A COME ANTENNE: QUANTE, DOVE, PERCHE’ By MARIO ZACCHERINI

Continua lo sciame di polemiche che ormai attanaglia la città di Imola da almeno due anni. Dopo una campagna elettore dai risvolti ancora oggi non chiari (sul tema torneremo presto) dove gli interessi personali probabilmente hanno avuto il sopravvento su quelli comuni, i cittadini si stanno, in maniera autonoma, responsabilizzando portando avanti battaglie di civiltà (cementificazione Via Kolbe ecc), di vita (problema antenne) oltre a quelle tradizionali che uniscono vita, civiltà e sprechi come il Comitato per un Autodromo Diverso.

La vicenda è nota ormai a tutti i cittadini, anche se i particolari molto dolorosi cominciano ad affiorare solo negli ultimi giorni (persone che hanno toccato con mano gli effetti letali di una proliferazione non “ragionata”). Per anni, per colpa di tutti, non solo della politica, questi killer silenziosi hanno ammorbato la nostra città senza che siano stati previsti controlli costanti almeno su scuole, ospedali ecc.

La prima domanda che spesso sento è “quante antenne sono presenti a Imola?”. Tante, decisamente tante, ma il vero problema non è il numero, ma la potenza, la vicinanza tra le stesse ed i mancati controlli.

Come sapete le compagnie che operano nel settore comunicazioni sono Vodafone, Tim, Wind e Tre. Come logico sia ogni compagnia dispone di strutture proprie (speriamo non ne entrino altre nel mercato) per coprire il territorio.

Vodafone dispone di 14 impianti

Tim dispone di 8 impianti

Wind disponde di 11 impianti

Tre dispone di 7 impianti

Preso un gestore alla volta Imola non sembra invasa da trasmettitori/ricevitori di telefonaia mobile, epperò, come declamava Totò, è la somma che fa il totale. In effetti sommando tutte le strutture il risultato dona il numero, non proprio piccolissimo, di 40 (quaranta) postazioni dedicati alla telefonia mobile, come da immagine seguente (Attenzione: le postazioni non indicate con una lettera contengono più trasmettitori, di operatori diversi, oppure due impianti vicini nello spazio).

Può capitare di trovare zone ad altissima concentrazione di antenne come il carico dell’acqua di Via Guerrazzi, dove, punto record per Imola, i quattro gestori sono presenti vicini, vicini.

Situazioni “particolari” si possono tranquillamente riscontrare anche in altri punti della nostra città. Tra le tante segnalo quelle relative al quartiere Campanella e Marconi.

CAMPANELLA

Nell’immagine due ripetitori (Wind e Vodafone) distanti tra loro 208 metri. Nulla di scandaloso? Forse.

Se aggiungiamo, alla stessa immagine, qualche punto di riferimento probabilmente un piccolo brivido, almeno per i residenti, scorrerà lungo la schiena.

Al punto 1 corrisponde ad un campo di calcio ovviamente molto frequentato da adolescenti che praticano attività sportive letteralmente sotto l’impianto Vodafone.

Stessa situazione al punto 2 (dieci metri più distanti) per gli amanti dell’arco ed affini.

Al punto 3 il Palagenius ed uno splendido anello asfaltato dove ogni giorno tanti anziani con i bambini passeggiano.

A completare la scelta di forte vicinanza del trasmettitore non poteva mancare un frequentatissimo centro commerciale (punto 4).

infine, al punto 5, la Scuola comunale Pulicari.

In breve un esercito di persone, tanti bambini e adolescenti, che quotidianamente vivono sotto una splendida antenna telefonica.

MARCONI

Il quartiere che per primo si è ribellato all’ennesima proliferazione di impianti, già oggi vive all’interno di una fortissima presenza di “segnale”, di seguito dimostrato.

I due punti di trasmissioni distano 168 metri ed ognuno diffonde i segnali di due gestori telefonici.

Diciamo che in tale zona il segnale è forte e chiaro.

PERICOLI

A questo punto la domanda legittima è “di telefonia ed elettrosmog in generale si muore?”, purtroppo, come dimostra lo studio pubblicato sul precedente articolo http://goo.gl/sXtX4A, la risposta è si, laddove la potenza del segnale sia troppo intenso e la vicinanza dei cittadini troppo ravvicinata ai ripetitori. In assoluto, per non fare terrorismo a buon mercato, verrebbe da pensare  che, se il segnale fosse poco potente ed i cittadini lontani dai trasmettitori/antenne, i rischi sarebbero forse quasi del tutto eleminati.

La Legge recepisce il pericolo delle onde elettromagnetiche e pone il limiti di 6 V/m e a 3 V/m la soglia di attenzione. Questi limiti sono contestati perché ritenuti troppo elevati da molti scienziati e forse nascono da pressioni delle potentissime lobbies operanti nel campo della telefonia. Il limite, comunque contestato, che “garantisce” il rispetto del nostro equilibrio fisico dovrebbe essere di 1 V/m.

Risulta del tutto evidente che le “potenze di trasmissione” devono essere controllate e monitorate sia per rispettare la Legge che per tutelare i cittadini.

Se pensiamo alla nostra città possiamo dormire sonni tranquilli? Esiste un monitoraggio continuo? Vediamo cosa dicono i dati per quanta riguarda rilevazioni in manuale ed in continuo:


Numeri implacabili a dimostrazione che Imola ha avuto negli anni passati delle vere e proprie bombe elettromagnetiche con valori nettamente superiori ai limiti di Legge o molto vicino ad essi. Forse, dico forse ed aggiungo con amarezza, se i nostri Consiglieri Comunali di maggioranza fossero a conoscenza di questi numeri, si sarebbero battuti con tutte le energie disponibili contro il solo pensiero di nuove antenne.

COSA FARE

Come cittadini possiamo fare moltissimo attivandoci in Comitati per fare aumentare la cultura e la consapevolaezza del problema nella città. Organizzare incontri, entrare dentro ai problemi tecnici, chiedere aiuto a tutte le associazioni e/o gruppi che mettono il Bene Comune al vertice delle loro azioni, banchetti, volantinaggi, diventare un vero e proprio gruppo di pressione che da Imola a Roma lotta per la Vita nostra, dei nostri figli e dei nostri nipoti.

Da subito, anche alzando la voce, PRETENDERE (non chiedere), che Imola sia controllata 24/24 sulle emissioni elettromagnetiche. Inoltre i dati devono sempre essere disponibili in tempo reale su internet: tutti i cittadini DEVONO avere il diritto di conoscere l’ambiente nel quale vivono.

In ultimo, si fa per dire, una constatazione amara: a Rimini da tanti anni esiste un fortissimo controllo sul territorio  che verifica gli ambienti più sensibili all’elettrosmog (asili, scuole materne, nidi d’infanzia, case di riposo, scuole elementari, strutture sanitarie, case protette ecc). Perché a Imola questo non è accaduto? Forse le nostre Vite valgono meno di quelle dei riminesi?

Controlli Rimini (2003-13) e Imola (ultime 7 immagini)




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