AMELIA FRASCAROLI: MADRE DEL RINASCIMENTO BOLOGNESE?
admin | Nov 28, 2010 | Comments 0
Paese strano l’Italia; sembrava avviato verso un declino inevitabile figlio di vent’anni di cultura Craxi-Berlusconi e di tutta una serie di effetti che l’ha portata al di fuori delle esperienze europee. Tra gli effetti più vistosi la non capacità del mondo politico di poter presentare, o anche solo progettare, una visione del mondo autonoma, originale, da contrapporre a quella ben chiara del Silvio nazionale.
Questa situazione, subita in particolare dalle giovani generazioni, li ha portati a trasformarsi, per tanti anni, in soggetti invisibili.
Anche la sinistra pareva aver perso la naturale e tradizionale tendenza ad essere coscienza civile della nazione per trasformarsi in una fotocopia moderata ed equilibrata della destra populista italiana.
Due esempi su tutti: conflitto di interessi e legge elettorale (porcellum).
Argomenti importanti, talmente importanti al punto che la sinistra, quando ha governato, non ha nè introdotto, nè modificato; vien da sorridere al pensiero che l’aggregato partitico Prodi bis abbia vinto le elezioni con il “porcellum”, non lo abbia modificato e adesso sia disposta a fare cadere il governo pur di cambiarla.
Epperò l’Italia, nel bene e nel male, rappresenta sempre una realtà piena di sorprese.
Proprio nel momento di maggior crisi morale ed economica ecco che, nel volgere di pochissimi mesi, la fotografia politica appare rivoluzionata.
La società civile, ed in particolare la nostra bellissima gioventù, dopo aver aspettato inutilmente per anni che i partiti si assumessero la responsabilità di guidare il paese verso un nuovo rinascimento hanno anticipato, o forse sostituito, il ruolo della politica per farsi politica.
All’improvviso il Popolo Viola ha scosso le coscienza a difesa della Costituzione, subito dopo la Fiom è riuscita a raccogliere lavoratori ed opposizioni (quasi tutte), sul tema del lavoro, ora la Cgil e gli studenti ed addirittura, l’undici dicembre, anche la Bella Addormentata italiana scenderà in piazza.
Decisamente sta cambiando qualche cosa.
La percezione netta è che gli italiani siano stanchi di essere rappresentati da soggetti terzi troppo narcisi nel dare prova di ascolto ed abbiano deciso di rendersi autonomi; non più schiavi di un sistema che pretendeva (pretende) di ragionare e decidere per loro, ma attori consapevoli del mutamento sociale.
Pare che si stia andando verso il superamento del legame “il mio partito e gli altri” per arrivare ad un “questa idea e le altre”, ovvero la distinzione noi/voi non nasce più dall’appartenenza ad un partito, ma ad un’idea, ad una visone del mondo contrapposta ad un’altra.
Alla spartizione verticistica, vera o presunta, partitocratica si sta sostituendo una consapevolezza popolare sul e del merito. In realtà i primi segnali di mutamento li abbiamo avuti nel Pd durante le primarie per l’elezione del Segretario nazionale. In quel frangente Ignazio Marino fu portatore di principi visti con paura e sospetto dalla struttura dominante, ma che fecero presa sul cittadino ordinario. Idee e merito, come elemento di distinzione, trovarono esempio eclattante nella regione Puglia durante le primarie per il candidato governatore: in quella realtà gli elettori si ribellarono alla non politica del Pd regionale per appoggiare un’idea che veniva rappresentata da Vendola. E’ stato il primo clamoroso cambiamento identitario; tra il mondo immaginato da Vendola ed il funzionario asettico proposto dal Pd i pugliesi scelsero il primo.
Il Partito Democratico ha vissuto questa vicenda come una sconfitta, ma, dal mio punto di vista, è un’idea sbagliata perchè, se i pugliesi hanno potuto godere di uno strumento formidabile e coinvolgente come le primarie il merito va dato completamente a tale partito che le ha introdotte in Italia.
Le primarie rappresentano uno degli elementi scatenanti questo rinascimento perchè offrono ai cittadini la possibilità di essere veramente attori coinvolti e, all’interno di questa prospettiva, ci si confronta non più come simpatizzanti di un partito, ma di un’idea.
In Puglia non ha vinto Vendola, ma l’idea portata da Vendola, a Milano non ha vinto il partito di Pisapia, ma l’idea portata da Pisapia.
Ovviamente le idee sono per natura trasversali ai partiti e nascono dalle esperienze portate dai cittadini declinate dalla capacità di ascolto della politica.
Quello che sta accadendo a Bologna sintetizza al meglio questa nuova realtà.
- gli attori tradizionali (partiti) non sono più i trainatori culturali della società, ma vengono trainati.
- la società, così emancipata, fa politica e offre politica (Amelia Frascaroli e non solo).
Non è un caso che, proprio a Bologna, si siano vissute due situazioni non immaginabili solo un anno fa. Nel giro di pochi giorni il capoluogo è stato visitato sia da Massimo D’Alema che da Nichi Vendola con interesse popolare opposto. Per l’ex Presidente del Consiglio, tolti i funzionari di partito, la società civile non si è mossa, mentre per il Governatore pugliese si è attivata in massa. Il motivo è quello già indicato prima, mentre Vendola è probabilmente avvertito come portatore di interessi generali della società emancipata, D’Alema è percepito come un politico curatore di interessi particolari.
Rappresenta, D’Alema, quella parte della politica che come partecipazione politica della società intende il volantinaggio, cuocere salsicce ed alzare la mano avvallando decisioni prese in altre stanze. Ascoltare è tempo perso, molto meglio parlare. Punto.
Per fortuna all’interno del Partito Democratico questo modello partecipativo è sempre più messo in discussione ed aumenta, giorno dopo giorno, la voglia di aprirsi ad una vera democrazia che tragga linfa dalla società e non dalle società.
Le primarie sono proprio lo strumento, quasi crudele per le realtà politiche non più in contatto con la società, che permettono l’emersione della realtà quotidiana su quella virtuale dei partiti (non sempre, ma spesso).
Amelia Frascaroli rappresenta proprio questo, una cittadina, una moglie, una madre una persona senza tessera partitica che, attingendo dalle sue vaste e qualificate esperienze, offre la sua visione del mondo ai bolognesi.
Rappresentante di punta del Partito Democratico, pur non avendo mai avuto la tessera, è sostenuta da Sinistra Ecologia e Libertà, da parte del Pd, ma, cosa più importante da una bella “fetta” della società bolognese.
Amelia è la sintesi di questa rivoluzione culturale che sta attraversando il paese; il primato delle idee contro la vecchia concezione del primato del partito, dell’apparato, delle tessere.
Vedere Vendola che davanti a migliaia di giovani sposa l’opera ed il pensiero della candidata che, a costo di essere noiosi e ripetitivi, non ha tessere ma idee è veramente rappresentativo di una nuova politica.
Questo non vuole dire che i partiti non siano importanti, lo sono eccome.
Sinistra Ecologia e Libertà ha colto il mutamento e sta dando un grandissimo contributo al risveglio nazionale, ma la stessa cosa sta accadendo in una parte del Pd, nell’Italia dei Valori, in una parte della Chiesa Cattolica ecc.
Se Amelia vincerà non ci saranno vincitori e sconfitti perchè avrà vinto la comunità bolognese non riconducibile ad una tessera.
Con lei vengono superati gli steccati ideologici in quanto sostituiti da idee ed aperture su tutto e su tutti: nasce una nuova cultura che si concentra sui bisogni e sulle possibili soluzioni. Nell’intervista è presente un passaggio centrato sulla funzione/presenza della Chiesa in Italia, pur non anticipando nulla del contenuto, mi permetto di dire che con questo mondo cattolico potremmo avviare un cammino che ci porterebbe veramente lontani.
Sembra banale, ma invece è rivoluzionario, con Amelia si supera anche la distinzione cattolico/non cattolico in quanto tutti appartenenti alla stessa comunità, figli della natura o di Dio non fa differenza perchè entrambi hanno le stesse aspirazioni e gli stessi bisogni.
Ho avuto la fortuna di partecipare ad un incontro organizzato da Amelia incentrato sull’inclusione e, a differenza di scenari similari in ambito partitico, si è discusso al 99% di problemi e possibili soluzioni senza tirare in ballo (che noia) sempre Berlusconi.
Di questo vogliono parlare i cittadini e, da questo punto di vista, penso che il valore aggiunto offerto da Amelia alle primarie sia di inestimabile valore, in quanto rappresenta proprio il cittadino che si fa politica.
Il buon senso che si fa politica.
Se non è rivoluzione questa!
Oltre all’intervista gentilmente concessa da Amelia alleghiamo anche il collegamento con il sito personale
Mario Zaccherini
www.pensieridemocratici.it
Filed Under: Politica
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