DIREZIONE PD: INTERVENTO MARIO ZACCHERINI

Spesso i cittadini leggono sui quotidiani le sintesi dei dibattiti politici che si alimentano all’interno dei partiti, ma, il più delle volte, non sanno di cosa veramente si sia dibattuto. In particolare le posizioni, e le proposte delle minoranze, oltre a non ricevere risposte dai responsabili politici tendenzialmente non trovano spazio nemmeno nelle pubblicazioni locali.

Come minoranza “mariniana” (non ci ritroviamo in questa definizione perchè non siamo figli delle divisioni congressuali, ma anche sugli organi di stampa siamo definiti con questa modalità) “tradizionalmente” avanziamo proposte relative al metodo, alle primarie, alla crescita dei giovani, al merito e non ultimo alle alleanze, senza ricevere risposte.

Non riuscendo ad avviare un dibattito interno, abbiamo pensato di rendere pubblici i nostri interventi a “beneficio” dei cittadini che condividono il desiderio di un Partito Democratico che torni a svolgere politica ed esca dal suo lungo immobilismo.

Di seguito l’intervento presentato durante la direzione del 23 settembre da Mario Zaccherini.

Buonasera,

non ho chiesto la parola per accusare o difendere Fabrizio, che tra parentesi un anno fa non ho votato, lascio questo compito a chi ha fortemente caldeggiato per settimane, nei circoli del nostro territorio, la sua candidatura.

Una cosa però bisogna dirla: Fabrizio ha sicuramente due grandi meriti.

  1. è un grandissimo lavoratore e in questi dodici mesi ha saputo portare avanti la sintesi della politica offerta dalla maggioranza che l’ha eletto. Pur non condividendo questa linea, a volte anche in maniera accesa e colorita, devo riconoscere al Segretario un  ulteriore merito, molto importante in un partito come il nostro che si sta isolando in maniera drammatica dalla società.
  2. Il merito, pur nella diversità, di avere sempre cercato e indirizzato l’azione verso l’unità del partito e mai creato divisioni. Di questi tempi non è poco.

La linea politica in un partito non lideristico come il nostro è la capacità di vivere in sintonia con la società, la capacità di dare rappresentanza e sostegno ai bisogni materiali e spirituali  delle persone, la capacità di essere additati dai cittadini come esempi morali, etici ed amministrativi.

In sintesi la capacità di fare emergere le persone in maniera trasparente, perchè la linea del nostro partito deve essere solo una: la linea del merito, verificabile sempre e comunque. Detto questo è innegabile che il profilo politico del pd imolese non sia nitido.

Ancora oggi si parla spesso degli eventi di Milano come l’inizio di un nuovo capitolo di della politica. E’ vero, ma lo sapete chi è il vero vincitore della battaglia di Milano, al di là dei numeri?

Il PD locale perchè, della sconfitta (uso questo termine per rendere l’idea, ma sia chiaro che all’interno di un percorso veramente democratico, dove le idee e non l’apparato sono il cuore dell’azione, le primarie non hanno sconfitti o perdenti) ha saputo fare una sintesi e creare una linea che ci ha portato ad un risultato fantastico.

Dobbiamo comprendere bene quello che è accaduto, dobbiamo capire che i milanesi prima hanno rifiutato la candidatura del PD, ma poi hanno premiato in massa l’impegno e la lealtà del nostro partito. Quello è il modello da seguire, questo è il futuro, (se vogliamo guardare al futuro), se invece vogliamo guardare al passato, alle vecchie logiche spartitorie abbiamo, il modello Macerata o l’abominio siciliano.

Milano purtroppo non è Imola per un semplice motivo: a Milano hanno fatto primarie vere, a Milano hanno avviato un processo democratico che ha generato entusiasmo e consenso in maniera trasversale in tutte le classi sociali.

A Milano non ha vinto Pisapia, a Milano ha vinto un’idea. E’ questo l’aspetto rivoluzionario.

A Imola non ha vinto Castellari, a Imola ha vinto un apparato. Dobbiamo ripartire dall’idea!!

Ad oggi non abbiamo un’idea da portare avanti, un’idea, una visione del mondo da presentare ai cittadini. Non abbiamo nulla, se non il rammarico che se i professionisti della politica si fossero resi conto, anche solo due anni fa, come tanti di noi, della mancanza di democrazia, probabilmente il nostro partito sarebbe oggi maggiormente in salute.

L’oggi è figlio di anni di mala gestione della democrazia e questa mala gestione ha tanti, troppi padri e figli, per questo motivo, se vogliamo veramente bonificare l’ambiente   dobbiamo, da un lato, saltare più generazioni affidando la speranza nelle mani dei giovani meritevoli, dall’altro aprirci in maniera totale ai sapere, alle professionalità, alle culture che la società civile  è in grado di offrirci.

Non è la prima volta che citiamo i giovani. A giugno proponemmo che, per i giovani meritevoli, e dopo  tornerò sul concetto di meritevole, si aprissero le porte dei CdA di nomina politica. Non ottenemmo risposta per cui oggi riproponiamo la stessa proposta e rilanciamo.

Crediamo che un partito come il nostro possa mettere i giovani nelle condizioni di esprimere tutto il potenziale in loro possesso, a condizione che il metro di valutazione sia, come elemento distintivo, il merito e solo in seconda battuta il giudizio soggettivo dei maggiorenti.

Dobbiamo avviare una vera e propria manutenzione etica partendo dal merito e cominciando ad isolare gli yes man.

Entro sul concetto di merito con pochi e chiari esempi: come dicevo il PD può offrire ai nostri giovani la possibilità di fare esperienze importanti nei vari CdA di nomina politica, oppure come “portaborse” di Onorevoli e Consiglieri Regionali.

Quello che stiamo per proporre non è rivoluzione è soltanto un tentativo di applicare le regole del mondo del lavoro anche alla politica.

Per questo motivo proponiamo che i giovani destinati ai tre ruoli citati vengano scelti in base al voto di laurea (un voto che deve essere brillante, quindi non inferiore ai 10 punti in meno rispetto al massimo accademico) ed in base alla durata degli studi, non superiori al 25% del tempo previsto dal piano degli studi.

Proponiamo che, sul merito, venga creato un albo di giovani, una vera e propria graduatoria pubblica dalla quale poter attingere nei momenti in cui si aprono possibilità.

Proponiamo che vi sia una rotazione temporale congrua all’interno dei ruoli descritti.

Proponiamo che, per i ruoli di portaborse, gli Onorevoli e Consiglieri Regionali mostrino in maniera pubblica, tutti i mesi, la cifra destinata alla remunerazione dei giovani, oltre alla quota destinata al partito.

Oltre alle proposte riteniamo giusto anche dare un’informazione per il futuro.

La prima volta che abbiamo letto della sfiducia a Castellari abbiamo creduto ad un colpo di calore da parte del resto del Carlino e per questo motivo abbiamo atteso fiduciosi una smentita da parte dei maggiorenti, mai arrivata.

Data la situazione border line abbiamo ritenuto non scrivere o commentare nulla, ma quello che è accaduto ci libera, nel futuro, dal problema di esprimere pubblicamente, in qualsiasi contesto ed in qualsiasi maniera, il nostro pensiero.

Davanti ad una città che tocca con mano la piaga della disoccupazione e della cassa integrazione non vogliamo essere coinvolti in questi giochi di potere.

Grazie per l’ascolto.

Mario Zaccherini

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