L’AUTODROMO E’ (ANCHE) UN PROBLEMA SANITARIO

“non vi è dubbio che nel corso degli eventi il rumore risulti di pregiudizio per una buona qualità della vita e interferisca con la capacità di concentrazione e apprendimento”. Questo scrive la Ausl di Imola nell’aprile scorso relativamente ai rumori prodotti dall’autodromo Ferrari in occasione delle numerosissime attività motoristiche che lì si svolgono.

Da qui, noi genitori di bambini che frequentano la scuola di Montebello, e che frequenteranno le scuole medie Valsava in futuro, siamo partiti per chiedere all’amministrazione comunale l’adozione di provvedimenti tesi alla salvaguardia della salute dei nostri figli.

Non lo chiediamo né lo chiedevamo, come alcuni avevano scritto, in vista della tornata elettorale, ora abbondantemente terminata, ma perché è ragionevole che in questa città alcune scelte vengano contraste in quanto, chi subisce la scelta dello sfruttamento intensivo dell’autodromo, contro quantomeno il regolare apprendimento scolastico, sono i bambini, il nostro futuro in sostanza.

Quest’anno, per rifarsi al caso di specie, ci saranno 65 giornate di autodromo sovrapposte all’attività in aula. Questo, noi genitori, ragionevolmente riteniamo sia come stabilire arbitrariamente e senza considerare appieno i danni che questo può produrre, la supremazia dell’autodromo sul diritto alla salute e all’istruzione. Una certezza, anche giudiziaria, della nostra affermazione ci viene dal Tribunale di Monza dove, il Giudice chiamato ad esprimersi sulla sospensione delle attività che anche lì si svolgevano presso l’autodromo, lesive di diritti, così si esprime nel suo provvedimento sanzionatorio: “le gare motoristiche sono un’attività assolutamente voluttuaria, pericolosa, priva di utilità sociale e con un pesante impatto ambientale; caratteristiche che rendono l’attività stessa legittima e lecita solo ove non vengano pregiudicati interessi giuridici di maggiore dignità”

Basterebbe quanto scritto da quel Giudice per aprire un ragionamento su un tema che in questa città divide, più che le menti, le pance. Non abbiamo bisogno di ulteriori dati, oltretutto da quanto ci risulta nemmeno in possesso del comune, per poterci sedere ad un tavolo, che chiediamo inutilmente dal marzo scorso, e affrontare nel complesso il problema, perché questo è diventato l’autodromo: un problema per la città. Lo è sia per i suoi “danni collaterali”, il rumore e gli inquinanti che produce, sia per i suoi danni diretti: le perdite di bilancio. Da quanto si apprende dalle visure, pubblicate anche sul sito del comune, il Ferrari ha bruciato negli ultimi quattro anni quasi 4 milioni di euro, quasi 5 se non si considera una operazione finanziaria apposta al bilancio del 2011. Sono numeri che, in un momento di crisi profonda come quello che sta vivendo il nostro territorio, dovrebbero far riflettere sulla perseveranza dimostrata dagli amministratori di mantenere in vita, con una modalità che attiene più ad un accanimento terapeutico, il paziente che ormai è passato a miglior sorte. Perché, in un ragionamento più generale, la civiltà dei motori, checché se ne dica e se ne continui a beatificare le magnifiche e progressive sorti, è il passato. Il futuro, che riprendendo una visione greca della vita è alle nostre spalle, non lo scorgiamo ma possiamo solo immaginarlo, è altro. Sono città senza inquinamento, senza rumori e tese alla quanto più ampia salvaguardia dei diritti. Vale da prova la zonizzazione acustica delle città, arrivata in porto finalmente anche da noi con solo 18 anni di attesa dalla legge del 1995 e che classifica la scuola in zona 1 a fianco dell’autodromo in zona 5. Come si garantirà questo qualcuno dovrebbe spiegarlo.

Tornando però al tema che compete a noi genitori non possiamo che rimarcare la nostra profonda preoccupazione per quanto sta avvenendo quantomeno dal 2010. Da allora le giornate di scuola e autodromo sono sempre aumentate con un trend preoccupante. Dall’anno passato a questo ci sono 23 giornate in più, un aumento di più del 50% su base 2012.

I nostri figli, come ha argomentato lucidamente la dr.ssa Fiorella Belpoggi, Direttore del Centro di Ricerca sul Cancro Cesare Maltoni, questo in occasione di un incontro pubblico svolto in città nel maggio scorso, sono soggetti sin dall’infanzia agli effetti notevolissimi di inquinanti prodotti dalla combustione dei motori a scoppio e dal rumore che da questi viene immesso nelle aule scolastiche. La direttrice ha espresso la sua viva preoccupazione, allego il link al video, che i nostri bambini possano, dopo avere passato alcuni 13 anni sui banchi di scuola nelle vicinanze dell’autodromo, ottenerne benefici per la salute. Di per sé questo, sempre secondo la direttrice, già sarebbe sufficiente per sospendere le attività in attesa di ridefinirne modalità e frequenza.

Abbiamo quindi chiesto al Sindaco, come massima autorità sanitaria cittadina, di provvedere immediatamente a prendere provvedimenti tesi alla salvaguardia della salute dei nostri figli. Lo abbiamo chiesto dall’ormai lontano marzo scorso e lo abbiamo ribadito con una istanza formale, agli atti del comune dal quale ci si può infromare, il 7 giugno scorso. Auspichiamo che questo avvenga.

Paolo Ricci

Mobile: 3474530591

Video Direttrice Belpoggi dal minuto 7:

http://youtu.be/1fkRvYh7vjE

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