IL CASO MARINO LETTO DA UN CITTADINO ROMANO BY ROBERTO PORTOGHESI

Il mio amico Mario, incrociandoci in un paio di commenti sul caso Marino, mi ha chiesto di raccontare come l’abbiamo vissuto qui a Roma. Intanto mi sembra utile fornire un dato importante. Il Comune di Roma per estensione territoriale equivale alla somma dei comuni di Milano, Napoli, Torino, Palermo, Genova, Bologna, Firenze, Bari e Cagliari e viene suddiviso ed amministrato attraverso 15 Municipi con una popolazione di circa 3/mln di abitanti.
Come noto, l’amministrazione uscente è successiva a quella Alemanno, che è stata vissuta da questa comunità negativamente durante il suo mandato, poiché non aveva risolto gli annosi problemi che hanno afflitto e affliggono la città e che i media nelle settimane passate hanno posto in rilievo: riassumendo, innumerevoli buche del manto stradale, abusivismo di qualunque genere, degrado urbano, mancanza di una raccolta dei rifiuti solidi urbani moderna ed efficiente e trasporti. Mi fermo ma potrei continuare. Oggi alla luce delle inchieste su Mafia Capitale sappiamo il perché.
Cosa ha fatto l’amministrazione Marino nei due anni e mezzo in carica. Per comodità allego i 40 punti che raccolgono l’operato della giunta : http://www.romafaschifo.com/2015/06/20-cambi-di-rotta-sterzate-e-sgarri.html.
Per correttezza allego anche le critiche fatte punto per punto dal quotidiano il Tempo riconducibile all’area di opposizione. http://www.iltempo.it/roma-capitale/2015/10/11/campidoglio-altro-che-meriti-cosi-mentono-i-fans-di-marino-1.1466802.
Direi che ho vissuto l’operato di Marino come quello del chirurgo che, di fronte ad una malattia gravissima conosciuta come “Mafia Capitale“ che ha interessato tutti i settori dell’ amministrazione comunale, interviene appunto “chirurgicamente”, avvalendosi di tutti gli strumenti di legalità a sua disposizione con il supporto di altre istituzioni nazionali su tutti gli atti amministrativi del Comune e culminando con la nomina di Sabella ad assessore alla legalità.
A questo si aggiunga che dal 2014 Roma si muove nell’ambito di un rigoroso e ferreo piano di rientro del debito (provocato dalle precedenti amministrazioni) che ha portato all’innalzamento delle addizionali comunali al massimo dell’aliquota consentita per legge. Queste le premesse per comprendere i motivi che hanno portato il Sindaco Marino a dover effettuare un rallentamento ordinato di tutte le attività che interessano la gestione di una grande città come Roma. Insomma l’idea di fondo era, tiro fuori il marcio dalla macchina amministrativa che mi fa spendere un sacco di soldi in più rispetto al necessario e dovuto, rimetto a posto il bilancio e dopo 24 anni faccio quello di previsione e proseguo successivamente con l’individuazione di nuovi investimenti.
Naturalmente per fare questo si è dovuto muovere contro molti interessi consolidati, e a titolo di esempio ricordo:
• lo sciopero dei vigili urbani di fine anno 2014 per protestare contro la rotazione delle loro attività;
• lo sgombero di tutti i tavoli abusivi dei ristoranti e bar ubicati nel centro storico;
• la chiusura della discarica di Malagrotta;
• il divieto di nuove concessioni edilizie nell’Agro Pontino;
• il cambio dell’intera dirigenza delle due più grandi municipalizzate Atac (trasporti) e Ama (nettezza urbana);
• nuove procedure per contratti e appalti.

Poi ci sono le problematiche inerenti alla sua immagine e alle presunte gaffe come quella sul viaggio in America e al supposto invito da parte del Vaticano, la risposta del Papa ad un giornalista di Sky, alla Panda Rossa, alle 3 settimane di vacanze in America, ai funerali di Casamonica (quel tipo di funerale lo vidi per la prima volta nel 1987 a Latina, città a 90 km da Roma e a pochissimi da Fondi, noto mercato agricolo dove è nota la presenza camorristica) e infine gli scontrini. Su ognuna di queste vicende ognuno si può fare o si è fatta una propria idea e quindi non mi ci soffermo. Io ho le mie su tutte, una per una. Ci tengo però a sottolineare il largo e lungo pestaggio mediatico che quest’uomo ha subito da mesi da parte del branco informativo, carta stampata, TV, satira, mai così attenta e puntuta neanche ai tempi di Alemanno, a cui si aggiungano nelle ultime settimane le feroci ed irridenti critiche dell’ex Sindaco Rutelli. Anche qui qualche giorno fa il Sole 24 Ore ricordava i numeri del debito giornaliero accumulato dai 3 Sindaci precedenti Marino. Numeri imbarazzanti.
Chiudo sulle modalità di “dimissionamento” del nostro primo cittadino che mettono in discussione l’assetto democratico delle nostre istituzioni. Dimissioni formalizzate al di fuori dall’ambito assembleare della consiliatura, in assenza di un voto di sfiducia nei confronti del Sindaco che sarebbe dovuto comunque avvenire dopo l’esposizione delle singole posizioni politiche e programmatiche. Si è scelta la triste strada della presenza notarile che, notoriamente, si utilizza “per vendere o comprare qualcosa”. Messaggio devastante sul fronte della legalità. Sulla situazione del Pd romano non mi esprimo, i fatti di questi ultimi anni dicono la sua natura e parlano anche della sua fine ingloriosa e colpevole.
Ora si apre l’affidamento commissariale. Sono certo che arriveranno finalmente i fondi, forse anche in misura maggiore, destinati al Giubileo e la cui erogazione è stata rallentata ed ostacolata durante l’amministrazione Marino.
Sono dispiaciuto e rammaricato perché penso che questa esperienza fosse finalmente, al netto di tutti gli errori commessi, quella giusta per questa città. Una cosa è certa, il mio voto il Pd non lo avrà.

Roberto Portoghesi

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Filed Under: Diritti civili e libertà personali

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