ATTIVA: COMUNICATO STAMPA SUL PSC

I Sindaci hanno il dovere di coinvolgere i cittadini e di ascoltarli quando prendono decisioni vitali per il bene comune per i prossimi 15 anni e i cittadini hanno il diritto di esprimere un giudizio informato su queste scelte e di proporre soluzioni per il futuro delle città e dei territori nei quali vivono. La Legge Regionale 20/2000 che definisce la “Disciplina Generale sulla tutela e l’uso del territorio” prevede all’Art. 8 la “Partecipazione dei cittadini alla pianificazione”. Il riferimento non è solo alle Associazioni economiche , ma anche a quelle sociali e a quelle che si sono costituite per la tutela degli interessi diffusi dei cittadini. Una partecipazione che non è solo consultazione ma che assume il carattere della concertazione tra i Comuni e la cittadinanza attiva ,organizzata in Associazioni e Comitati, sulle scelte strategiche e gli obiettivi della pianificazione urbanistica e territoriale. La Legge invita i Comuni alla più ampia pubblicità degli atti e dei documenti. A questo proposito il Circondario dovrebbe inviare a casa di tutte le famiglie una sintesi politica e tecnica chiara e comprensibile delle scelte del PSC ( Piano strutturale comunale) con accanto la motivazione trasparente che li ha spinti a farle. La Legge prevede che i Comuni decidano chi sia il Responsabile del procedimento per l’accesso agli atti del PSC e chi sia il Garante del processo partecipativo. Invitiamo perciò i Sindaci a rendere noto i nomi dei responsabili. Sollecitiamo perciò il Presidente del Nuovo Circondario Imolese Daniele Manca ad attuare la volontà della Legge sulla partecipazione, soprattutto perché il PSC1 che si conosce, in quanto è pubblicato sul sito del Circondario ,sta cambiando in profondità, tanto che si può parlare di un PSC2. Facciamo solo un esempio molto importante: l’indice di perequazione, concetto difficile per indicare l’equità che ci deve essere tra i vantaggi del privato e le opportunità del pubblico, definirà la dimensione e la qualità della “città pubblica”articolata nelle dotazioni territoriali in termini di servizi pubblici, verde, attrezzature ecologiche, infrastrutture della mobilità. Questo indice fondamentale è diminuito in modo consistente nel passaggio tra PSC1 e PSC2 ed è minore di quello di diverse Città della regione tra cui Reggio Emilia. Il PSC2 è conosciuto solo in parte e solo dalle Associazioni economiche e sindacali e dall’AITE, l’Associazione imolese dei tecnici edili, almeno per quanto riguarda gli indirizzi di fondo e le NTA(norme tecniche attuative).A questo proposito invitiamo tutti i professionisti del territorio ad informare i cittadini sulle scelte che verranno fatte con il PSC2 in modo che il processo informativo non coinvolga solo i proprietari dei terreni o le aziende di costruzione. Invitiamo perciò i Sindaci a convocare rapidamente le Associazioni di volontariato, di promozione sociale,ambientaliste, culturali,dei consumatori e sportive, compreso l’Associazione ATTIVA e di informare al più presto i cittadini del circondario sul PSC2 con un supporto cartaceo e telematico. I Forum potrebbero svolgere un ruolo attivo organizzando una partecipazione vera dei cittadini. Vogliamo ricordare che ancora non si conoscono:il PSC2 , il RUE (regolamento urbanistico ed edilizio), la Cartografia, le Schede d’ambito con la valutazione ambientale territoriale di progetto, le Schede di progetto dei Poli Funzionali. Infine vogliamo sottolineare che i dati del Quadro conoscitivo posto alla base della pianificazione urbanistica e territoriale risalgono al 2006. Siccome i fabbisogni e le previsioni dello sviluppo residenziale ed economico del PSC sono definiti sulla base di questi dati del 2006 si può affermare che essi non siano fondati in quanto non tengono conto della grave crisi di oggi , degli anni di recessione dei prossimi anni e non tengono conto del residuo dei PRG ancora da edificare ,né dell’invenduto. Questo processo partecipativo doveva avvenire prima. Almeno si ponga ora rimedio a questa disattenzione prima dell’adozione del PSC2 e i Sindaci si prendano tutto il tempo necessario per costruire questa partecipazione. Per ora il processo partecipativo è frettoloso, incerto e parziale, poco trasparente e poco informato. Perciò invitiamo i Sindaci a non sacrificare la partecipazione per recuperare il ritardo accumulato. In questo senso è necessario definire dei tempi certi per il processo partecipativo e per l’adozione del PSC.

ATTIVA

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  1. fabio rizzoli says:

    INSISTERE, INSISTERE, INSISTERE: bisogna far conoscere

    “Il PSC2 …. in modo che il processo informativo NON coinvolga solo i proprietari dei terreni o le aziende di costruzione”

  2. Luca Bartolucci says:

    Per cominciare ringrazio i curatori di questo spazio per l’opportunità di discussione che consente. Ritengo che ogni minmo movimento d’opinione nella realtà imolese è un evento, per quanto ne manca. E’ impossibile contraddire il manifesto di “attiva”, ma ciò, a mio avviso, invece di un pregio, va considerato un limite, significa forse che c’è poco “sugo”. Analogamente in questo comunicato sul PSC, dov’è il “sugo”? Qual è la posizione del movimento nel merito? Cosa esprime riguardo l’impostazione delle politiche del territorio e, in particolare, riguardo le modalità con cui la politica imolese ha gestito e sta gestendo il tema della edificazione? Quanto è rimasto e quanto si è derogato della impostazione di Salzano, tanto per prendere un caso recente? Quanto si è difesa l’area di ricarica della falda imolese? Quante cubature di “nuovo” sono state evitate? Le amministrazioni più lungimiranti stanno drasticamente riducendo l’espansione edilizia ed il consumo di territorio, sollecitando le aziende del settore a convertirsi verso la ristrutturazione del vecchio ed il miglioramento delle prestazioni termiche ed energetiche dell’esistente. Vogliamo mettere qualche “puntello” in merito? Grazie dello spazio. Cordiali saluti, Luca Bartolucci

  3. Mario Zaccherini says:

    Buonasera Bartolucci, le sue considerazioni sono corrette, ma la prego di considerare che questa Associazione ha cominciato a muovere i primi passi a dicembre 2011.
    L’approccio nei confronti del Psc è in “progres” nel senso che un parere definitivo potrà essere espresso solo dopo la lettura completa dei dati definitivi.
    Entrare nel merito del Psc, per le persone “normali” è molto difficile, ma la volontà e le competenze guida non mancano.
    La cosa veramente importante, in questa fase, è cercare di stimolare l’opinione pubblica ad un impegno forte nella sfera politica perchè la partecipazione non si limita ad esprimere un voto ogni 5 anni….è molto di più.
    RingrazianoLa per il post Le ricordo che PensieriDemocratici accoglie tutti i pensieri.
    Grazie.

  4. Credo che Attiva faccia benissimo ad alzare il tiro sul Psc e penso abbia tra i propri associati le personalità giuste per farlo. Detto questo i cittadini devono anche sapere che le cose non si cambiano o si regolano meglio da un giorno all’altro ma serve costanza, partecipazione e consenso. Diversamente anche le buone idee ed intenzioni sono destinate a fallire.
    Un abbraccio a Pensieri Democratici, Angelo.

  5. Luca Bartolucci says:

    Zaccherini ricevuto, apprezzo il ritorno, tuttavia chi sta seguendo dall’esterno il percorso di ATTIVA ha sete di capire qual è l’orizzonte del movimento.
    “Costanza, partecipazione e consenso”, osservo a Gentilini, non si ottengono per editto, le si possono far crescere aggregando le persone attorno a un’idea “di riferimento, centrale e forte” del tema posto all’attenzione. Condivido infine la difficoltà, per una “persona normale”, di decodificare un Piano territoriale, proprio per questo motivo, a mio avviso, è necessario portare in superficie gli elementi di fondo ed il “recinto” delle regole. Grazie, cordialmente, Luca Bartolucci

  6. Mario Zaccherini says:

    Buonasera Bartolucci,
    bella la domanda sull’orizzonte.
    Questa è una fase di costruzione culturale/identitaria, ovvero si sta partendo dall’osservazione del territorio non dando nulla per scontato.
    Forse è la parte più difficile di un progetto che non ha un orizzonte ben definito, perchè sempre in divenire rispetto al materiale, e alle conoscenze, in possesso.
    Per adesso un paio di tasselli sono chiari: approfondimento, e decodifica, del Psc più, da oggi, una posizione ben chiara sulla gestione Autodromo.
    Nelle prossime settimane sicuramente Attiva prenderà altre posizioni su altri argomenti, ma non dobbiamo dimenticarci che solo il Psc rappresenta una “enciclopedia” di argomenti per il futuro del nostro territorio.
    Chiudo segnalando che Attiva è prima di tutto un’associazione culturale e come tale aperta al contributo di tutte le persone che desiderano impegnarsi.
    Grazie per l’attenzione.

    Mario Zaccherini

  7. simona gasperini coen says:

    Alla serata organizzata da Attiva il movimento di Imola, presso la sede della Bcc in piazza Matteotti, sono intervenuti l’Arch. Rudi Falaci di Tecnicoop BO, progettista responsabile PSC di Reggio Emilia, l’Atch. Francesco Coppola, esperto di Urbanistica e Comunicazione, il Prf. Leonardo setti, UNIBO, esperto di pianificazione energetica e ambientale della Facoltà di Bologna, invitati dal Presidente di Attiva, Raffello De Brasi, che indicano come il nodo della questione che ci troviamo di fronte in questa drammatica crisi è rappresentato dal fatto che il risanamento finanziario è condizione necessaria, ma non sufficiente per determinare la crescita del Paese. E la crescita del paese non è solo edilizia senza controllo.
    Lo stesso presidente Monti sottolinea quanto l’Italia sia parte dell’Europa, e quindi, aggiungo, quanto come una città come Imola, una delle 100 città d’Italia, sia parte anch’essa della Europa che cambia. Mi sembra si stia diffondendo una maggior consapevolezza da parte di tutti del fatto che i compiti a casa sono utili, necessari, ma non bastano. E’ necessario cominciare ad avere una visione globale e lungimirante.
    Bisogna partire dai 5 punti fondamentali, collegati fra di loro.
    A livello centrale,innanzitutto, lo sviluppo deve partire dalle infrastrutture tecnologiche di banda larga (Agenda digitale italiana) perché tutti ritengono che ciò possa produrre immediatamente nuovi posti di lavoro, nuove occasioni economiche ed una crescita del territorio, per evitare disuguaglianze , nell’efficienza della connessione alla rete.
    Ma in secondo luogo, vi è la riqualificazione energetica urbana del patrimonio esistente, anche ai fini del raggiungimento degli obiettivi europei per quanto riguarda la riduzione dell’effetto serra. Qui c’è un intero capitolo che può determinare crescita e sviluppo nel settore edilizio interrompendo lo spreco di suolo. La Germania ha varato circa dieci anni fa una legge molto rigorosa in materia. È chiaro che il modello di sviluppo fondato sull’espansione edilizia ormai è finito. L’Italia dovrebbe fare altrettanto e finalmente puntare con decisione – come affermano anche le associazioni economiche del settore – in tale direzione.
    In terzo luogo, è importante la green economy con tutti gli investimenti che sono possibili e necessari nel settore delle energie alternative.
    Il quarto punto, le infrastrutture della mobilità pubblica, anche di carattere ferroviario, soprattutto per quanto riguarda i bacini locali e regionali. Mi riferisco al sistema ferroviario metropolitano di bologna.
    Infine, la ripresa degli investimenti pubblici. E qui, comprendo che si va a toccare la legge, per noi di difficile accettazione, dalla stabilità di bilancio, che obbliga il Comune a non creare quel circolo virtuoso che metterebbe ossigeno in circolazione.
    In questi cinque fattori che ho citato, indicati nel PNR come fattori chiave per la crescita e lo sviluppo del Paese, il ruolo delle città è fondamentale, e non perché vi siano aree del Paese che contino di meno o di più ma perché le città in tutto il mondo, da quando siamo entrati nell’economia della conoscenza fondata su fattori immateriali della produzione e dello sviluppo, sono i sistemi propulsivi della crescita.
    L’Italia ha una straordinaria ricchezza perché è il Paese delle 100 città, e non solo delle grandi aree metropolitane, eppure non investe sufficientemente in tale direzione. In Parlamento, si comincia a discutere, a livello trasversale, dove si propone che l’Italia si dia finalmente, come chiede l’Europa, un’Agenda urbana.
    In sostanza, cari cittadini, a Roma si sta già pensando in modo diverso, come avviene in tutta Europa e non in Italia.
    Quando andiamo in giro per l’Europa e vediamo quanto sono cambiate le città nel corso degli ultimi dieci-venti anni, dobbiamo capire che lo sviluppo urbano si deve molto alle politiche nazionali. Sono più Homocentriche.
    È ora di smetterla di considerare le città e le loro istituzioni come una semplice fonte di spreco, costi e spesa. Si è troppo livellato l’intervento di riduzione della spesa – trattando tutti allo stesso modo, quando invece è chiaro che esistono generatori di politiche di crescita che vanno riconsiderati.
    Ovviamente mi auguro pertanto ci sia una revisione complessiva delle regole del Patto di stabilità interno per tutti gli enti locali, anche in rapporto all’attuazione del nuovo articolo 81 della Costituzione. Ma al tempo stesso vorrei che si riqualificasse la città, come concetto di piazza, di collegamento tra i singoli.
    Il PSc è l’occasione per rimediare a un difetto delle politiche di questi anni e per fare delle città un elemento propulsivo della crescita di cui il Paese ha un enorme bisogno.
    Simona gasperini

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