VERAMENTE IN REGIONE VOLEVATE IL MODELLO IMOLA? By MARIO ZACCHERINI

Il mese di agosto si chiude con la pubblicazione dello studio che il team di Cottarelli (Commissario straordinario per la revisione della spesa pubblica, per il Governo) ha fatto sugli Enti locali partecipati.

La motivazione è ovvia: in un paese a sviluppo zero le uniche risorse, oltre all’aumento delle tasse o la riduzione dell’evasione ed elusione fiscale, possono essere le aziende controllate dalla politica perennamente in rosso.

L’analisi è molto chiara basandosi su pochissimi elementi: Mezzi propri (Patrimonio Netto, Reddito Netto, Roe (%) (Indice Redditività Capitale Proprio). Poche variabili per avere immediatamente il senso dell’andamento dell’ente. Grande sorpresa, per i meno attenti, nello scoprire che Imola, con la società Formula Imola, viene indicata tra le peggiori perfomances di tutto il paese.

Un dato che dovrebbe fare arrossire tutta la comunità imolese, in particolare quella politica, ma che curiosamente ottiene l’effetto contrario, ovvero quello di rafforzare, almeno nelle parole del Sindaco Daniele Manca, la convinzione che la nostra città si distingue dal resto del paese per qualità e risultati amministrativi.

Leggete cosa viene pubblicato sul settimanale locale Sabato Sera:

Per il nostro Sindaco siamo (è) bravissimi e che da noi (dove comanda lui) i conti tornano.

Cottarelli dice il contrario, i numeri ribaltano la versione del “Migliore” e, colpo di scena, infine anche le poste non funzionano.

Sia chiaro nel nostro paese tutto può accadere e, all’interno di tali incertezze, non meravigliamoci se non tutti i dati (bilanci di Enti controllati) siano arrivati a Roma.

Cottarelli, tranquilli, tra poco verrà licenziato perché sta mettendo troppo in crisi il sistema di potere, avrebbe voluto vedere anche i “conti” di ConAmi e Consorzio Osservanza, ma non sono mai arrivati.

Non solo, anche la tanta sbandierata Beni Comuni risulta nella lista nera dello spreco presentando una perdita di circa 50.000 euro e non è finita. Ma poi tanto si parla di “modello Imola”!

Ma cos’è veramente il modello Imola? Entriamo maggiormente nel dettaglio: il cuore pulsante è ConAmi, un consorzio comunale (Imola detiene circa il 66% della proprietà) che possiede un tesoretto formidabile di azioni Hera. ConAmi è dentro a molte partecipate. Il Pd Imolese detiene il potere di scelta e di nomina dei dirigenti di questo potentissimo Ente.

Cosa c’entra con Cottarelli e la buona amministrazione? Ci arriviamo subito.

Manca, scusate, l’amministrazione, nomina Stefano Manara come Presidente (non entro nei particolari delle altre nomine) perchè in lui vede qualità amministrative fuori dal comune. Infatti, pur non possedendo una scolarità elevata (cosa comune a Imola se si entra nella sfera della politica. Qui potete trovare il relativo Cv) è Presidente di un’impresa importante come PiùSicurezza (anche lei nella lista nera di Cottarelli), di Acantho (è “solo” Consigliere. Il bilancio è arrivato a Roma, ma per Cottarelli non è coerente. Potrebbe presentare errori, non obbligatoriamente per colpa di Acantho), di Bryo (in realtà è “solo” amministratore delegato e non è nella lista nera perché presenta un Roe di 0,13) e, tramite ConAmi (come già scritto, Cottarelli non ha ricevuto i bilanci), controlla Formula Imola producendo milioni di deficit a carico dei contribuenti ed il Consorzio Osservanza (ma anche su questa realtà Cottarelli non ha ricevuto i bilanci).

Spiace dirlo, in quanto imolese, ma a fronte di risultati assunti ad esempio negativo da Cottarelli abbiamo anche una non chiarezza che sminuisce la storia della nostra comunità. Ho dimenticato di scrivere che ConAmi ha una risorsa sempre in positivo che è rappresentata dalla remunerazione delle azioni Hera (Manara membro del Cda e Manca Presidente del Patto di Sindacato).

Questa è la fotografia che meriterebbe di essere analizzata in profondità. A tale scopo ho utilizzato Fb chiedendo a qualche Consigliere di maggioranza e minoranza risposte e/o approfondimenti.

Chi mi ha risposto? Dalla maggioranza come al solito nessuno (li capisco, brutto momento per ricercare la Verità, d’altronde, da tempo, gli interessi della comunità non sono coincidenti con quelli del Pd locale), mentre dall’opposizione Claudio Frati ha gridato presente chiedendo solo, essendo una persona seria, le fonti di tale informazioni. Fonti che sono state inviate.

Ps

Ancora una cosuccia: in questo momento la mia persona, Marina Giambi e più in generale l’Associazione Imola Migliore subisce le reprimende del Direttore del Sabato Sera perchè ci siamo “permessi” di proporre, come hanno fatto tantissimi Sindaci della regione (Leggi qui), la vendita di un 10/15% del tesoretto presente in Hera, risorse da investire sul territorio in manutenzione per riqualificare e mettere in sicurezza tanti edifici pubblici e strade. Iniziativa che potrebbe portare sollievo a centinaia di operatori attivi nell’edilizia e, a pioggia, ai servizi e commercio. Stranamente il buon Direttore vuole continuare a puntare sulla rendita finanziaria evitando scrupolosamente di prendere in esame un cavallo di battaglia della sinistra ovvero lavori pubblici (aggiungo laddove veramente servono) per rilanciare il lavoro.

Sempre sul lavoro avevamo proposto mesi fa (anche parlandone di persona con Manca) di avviare un percorso speculare a quello ravennate di Azimut. Azimut è una Spa partecipata attiva nei servizi cimiteriali (gestione Cimiteri, cremazioni ecc). Come sappiamo, e purtroppo vediamo, il degrado del Piratello continua da anni e dagli amministratori, come risposte, abbiamo per anni ricevuto “è colpa di Berlusconi” oppure “è colpa del Patto di Stabilità”. La nostra proposta voleva trasformare da problema in opportunità lo storico camposanto, ovvero, inserendo anche uno o due forni crematori, innescare un circolo virtuoso che potesse creare occupazione ed abbattere il degrado.

La nostra proposta non innescò offese o stigma, ma venne accantonata come visionaria.

E’ bello leggere, dai dati di Cottarelli, che l’esperienza Azimut è un esempio nazionale di bontà amministrativa di una partecipata avendo ottenuto nel 2012 un ROE del 16%.

Non lo nascondiamo, a noi piacerebbe che il “Sistema Imola” non fosse centrato sulle rendite finanziarie, ma sul lavoro.

Quello vero.

Mario “Il Blogger” Zaccherini

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