LIBERI DI ESSERE DEMOCRATICI ? BY MARIO ZACCHERINI

Articolo 6 dello Statuto del PD:

Il Partito Democratico riconosce e rispetta il pluralismo delle opzioni culturali e delle posizioni politiche al suo interno come parte essenziale della sua vita democratica, e riconosce pari dignità a tutte le condizioni personali, quali il genere, l’età, le convinzioni religiose, le disabilità, l’orientamento sessuale, l’origine etnica.”

Nello statuto del Partito Democratico l’articolo 6 evidenzia come la democrazia abbia un ruolo centrale nell’azione del partito. Come ho scritto in altre occasioni il nostro Statuto supera la contingenza per assumere la valenza di un documento atto alla costruzione di una cultura politica all’interno della quale la diversità è una ricchezza e non un problema.

Sembra quasi che gli estensori abbiano avuto la consapevolezza che, sia pure a macchia di leopardo, il virus del berlusconismo abbia pervaso ampissimi strati della società arrivando a colpire anche, ripeto a macchia di leopardo, parti del Partito Democratico.

E’ veramente bello l’articolo 6 perché rappresenta un momento rivoluzionario: in sostanza la via indicata è chiara, in quanto la pari dignità non si limita più nell’accettare le classi variabili uomo/donna, giovane/anziano, abile/diversamente abile, bianco/nero, ma arriva al punto di sostenere che nel partito c’è spazio anche alla diversità di pensiero. Sulla carta è veramente un passaggio epocale: c’é la possibilità di discutere a 360 gradi di politica.

Un punto non è chiaro: se è vero che il pluralismo è accettato, come possiamo concretizzarlo?

Non certo con gli strumenti ordinari per due motivi:

  1. gli argomenti “scabrosi” non vengono mai presentati nelle direzioni, ma se ne ha conoscenza solo attraverso la lettura dei quotidiani locali
  2. se in direzione si prova ad obiettare, la risposta classica, condita dai sorrisetti, del nutrito esercito di “yesman” è “non c’è problema, va tutto bene”.

A completare un assetto fortemente democratico abbiamo l’art. 10:

Il Partito Democratico promuove la circolazione delle idee e delle opinioni, l’elaborazione collettiva degli indirizzi politico‐programmatici, la formazione di sintesi condivise, la crescita di competenze e capacità di direzione politica, anche attraverso momenti di studio e di formazione.

Fantastico, il partito riconosce le diversità culturali e promuove la circolazione delle idee e delle opinioni, assolutamente incredibile; in quest’Italia decadente un partito permette la presenza sia di rigidi paradigmi figli del centralismo democratico che di paradigmi ossigenati dal respiro della società.

Belle parole, ma non sempre la realtà, forse perché il partito è federale, collimano con lo Statuto. In Sicilia, per esempio, i maggiorenti del Partito Democratico si sono fatti sberleffi del volere degli elettori e così in campagna elettorale si sono presentati contro Lombardo per poi “inciuciare” allegramente sostenendo la Giunta del Governatore. Un esempio di come la cultura del berlusconismo possa tranquillamente essere presente anche senza Berlusconi.

Veniamo ad Imola. La domanda, dopo le polemiche seguite allo strappo sulla famosa ambulanza, rivolta ai maggiorenti locali, è molto semplice: se lo statuto permette alla mia persona di essere libero nel pensiero e mi rispetta e, come partito, promuove le idee e le opinioni credo che sia giusto, che pensieri diversi vengano resi pubblici, in particolare quando non è stata avviata una discussione interna preventiva, preferendo un modello tristemente simile a quello siciliano.

In soldoni penso che, oltre all’ambulanza, Imola e Circondario siano “bombardati ” da problemi sui quali la politica dovrebbe dare risposta, quali: la gestione dell’autodromo, la funzione del Circondario, il Cimitero fatiscente, la scelta di destinare 600.000 euro alla costruzione di un museo dell’autodromo, la Fucina, la Guardia di Finanza che “visita” il Comune di Dozza, l’aumento degli assessori nel Comune di Castel Guelfo, il problema eternit ad Imola, il “caso” progetto teatrale del Comune di Casalfiumanese e tante altre situazioni. Tutti problemi vicini ai cittadini che sarebbero meritevoli di essere discussi in assemblee pubbliche (come peraltro fanno già in altri territori a guida PD), già tra due settimane.

Questo mi piacerebbe facesse il mio partito, ma, come nel caso ambulanza, in assenza di iniziativa politica, ritengo sia doveroso attivarsi, anche singolarmente, per avviare un percorso democratico di promozione e circolazione delle idee.

Non vogliamo diventare il partito delle tre scimmiette.

Ps

La mobilitazione sull’ambulanza ovviamente non si è conclusa.

Mario Zaccherini

Share

Filed Under: Diritti civili e libertà personaliFeatured

Tags:

About the Author:

RSSCommenti (1)

Lascia un commento | Trackback URL

  1. Complimenti Mario, richiamarsi alle regole condivise è il modo migliore per creare compattezza all’interno di una organizzazione. Se le norme non vengono rispettate da chi si è fatto garante di esse, cioè da chi ha fondato il Partito Democratico allora è giusto rendere pubblico il dissenso. I luoghi per esprimere il proprio pensiero esistono. Esistono i circoli, esistono le direzioni ed esistono anche le istituzioni (Comuni e Circoscrizioni). Bisogna smettere di pensare che se si discute con posizioni diverse questo sia sintomo di divisione politica: questa si manifesta se dopo la scelta della linea c’è qualcuno che non la sostiene e non la rispetta (ma questo è un portato del berlusconismo che va superato). Poi se esistono posizioni inconciliabili con la cutura democratica di base le soluzioni sono due: uscire dal partito o cambiare la propria cultura politica.

Lascia un commento