IL FUTURO IN MARCIA VERSO IMOLA? By MARIO ZACCHERINI

A volte il tempo è galantuomo: nel 2013 la mobilità elettrica era agli albori, ma un gruppo di imolesi, irrisi dai più, era pronto alla grande scommessa.

Mentre le istituzioni della nostra città sonnecchiavano, rimanendo ancorati ad un mondo in via di cambiamento, a pochi kilometri di distanza si discuteva di mobilità e futuro.

In quegli anni il Futuro spesso ha bussato alle porte di Imola ricevendo sempre due risposte tipiche “Imola è Imola” e “se non fa broom broom non esiste”, e giù pacche sulle spalle e grasse risate.
Solo nel 2017 venne organizzato un evento/mostra dove molta attenzione fu catturata dalla moto elettrica sviluppata da Unibo. In quell’occasione si potevano provare veicoli ibridi e, non a caso, alla prima occasione acquistai proprio un’automezzo ibrido, con il quale vivo felicemente da oltre un anno.

Il Futuro, si sa, è testardo e non si abbatte mai!
Infatti, pur rifiutato dai vari management pubblici imolesi, cercò di affermarsi in altri luoghi come autodromi, centri congressi e supporti universitari.
Gli esempi da narrare sarebbero tantissimi, ma almeno uno è da raccontare. Nel 2018 Rimini punta sulla mobilità sostenibile delle due ruote organizzando il primo Italian Bike Festival. Come è andata? 25.000 presenze, 120 aziende presenti ed oltre 250 negozi provenienti da tutte le città italiane. Una tre giorni densa di eventi e possibilità di provare le bici moderne, oltre a quelle classiche.

Al lettore disincantato non può sfuggire che anche Imola poteva cimentarsi, avendo un impianto ideale per provare bici elettriche ed un parco che (solo per pochi giorni) permette un utilizzo dei mezzi da fuori strada.
Epperò, secondo il management locale, queste iniziative non sono redditizie, quindi molto meglio darsi delle “pacche sulle spalle” e fumarsi una sigaretta.
E così, mentre a Imola i tabaccai si arricchivano, a Rimini, nel 2019, organizzano la seconda edizione della Italian Bike Festival raccogliendo la bellezza di 40.000 non fumatori e la presenza di 300 brand legati alla sfera del ciclismo. In riviera contenti albergatori, espositori, ristoratori, al punto che anche per il 2020 rinnovano l’evento. Solo il covid e il distanziamento “limita” il successo a “sole” 25.000 presenze.
Prossimo appuntamento al 2021, covid permettendo, sarà un’edizione storica considerando il boom che sta interessando il settore e il generoso sostegno alla nuova mobilità (160 milioni di euro) messi a disposizione dal Ministero dell’Ambiente.
Contento il Futuro? Chi lo conosce sa benissimo che non si accontenta mai! Lui ama molto la Via Emilia e solo a Imola non lo vogliono.
Nel suo peregrinare, alla ricerca di un autodromo disposto ad ospitarlo, un giorno incontrò quello di Modena. Nel 2012 l’Autodromo di Modena stipulò, con il Ministero dell’Ambiente e della Tutela del Territorio e del Mare, un accordo volontario per la promozione di progetti comuni finalizzati all’analisi, riduzione e neutralizzazione dell’impatto sul clima derivante dalle procedure di gestione delle strutture. Assieme a Lamborghini e Dallara anch’esse firmatarie di un accordo con il dicastero, la struttura modenese si colloca in Italia come esempio di realtà sensibile alla necessità di una riduzione dei gas serra, anche nel mondo dei motori.

Era nato il primo Green Circuit e, più in generale, una sorta di sinergia che legava Futuro, ambiente e Ministero dell’Ambiente (almeno per chi riesce a trovare l’entrata…d’altronde Roma è grande per chi è un provinciale).

Non a caso due colossi come Ducati e Lego hanno scelto l’impianto modenese per presentare al mondo la prima Ducati di mattoncini Lego, a dimostrazione del peso politico raggiunto da questo autodromo.

Nel mondo che cambia anche le Università sono attrici del mutamento indirizzato all’ecosostenibilità. Per esempio a Bologna docenti e studenti progettano e costruiscono mezzi per il nostro futuro. Ogni tanto si confrontano con i migliori atenei mondiali….superandoli. E il caso del mezzo Emilia 4 che, unico della sua categoria, è riuscito a percorrere 2735 chilometri senza aver bisogno di ricaricare le batterie. I mezzi delle prestigiose università del Mit e Berkeley hanno solo potuto applaudire i prodigiosi bolognesi. Per chi vuole approfondire, basta un click.

Torniamo a Imola!

Tra le caratteristiche del Futuro sicuramente la tenacia è una delle più brillanti: infatti, appena nominato il nuovo Cda del ConAmi ha ribussato alle porte di Imola e, sorpresa delle sorprese, in concomitanza con il Mondiale ciclistico 2020 è timidamente riapparso sulle rive del Santerno. Assieme a lui un contorno di princìpi come ecosostenibilità, legalità, equilibrio e trasparenza che da tanti anni erano scomparsi parlando del nostro Autodromo.

L’occasione per tramortire il passato e benedire il Futuro è stato il convegno del 22 settembre, organizzato dal ConAmi titolato “Mondiale di ciclismo ad Imola: opportunità per la mobilità sostenibile e la valorizzazione del territorio” con il sostegno dell’Università di Bologna e l’Ordine degli Ingeneri di Bologna.

Tra i vari interventi, tutti interessanti, quello maggiormente fruibile per noi consumatori è sicuramente quello del Prof. Claudio Rossi (Docente presso Dipartimento di Ingegneria dell’Energia Elettrica e dell’Informazione “Guglielmo Marconi”) che ha presentato una comparazione tra auto endotermiche ed elettriche.

Di seguito lo splendido intervento (chiedo scusa per la scarsa qualità della ripresa).

Forse Imola sta per intraprendere, sia pure con un notevole ritardo, una nuova via legata agli indirizzi dell’Europa, del turismo “ambientale” (così brillantemente rilanciato dalla quattro giorni mondiale) e, tutto sommato, dal buon senso. I primi timidi segnali sono visibili, speriamo che la politica cominci a perseguire gli interessi dei cittadini. Dopo tanti anni sarebbe una novità rivoluzionaria.

Per averve una visione migliore delle slides presentate scaricare l’allegato, cortesemente reso disponibile dal Prof. Claudio Rossi. Autodromo_Imola22settembre2020


Mario Zaccherini

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  1. alfredo says:

    I primi vagiti del Nuovo PD di Imola (Giunta+Conami)), sull’autodromo, mi pare siano in continuità con il passato: si ricorre ai cavilli giudiziari per portare a 37 le giornate in deroga, anzichè 30….non mi pare un segnale rivoluzionario per perseguire gli interessi dei cittadini……

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