nella controparte ha trovato valutazioni e numeri degni di apparire in una commedia di Totò, senza l’ironia e l’arte del Principe.

Dopo Napoli milionaria il buon De Curtis, ne sono certissimo, avrebbe sicuramente girato un film dal titolo “Imola millionaria”, con due ll perchè nella nostra terra abbonda tutto, anche la fantasia.

Non scherzo!

Immagino la scena madre con il Maestro, mentre, interpretando il ruolo di Sindaco di Imola , da una finestra del palazzo comunale in piedi su una cassetta della frutta per apparire anche più alto, con voce possente afferma “l’Autodromo? L’Autodromo impatta sulla nostra città per 50 milioni di euro….dico cinquanta mi-lio-ni!. Perbacco” E subito dopo   dal pubblico una voce anonima urlando “dove li hai letti questi numeri?” e lui “non so leggere, ma intuisco”.

Sembro fantasioso? Credetemi a volte la realtà supera la fantasia.

http://goo.gl/u8uOxn (Anche il prestigioso Sole 24 Ore pubblica la favola dei 50 milioni)

In realtà l’iperbole dei 50 milioni non è stata la “chicca” migliore, in quanto superata dalla famosissima affermazione del futuro Presidente della Regione Emilia-Romagna, Daniele Manca, “l’Autodromo porta milioni (con una sola l) di turisti a Imola”.

In vero, come tutti sappiamo, Imolla attira millioni di turisti non tanto per visitare l’autodromo, bensì per vedere la migrazione degli asini che volano.

Gli asini non volano? Se non lo fanno significa che si sono evoluti e camminano in posizione eretta.

A cominciare da me, anche se sono uscito da tempo dall’allevamento.

Torniamo a venerdi.

Le cose sono andate diversamente perché, onore al merito, il Presidente della Stai, Montanari Gianfranco, ha presentato una fotografia del rapporto Autodromo-Imola-Turismo finalmente credibile, sulla quale, forse per la prima volta è possibile, impostare ragionamenti.

OPERAZIONE VERITA’

Il primo dato che colpisce è l’impatto economico che il nostro impianto ha sul territorio del Circondario: sulle oltre 270 mila presenze del 2013 l’Autodromo ha veicolato circa il 9.3% del turismo, ovvero 25 mila persone per un “controvalore” di 3.5 milioni di euro perché, si dice, ogni turista spenderebbe 140 euro.

Prendo il dato dei 140 euro come vero perché un minimo di fiducia bisogna darla al prossimo, non si può eternamente guardare agli errori del passato.

Ricordo un dato 2009 che dava una “ricaduta Autodromo” di 7 millioni di euro, mentre, dati alla mano erano “solo” 2.5.

Torniamo ai numeri 2013: dai 3.5 milioni vanno tolti circa 800.000 euro incassati dal settore alberghiero (in realtà dobbiamo togliere un 8%, danari che vanno a Formula Imola: quindi ne restano solo 736.000). Sintetizzando abbiamo un introito turistico generato dall’autodromo di 3.5 milioni che produce, questo è il dato certissimo, un volume di 736.000 euro per il settore alberghiero.

I rimanenti 2 milioni e settecentomila euro sono distribuiti tra le varie attività commerciali del circondario.

Per un utile confronto ricordo che le aziende locali portano sul territorio 65.000 persone….quasi il triplo rispetto al tempio della velocità, ma, come giustamente rilevato nell’indagine, è corretto pensare che l’appassionato del motore sia più incline a spendere rispetto a chi alberga per lavoro.

Rimane il dato incontestabile che le imprese locali da anni “pesano” maggiormente, rispetto a Ferrari: tra il 50% ed il 100%, dipende dagli anni.

Per fare un piccolo esempio:

2009 – Imprese (oltre 5 milioni) Autodromo (2.5 Milioni)

2010 – Imprese (poco meno di 6 milioni) Autodromo (circa 3 milioni)

2011 – Imprese (quasi 6.5 milioni) Autodromo (4.5 milioni)

Altro dato fondamentale per inquadrare il peso autodromo sono le persone che, grazie all’impianto lavorano: il numero complessivo è di 85 persone, come riportato da un quotidiano paragonabili ad una media impresa del territorio.

Ultimissimo elemento di valutazione: dal 2006 (ultimo Gp) ad oggi il flusso turistico è sempre aumentato, escludendo due arretramenti nel 2009/10, pur mantenendosi su numeri superiori al 2006.

2006 (227.972 presenze)

2007 (233.412 presenze)

2008 (244.492 presenze)

2009 (227.214 presenze)

2010 (239.438 presenze)

2011 (263.179 presenze)

2012 (manca dato)

2013 (274.000 presenze)

Sembra incredibile, pur in assenza della F1, dal 2006 al 2013 le presenze sono aumentate del 20%!

E’ vero che per il turismo locale l’indotto creato dalle nostre aziende è molto più consistente di quello della pista e, come vedremo a breve, un peso decisamente diverso per i contribuenti.

ESTERNALITA’

Per una volta non voglio considerare i problemi creati dall’attuale gestione legati al rumore, al non rispetto delle normative e, esternalità tra le esternalità, la distruzione del Parco Acque Minerali ed infine il problema dei bambini di Montebello.

Voglio fare solo ed esclusivamente un ragionamento economico…almeno ci provo: come abbiamo, grazie all’impianto 3.5 milioni di euro rimangono nel nostro circondario.

Di questi tempi la cifra non è esattamente piccola, quasi quasi mi vien voglia di dire grazie.

Epperò, come raccontano i piloti degli asini volanti, non sempre il cielo è sereno dietro alla collina e tale detto ben si identifica con le colline imolesi.

Mettiamo il casco e cominciamo a volare con loro.

Se l’Autodromo fosse in attivo o in passivo, anche pesante, sotto una gestione privata sarei abbastanza contento dei dati presentati, ma (stringete le cinture di sicurezza), quei numeri, non per colpa della Stai, rappresentano solo il cielo sereno prima della collina.

Proviamo ad andare oltre.

I 3.5 milioni di euro portati dall’impianto hanno anche dei costi.

Come annunciato, quando si parla di autodromo, si parla di una media azienda con 85 dipendenti (l’ufficiale di rotta Vi comunica che abbiamo superato la collina e all’orizzonte si vedono nuvole scure, l’asino ondeggia travolto dal vento, vento che porta grandine. Fulmini in lontananza. Se avete un principio di nausea chiedete all’hostess un Malox…meglio due.)

Dicevo 85 dipendenti che lavorano 12 mesi all’anno.

Do per scontato che siano pagati e tenuti scrupolosamente in regola (non ho nessun elemento per pensare il contrario), come per scontato do che la maggior parte di questi lavoratori siano dotati di una professionalità media.

Considerando che ogni lavoratore, fronte azienda, costa circa 30.000 euro all’anno trovo un totale di 85 x 30.000 = 2.550.000 euro.

Apperò, questo dato mi fa riflettere perché per portare 3.5 milioni di euro al turismo ne spendo 2.550.000 solo di costo vivo del personale, al quale vanno aggiunte le spese energetiche, assicurative, tasse e balzelli vari.

Non mi sembra più un affarone, ma penso che se Formula Imola chiude l’anno in attivo i conti torneranno per forza.

Una cosa deve essere chiara, ovvero che i flussi turistici non sono tutti uguali: l’indotto delle aziende non incide sui costi della collettività, mentre quelli portati dall’Autodromo incidono ed anche pesantemente sulle tasche del contribuente.

Il problema vero è che per noi cittadini il costo, in termini economici, è elevatissimo perché per mantenere il volume dei 3.5 milioni siamo costretti ad attingere dalla cassaforte di Con.Ami che, invece di investire su opere utili nel e sul territorio, si trova “costretta” a finanziare il finto benessere prodotto.

Se non ci credete, guardiamo velocemente i risultati di Formula Imola:

2008: -844.618 Euro

2009: -2.042.968 Euro

2010: -93.959 Euro

2011: -772.883 Euro

2012: -2.272.162 Euro

Il dato finale è veramente drammatico perché dimostra che il pur minimo benessere portato sul territorio non è “compensato”, sul piano economico, non solo dal ritorno dell’investimento, ma dal senso stesso dell’investimento.

COSA FARE?

Per prima cosa capire che il mondo è cambiato.

Mantenere quei due tre grandi eventi, anche rumorosi, portatori di pubblico.

Vedere l’autodromo come un immenso spazio e non una pista noleggiabile dal primo appassionato.

Un paio di concerti estivi

Aprirsi alle idee.

Creare un gruppo di imolesi in grado di lanciarsi nel mondo degli eventi, come organizzatori ed appaltare il meno possibile fuori dal territorio.

Aiutare le aziende imolesi a crescere perché questo è il vero must per il nostro territorio.

Mario Zaccherini

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RSSCommenti (7)

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  1. nicoletta folli says:

    Analisi molto attenta e chiarissima, che supporta ocn evidenza le conclusioni a cui da tempo, intuitivamente, molti erano giunti.
    Credo pertanto che la strada da seguire sia quella sopra descritta, che comporta una reale rivitalizzazione dell’impianto e del suo rapporto con la città.
    Poichè la proprietà e la gestione sono ormai in mano pubblica e visti i pregressi, credo sia estremamente opportuna una totale trasparenza e diffusione dei dati relativi alla gestione.

  2. mauro magnani says:

    Non è certo mia intenzione correggere l’amico Mario, ma i numeri sono numeri e i parametri relativi devono essere rispettati. All’uopo ricordo unicamente che almeno tre fra gli alberghi imolesi non appartengono a “Imolesi”, ma a società che nulla hanno a che vedere con il nostro territorio, pertanto tali proventi prendono vie lontane. Un’altra piccola sottrazione da effettuare … almeno servisse!

  3. Manzoni Andrea says:

    Analisi molto interessante, se nessuno smentisce i numeri, mi chiedo il perchè dell’attuale gestione… Sempre voler veder male, ma ultimamente ci si prende spesso!!
    Segnalo infine una serie di proposte per una gestione diversa presente nel sito http://www.movimento5stelleimola.it/
    Infine concordo con Nicoletta Folli sulla trasparenza e diffusione dei dati relativi alla gestione.

  4. Mario Zaccherini says:

    Caro Mauro, i dati economici andrebbero ulteriormente “trattati”.
    I 736.000 euro di “bonus” a favore degli albergatori vanno spalmati in base alle camere disponibili per hotel. A Imola e circondario.
    Ripeto, rispetto al passato i dati ufficializzati almeno si prestano ad una analisi seria.
    Sono occorsi anni, ma in linea di massima ci siamo.

    Mario Zaccherini

  5. Maurizio says:

    A mio parere questi dati non sono veritieri della reale situazione.
    Non è colpa di STAI e del Sig. Montanari, ma della difficoltà di calcolo dovuta alla molteplicità di casistiche. Personalmente contesto fortemente il valore di 140 euro al giorno della presenza autodromo.
    Prendiamo 3 esempi:
    1) due appassionati di moto che prenotano le due giornate di prove libere a Dekra del 12-13 aprile. Arrivo venerdì in tarda serata e ripartenza domenica sera; prenotazione di due notti in camera doppia + colazione all’hotel Eurohotel, costo 106 euro (fonte booking); due pranzi ad American Graffiti (c’è pure la convenzione) durante le prove diciamo 60 euro totali; sabato sera a cena in un ristorante (si trattano bene) diciamo 80 euro totali; aggiungiamo 50 euro di benzina per ripartire. Totale soldi spesi: 296 euro. Totale calcolato dalla ricerca 420 euro.

    2) Piccolo team di gara nazionale composto da 4 persone (2 meccanici, pilota e team manager) che prenotano due doppie per la gara del 4-6 aprile; arrivo giovedì sera partenza lunedì mattina. Prenotazione hotel Molino Rosso 4 notti per due doppie + colazione costo 800 euro (fonte Booking); Abbiamo 4 cene per 4 persone, diciamo 400 euro totali (25 euro a testa a cena); abbiamo i 3 pranzi in autodromo, nella cucina del team con quindi una spesa al supermercato diciamo di 100 euro (anche qui si trattano bene); aggiungiamo 100 euro di benzina. Totale soldi spesi 1400 euro. Totale calcolato nella ricerca 2240 euro.

    3) Istruttori di guida sicura in arrivo per tre giorni di corsi; prenotazione hotel olimpia camera doppia per 3 notti + colazione in maggio 170 euro (fonte booking); 3 pranzi per 2 persone in autodromo diciamo 120 euro (20 euro a persona a pranzo); 3 cene per due persone in ristorante diciamo 180 euro (30 euro a persona a cena); sfortunatamente questi fanno benzina in autostrada. Totale soldi spesi 470 euro. Totale calcolato dalla ricerca 840 euro.

    Queste tipologie di presenze si replicano migliaia di volte in un anno. Questi esempi dimostrano che il dato 140 euro, a mio parere non è credibile. La STAI dice che è comprensivo anche degli allestimenti in autodromo: bene, il costo degli allestimenti per le tre tipologie prese in considerazione è praticamente nullo e incide per ogni presenza al massimo di qualche euro.

    Altra considerazione: è stato detto che l’autodromo, con il monte ore lavorato, può essere considerato un’azienda con 85 dipendenti. E’ un dato, a mio parere, completamente fuorviante. Presi per assodati gli 8 dipendenti e il consiglio di amministrazione, diciamo 15 persone totali, analizziamo tutte le altre tipologie di lavoro che compongono il monte ore: almeno il 70-80% delle ore lavorate in autodromo, sono fatte da volontari o appassionati che sono retribuiti con un rimborso spese di poche decine di euro al giorno (personale di pista e non solo). Almeno il 10-15% delle ore lavorate in autodromo non sono fatte da aziende del territorio o che impiegano personale del territorio. Ne deriva che una parte irrisoria delle ore lavorate può essere considerata in questa ricerca. Più veritiero sarebbe dire che l’autodromo può essere considerato come una azienda di 20-25 persone, non 85.

    Ultima considerazione: questi dati non tengono in considerazione tutte le presenze in autodromo che non prenotano in strutture alberghiere. Alcuni esempi: chi prenota prove libere e dorme in camper o tenda; i team di qualsiasi gara che dormono in camper nel paddock; gli espositori del crame o i team di gare importanti che dormono fuori comprensorio imolese; gli spettatori della superbike o altri eventi che arrivano la mattina e ripartono la sera. Potrebbero essere 10-20 mila, ma anche 100-200 mila. Il totale dell’indotto reale è quindi difficilissimo da calcolare. E’ ampiamente sovradimensionato nei dati esposti ma potrebbe essere sottostimato nella realtà, perché appunto non considera chi non sosta in città.

  6. Mario Zaccherini says:

    Sig. Maurizio,
    complimenti per il metodo analico utilizzato nella sua analisi.
    Mi tolga una curiosità: nel primo esempio scrive che il calcolato della ricerca (Stai) corrisponde a 420 euro (le due persone che arrivano al venerdì sera).
    A mio parere, dato sempre per scontato la spesa di 140 euro giornaliere, il totale dovrebbe essere di 280 euro a testa, moltiplicato per due, ovvero 560 euro.
    Temo, tornando sui famosi 140 euro che la ricerca abbia inserito anche il costo del biglietto per entrare in Autodromo e, mi consenta la battuta, se parliamo di turismo motociclistico anche una eventuale multa…come è capitato anni fa.
    Ai tanti dati vorrei aggiungere due elementi di stimolo per allargare la discussione al turismo in generale della nostra città.
    Il primo è relativo all’impatto sostanzialmente nullo che le voci “Eventi Centro Storico” ed “Enogastronomeria” hanno sui movimenti totali turistici: i dati 2011 sono drammatici, insieme le due voci hanno movimentato 1345 persone per un impatto economico minore ai 100.000 euro.
    E’ del tutto evidente che numeri così bassi nascono dalla sostanziale volontà politica di non investire sul nostro centro storico e sulla cultura locale: in altre realtà queste due voci, sempre a livello turistico, fanno la differenza, ma a Imola tutte le risorse pubbliche sono “dirottate” verso l’impianto lasciando un oceano di potenzialità inespresse.
    Questa situazione porta ad una gravissima conseguenza economica….ovvero alla carenza di offerta turistica: perché un turista dovrebbe venire a Imola?
    Forse, solo guardando Faenza, si capirebbero tante cose.
    L’assenza di motivazioni caratterizzanti porta ad un’ulteriore conseguenza, quella della scarsa spesa “procapite” che i turisti lasciano a Imola.
    Se anche fosse vera la media dei 140 euro, come abbiamo visto in realtà, tra l’obbligo degli albergatori a versare l’8% degli incassi ed i costi indiretti a carico della collettività, la “ciccia” che resta a noi imolesi è veramente poca, dicevo, se anche fosse vera cifra, il valore è piccolo in assoluto.
    In una città come Bologna, non Roma, Venezia o Firenze, il turista mediamente lascia oltre 200 euro al giorno…e senza gabelle per nessuno.
    http://www.unindustria.bo.it/flex/cm/pages/ServeBLOB.php/L/IT/IDPagina/79147/UT/systemPrint

    Mario Zaccherini

  7. Maurizio says:

    Sig. Mario, c’è un errore come ha ben scritto. La cifra del primo esempio è in effetti 560 euro. Per quanto riguarda il costo dei biglietti, bisogna tener presente che le uniche due manifestazioni a pagamento sono il crame e la superbike. Per il crame il biglietto ha un costo bassissimo e comunque è acquistato per un buon 80% da persone che non sostano in strutture ricettive, mentre per gli espositori il discorso è diverso, ma sono meno di un decimo delle presenze del crame. Per la superbike, stesso discorso, chi acquista un biglietto (la stragrande maggioranza solo per la domenica) non sosta ad Imola e quindi non è compreso nella ricerca. Ci sono inoltre altre manifestazioni come la “Lemans series” o altre gare nazionali che prevedono un biglietto di ingresso, ma solo per la zona paddock, quindi le tribune sono quasi sempre gratis e comunque parliamo di poche migliaia di biglietti venduti in un anno se non qualche volta poche centinaia. Per quanto riguarda le multe, non credo che sia il caso di chi prenota le prove libere moto ad esempio. Più del 90% delle moto che girano durante quelle prove, non arriva in autodromo sulle proprie due ruote, ma caricate su carrelli o furgoni, anche perchè non potrebbero girare per strada, visto le modifiche che portano montate. In merito al discorso centro storico e potenzialità turistiche inespresse, credo si possa e si debba fare molto di più, ma dubito che le stesse persone che hanno gestito la promozione turistica negli ultimi anni, riconfermate e anzi investite di altre attività (vedi museo autodromo) riescano a invertire la tendenza.

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