25 Aprile 2012: per una nuova Liberazione dell’Italia By Enrico Monaco

A sinistra un disegno di Manuel Fonseca

Oggi ricorre la festa della Liberazione dell’Italia dal nazi-fascismo. Richiamandomi alle vicende che segnarono il nostro paese diventato allora una Repubblica Democratica, vorrei gettare un ponte tra questo glorioso passato e il discutibile presente che ci troviamo a vivere oggi.

I nostri nonni dovettero fronteggiare la ferocia di Hitler e Mussolini che distrusse moltissime vite e trascinò l’Europa in un baratro ben peggiore della crisi economica che oggi stiamo vivendo. Allora grandi eroi della patria, con la schiena dritta, si ribellarono all’ordine costituito rischiando la vita e morendo per alti ideali grazie ai quali avevano immaginato una società migliore: più giusta, più libera e più equa. Giacomo Ulivi, Emilio Po’ e Alfeo Corassori nella nostra terra rimangono icone di quella stagione ed esempi per i cittadini di oggi e quelli che verranno.

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Purtroppo per noi però la luce del capitalismo e del welfare state si sta spegnendo inesorabilmente, lasciandoci nel buio della mancanza di regole condivise in cui la legge del più forte trionfa e il debole viene quasi sempre schiacciato o reso schiavo. Migliaia di lavoratori precari continuano a non poter prendere in mano la loro vita e il loro lavoro, per quanto si parli di riforme rivoluzionarie; centinaia di piccoli imprenditori chiudono le loro aziende costruite con sacrificio, mentre alcuni di loro scelgono il suicidio come soluzione alla disperazione diffusa nella quale siamo finiti. Infine i ladri istituzionalizzati e non continuano a banchettare nel lusso con i soldi pubblici e con quelli sottratti al pagamento del fisco: uno schiaffo in faccia quotidiano e reiterato  alla pace sociale e alla miseria in cui sta scivolando anche il tanto glorificato ceto medio.

In queste giornate opache nelle quali in troppi ormai lavorano solo per resistere e per sfuggire alle ingiunzioni di Equitalia o per il bene della famiglia (se ne hanno ancora una) molti si sentono sempre più stanchi e rinunciatari, sotto la frusta sferzante di Mario Monti che pian piano massacrando per lo più i soliti noti, ci sta portando lentamente verso la Grecia. Altri uomini e donne non si arrendono, e a testa alta e a volte con un sorriso si inventano le giornate e i prossimi mesi; decisi a non cedere alla deriva culturale ed economica del paese spingono l’Italia nell’interesse collettivo.

Altri ancora soprattutto giovani rumoreggiano per il futuro plumbeo che va disegnandosi. Inquieti si muovono sulla scena nazionale, dove la disoccupazione e la gerontocrazia al potere promettono solo fame o precarietà, a meno che non si offra i propri servigi all’uomo giusto al momento giusto. Insomma, questi lottano in forme diverse per migliorare la situazione con una tensione civile che viene colpita da tutti i lati dalla disillusione, il cinismo e l’opportunismo di chi ha affossato e continua a divorare il nostro paese.

I nostri nonni in un’Italia povera e impoverita dovettero affrontare la ferocia e la morte seminata dall’azione nazi-fascista; la debolezza di un Re inadatto al suo ruolo e il silenzio di una massa sulla lenta strada dell’istruzione.

Noi oggi abbiamo lo stesso compito, cioè di batterci contro l’arroganza di un sistema finanziario che dopo aver destabilizzato e impoverito il mondo, continua imperterrito a speculare sulla nostra pelle e su quella del pianeta, consumando ogni cosa invece che pensare in prospettiva. In questo quadro tramontano i diritti dei lavoratori, guadagnati con il sangue e con le lotte sindacali del ‘900; i potenti accrescono la loro forza assieme alle diseguaglianze, distruggendo quel ceto medio che è sinonimo di benessere diffuso e di democrazia; e in tutto questo gli esempi positivi da seguire e il ruolo guida delle istituzioni si perdono inesorabilmente a causa di una corruzione diffusa che distrugge anche i valori più forti sui quali è stato fondato il nostro paese.

Dove sono mi chiedo gli Alfeo Corassori e Comandanti Diavolo dei nostri giorni? Dov’è finita la loro tensione ideale? Forse si è persa con lo sperpero della loro eredità morale e politica e con l’arrivo del troppo benessere. Forse si è smarrita tra i problemi irrisolti che un’Italia costruita con il sangue e senza aver risolto la questione meridionale si è trascinata dietro come mali endemici.

Sta di fatto che oggi siamo ancora piccoli nani sulle spalle dei giganti e solo per questo ancora in piedi nella bufera. Ma i morti non torneranno a risolvere i nostri problemi e il richiamo a quella stagione gloriosa non basta a dare la carica ad un popolo stanco, invecchiato e vessato da troppo tempo: servono i fatti, il sudore della costanza e la passione che la tensione civile può dare ad un uomo.

Quindi ai dirigenti del centro-sinistra dico “Abbandonate gli indugi, superate le divisioni e date spazio ai giovani volenterosi che hanno combattuto nelle piazze per difendere l’Università, i Diritti dei Lavoratori e la Democrazia. Lasciate che alzino la voce e lasciateli sognare. Mettete da parte i personalismi e i tatticismi; interpretate per una volta l’orgoglio, e la l’audacia dell’azione partigiana e degli intellettuali antifascisti ai quali spesso vi richiamate in questa giornata.  Se non sarete all’altezza di questa sfida sarete condannati dalla storia, e il riflusso neo-fascista, che fieramente Forza Nuova, la Lega Nord e altre fazioni portano avanti, travolgerà il paese e ogni solidarietà sarà rotta. Irrimediabilmente concluso sarà il tempo della pace sociale. Fallito il compito dei vostri predecessori e il sogno di una società migliore, il mondo ripiomberà nella violenza, nell’anarchia e nella distruzione”.

L’appello all’unità contro il frazionismo dell’interesse privato rimane l’ultima arma con la quale Resistere alla deriva che stiamo vivendo e con la quale combattere l’arroganza di una destra senza ideali.

Enrico Monaco

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