IMOLA 2015: E AL SABATO SERA FACCIAMO QUELLO CHE CI PARE By MARIO ZACCHERINI

La libertà di stampa italiana viene collocata al 73 esimo posto nel mondo. Effetto Berlusconi? Si e no, nel senso che l’ultimo balzo all’indietro lo abbiamo avuto nel 2014 in pieno renzismo.

Certo, sempre meglio della Cina, Turchia e Siria, ma, per fare un esempio, peggio della citatissima Danimarca (dai ragazzi, quella presa ad esempio per ridurre i diritti dei lavoratori…solo quelli) che si colloca al terzo posto.

Questa situazione si presta ad un paio di riflessioni: la prima, la più evidente, è che i giornalisti non sono liberissimi di esprimere le loro idee (male minore) e/o narrare la realtà mondana (cosa gravissima). La stampa verrebbe/viene utilizzata per alterare, poco o molto che sia, la realtà per indirizzare i lettori verso sponde partitiche “vicine” all’editore e/o, dipende dai casi, “manipolare” lo spirito critico davanti a situazioni come l’abolizione dell’Art.18.

Non dimentichiamo che l’informazione è un elemento fondamentale per mantenere o (re)instaurare un modello democratico.

Un esempio classico sono i quotidiani della destra (Libero su tutti) e quelli “liberal” come Repubblica che per tantissimi anni hanno contrastato l’avvento ed i vari governi delle sinistre o delle destre, spesso in maniera pregiudiziale. D’altronde, lo sappiamo tutti, i media possono plasmare le coscienze dei lettori/cittadini!

La cosa può disturbare, ma se non tocca le tasche degli italiani (finanziamenti pubblici) dobbiamo accettare che l’editore, quando lo ritiene giusto, possa imporre le linee guida ai propri giornalisti. In fondo l’informazione si confronta in un “libero” mercato ed alla fine sono gli utenti/cittadini a premiare o meno le varie testate.

Le cose cambiano enormemente quando la carta stampata, o quella televisiva, sono sovvenzionate dallo Stato, in tali situazioni i cittadini devono pretendere che l’informazione si attenga ad una analisi della realtà, per quanto possa essere difficile, e comunque sia sempre data la possibilità agli utenti di confrontare più interpretazioni. La trasparenza, l’onestà intellettuale e l’obbligo di essere uno strumento a tutela del sistema democratico dovrebbero stimolare i vari Direttori nella continua ricerca della Verità, a Roma, come a Imola.

Questo perché, come parte delle nostre tasse servono alla difesa nazionale, anche quelle destinate alla stampa devono avere un fine etico.

In fondo, entriamo nella seconda riflessione, se lo Stato finanzia, lo stesso Stato deve farsi garante che tali risorse abbiano un fine informativo, ma anche educativo e di stimolo per i lettori. Facciamo qualche esempio su Imola.

IL CASO IMOLA

Tra i maggiori argomenti di discussione l’Autodromo rientra sicuramente nei primi posti: da anni è in corso un dibattito che coinvolge cittadini, associazioni ed ovviamente anche i partiti. All’interno di questo argomento, che appassiona moltissimi cittadini, ci si aspetterebbe che la stampa locale (finanziata) tenesse un profilo alto nel valutare i costi/benefici dell’impianto e dell’amministrazione dello stesso.

Insomma dovrebbe porsi come strumento culturale/informativo per aiutare la genesi di un’opinione pubblica critica.

A Imola è così? Dai non scherziamo! I cittadini/comitati che negli anni hanno cercato, e stanno cercando, di far emergere le varie verità sono sostanzialmente messi all’angolo in quanto considerati come disfattisti o, come si dice adesso “gufi”. Eh si, nel nuovo millennio volere bene alla propria città non piace a coloro che devono difendere lo status quo…e come si arrabbiano…

Poi ti svegli una mattina con il Cottarelli di turno (niente paura Conservatori, non lavora più in Italia, pericolo scampato, anzi anche l’erede ha rinunciato) che mette all’indice la gestione, oppure che una testata come Il Corriere della sera che considera il nostro impianto un autodromo di serie B.

Capito? Un autodromo di serie B: esattamente le cose che da almeno tre/quattro anni i cittadini/comitati che hanno l’umiltà di studiare bilanci, contesti ambientali e problematiche varie denunciano all’opinione pubblica, anche se spesso, troppo spesso, in opposizione alle “linee guida” della carta stampata finanziata dal pubblico, ma utilizzata per fini privati.

LEGGI IMOLA AUTODROMO DI SERIE B

Le situazioni potrebbero trasformarsi in un lungo elenco, ma credo che uno dei casi eclatanti sia ben rappresentato dalla feroce polemica intercorsa tra il Settimanale imolese il Sabato Sera, il sottoscritto e la cara amica Marina Giambi.

L’episodio, siamo nell’estate 2014, nasce dalla richiesta dell’allora Associazione Imola Migliore (non Giorgio Laghi) indirizzata alla sfera politica, di prendere in esame la possibilità di vendere una parte delle azioni Hera e devolvere il ricavato come strumento di ricostruzione alla città.

La risposta, anzi le risposte, furono tipiche dei sistemi che stanno morendo: chi siete Voi Soloni (io e Marina) e tuttologi (quello sono io) per poter anche solo proporre certe cose.

Diavolo, ancora oggi penso, dedichi decine di ore allo studio di queste tematiche ed il Direttore ti prende a pesci in faccia!

Bell’utilizzo dei finanziamenti pubblici!

Ironicamente definito tuttologo….epperò forse aveva ragione il Direttore perché in effetti quanto umilmente chiesto da Mario Zaccherini e Marina Giambi (in fondo abbiamo riportato solamente un pensiero di buon senso) è, ma pensa un po’, esattamente quello fatto dalla città di Ravenna a guida Pd.

Se avete del tempo da perdere leggete la “cruda” (ALLEGO UN RECENTISSIMO ARTICOLO SU RAVENNA E LA VECCHIA LETTERA CON RISPOSTA) polemica del 2014, l’articolo sulla vendita azioni e traete le conclusioni; il Comune di Imola potrebbe incassare oltre 8 milioni di euro che, la situazione è sotto gli occhi di tutti, dovrebbero essere utilizzati per “rattoppare” il nostro manto stradale, riqualificare l’illuminazione pubblica, assumere personale pubblico e non privatizzare le scuole, attivare corsi di riqualificazione per le centinaia di persone che hanno perso il posto di lavoro in Cesi e 3Elle, riqualificare il centro storico, il Parco delle Acque Minerali.

Una proposta per utilizzo democratico dei nostri danari, come fanno in altre città, viene duramente osteggiato dalla stampa finanziata dallo Stato. Viene sostanzialmente negato al cittadino il potere di proposta, ribaltata la realtà, fino al tentativo di “intimorire” i proponenti.

Un pessimo servizio per il cittadino e un pessimo utilizzo di risorse pubbliche.

In Danimarca molto probabilmente queste cose non accadono!

Incredibile! Come incredibile è l’atteggiamento, anche se, da Linguerri in poi, risulta sempre più chiaro che, per chi è dentro al sistema, il libero pensiero dei cittadini è visto come qualche cosa di malefico e strutturalmente sbagliato. In fondo la maggioranza sostiene che si vota (grazie), poi per cinque anni gli eletti fanno quello che vogliono!

Implicitamente, nel fare quello che vogliono, possono anche tradire la volontà popolare come fatto dal suo alleato Giorgio Laghi. Oppure, come sta facendo il Pd, estrarre dal cilindro argomenti strategici come la discarica non citati nel programma elettorale.

Ho il sospetto che di democratico abbiano il solo il nome.

Oppure, mi piacerebbe pensarlo, che i nostri eroi stiano semplicemente copiando una scenetta di Avanzi (spero di ricordare bene) dove i vari attori impersonavano gli eletti del Popolo delle Libertà intonando “facciamo il cazzo che ci pare”.

FACCIAMO IL CAZZO CHE CI PARE VIDEO

In fondo, sarà un caso, Laghi, Linguerri e Peppi sono seduti vicini e ricordano molto gli eletti berlusconiani degli anni 90.

Dietro a loro Marcello Tarozzi.

No, non è un caso…è una sfiga!

Ancora una cosa. Ricordate i tempi in cui Verdini e Berlusconi erano considerati dei nemici? Ricordate quante volte Berlusconi è stato criticato (giustamente) perché rappresentava l’essenza materializzata del conflitti di interessi?. Aspetto con interesse di acquistare il prossimo numero del settimanale finanziato con risorse pubbliche per vedere se il Direttore avrà il coraggio di denunciare un caso scandaloso di conflitto di interessi.

Giovedì scorso, durante il dibattito, sulla discarica il Capogruppo del Partito Democratico è intervenuto ed ha votato pur avendo la moglie che lavora in un’azienda del Gruppo Hera che, guarda a caso, è attiva nella discarica………..

Avrà votato pensando alla salute pubblica o al lavoro della moglie?

Non sarebbe stato meglio uscire dall’aula?

CONCLUSIONE

Tutto sommato la situazione è grave, ma non seria perché gli anticorpi democratici si sono attivati ed è ipotizzabile un cambiamento a breve.

E i Direttori? E il Direttore?

Se chiudete gli occhi lo potete vedere in maniera nitida come lo vedo io.

Guardate in profondità…vedete?

Laggiù è seduto un uomo dalla mente aperta. Si sente lo spiffero fin da qui (Groucho Marx).

Mario Zaccherini

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  1. Walter Burns says:

    Te l’ho già detto, “Ti avverto Zaccherini, detto Mario, c’è una provvidenza divina che veglia sul Sabato Sera, un arcano potere….”. Hildy sta bene con sua moglie.

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