E LE COOP CHE NON SEDEVANO DAVANTI AL “CAMINETTO” ? By MARIO ZACCHERINI

Molto probabilmente il Ministro Poletti non ha tanti amici nel mondo giornalistico.

Ieri l’inchiesta di Panorama, che ha descritto il presunto “caminetto” che collega tanti personaggi legati alla cooperazione pesantemente attenzionati dalla Magistratura, oggi la fotografia ripresa da tanti quotidiani che immortala il nostro concittadino a cena con personaggi, sembra, a sentire gli inquirenti, in odor di mafia e mazzette proprio non ci voleva.

Certo, pensare che un personaggio come Buzzi sia a capo di una cooperativa iscritta alla Legacoop non fa tanto piacere, ma è anche vero che nessuno ha la sfera di cristallo.

Prudenza vorrebbe che si prestasse maggiore attenzione alle frequentazioni, ma è pur vero che nessuno poteva immaginare cosa si nascondesse dietro parte della destra e della sinistra capitolina. In fondo il modello Greganti non è un’esclusiva del Pd; ora possiamo affermare che in politica non esistono diversità!

Magra soddisfazione scoprire che la mafia non è di destra o di sinistra.

Comunque cibo e politica mal si coniugano: Poletti sta pagando scotto, da un punto di vista politico, non certo penale, per una cena mal digerita, però, almeno lui, è riuscito a mangiare e probabilmente non pagare in quanto ospite.

Ad altri che si credono più furbi (io) è capitato di peggio: trovarsi a cena, pagare la carne (tanta carne, veramente troppa carne) e non mangiarla perché se la sono tenuta i commensali. Non male! I nomi? Sono un signore, non si fanno, però, casomai nel week end, prendetevi 10 minuti per leggere l’ultimo numero de “Gli Amici del Binocolo”.

Ragassi, il mondo è fatto per i “furbi” ed io non lo sono.

Scusate l’escursione, torniamo a Poletti.

Sono convinto che l’imolese, anzi il mordanese (per sicurezza metto un minimo di distanza, non si sa mai) sia una persona onestissima a differenza di Greganti, anche se militano nello stesso partito. Epperò, diavolo ritorna l’epperò (mettiamoci l’elmetto), sono un po’ risentito nei confronti del Poletti (decisamente Mordanese) ex Presidente di LegaCoop perché, questo è un dato di fatto storico, come dire, dopo di lui il diluvio.

Imola, dopo Cesi e 3Elle, non sarà più la stessa, Trieste rischia uno tsunami socioeconomico con la crisi della Coop Operaie e le centinaia di risparmiatori con i libretti bloccati.

www.gazzettino.it/NORDEST/TRIESTE/trieste_fallimento_cooperative_operaie_concordato_preventivo/notizie/1042850.shtml

e, come ho scritto, l’affair legato alla Cooperativa 29 Giugno del Presidente Buzzi.

www.ilfattoquotidiano.it/2014/12/02/mafia-capitale-buzzi-immigrati-si-fanno-soldi-droga/1245847/

RIMEDIARE

Credo che sia giunto il tempo di azioni volte a “risarcire” chi non si è mai seduto davanti ai “caminetti”, ed oggi così pesantemente colpiti da questa impotenza alla reazione. Risarcire la cooperazione pulita anche per far capire al mondo che il “criminale”, se esiste, non è il modello cooperativo, ma certe strutture di persone “guidate”, si dice, da zone eversive dei partiti.

Rimarco il fatto che il colpevole di tutti questi drammi non è il Ministro, ma, come ex Presidente di Legacoop Nazionale, deve assumersene la responsabilità (sul territorio assieme al buon Prati ormai scomparso, spero stia bene di salute).

Sarebbe bello se, tra le ricette salvifiche che sta presentando in Parlamento, trovasse posto anche un fogliettino per Imola e dedicasse qualche giorno di tempo ai suoi concittadini della 3Elle. Non Le si chiede di essere rivoluzionario come quando manifestava con la bandiera rossa e falce martello, ma di essere renziano e di trasformare un pensiero astratto “intervento pubblico” in azione di politica industriale.

A Imola le condizioni ci sono tutte, si tratta solo di dare il via e mettere mano al portafoglio.

Se non interveniamo in una città renziana, con un ministro renziano, un onorevole renziano e due/tre Consiglieri regionali renziani dove possiamo immaginare di attivare una  politica economica…renziana?

Spetta a Lei dare il via alla grande operazione di salvezza e riqualificazione della 3Elle.

Dia l’ok a ConAmi, attui un riposizionamento internazionale del marchio, riqualifichi i lavoratori e ridia alla città questo patrimonio secolare.

Insomma, caro Ministro, essere profeta in patria è sempre molto difficile, ma in questo caso credo che seguire, per quanto riguarda l’intervento pubblico, il pensiero di Augusto Machirelli, durante l’intervista rilasciata al settimanale Nuovo Diario, sarebbe veramente illuminante.

Giornalista: Si è detto che il Con.Ami deve avere un ruolo nuovo e forte nel fare decollare nuove aziende. Come opererà il Consorzio per realizzare questo obiettivo?
Machirelli: Se la società già esiste, fissando un percorso chiaro con gli attuali soci ed entrando nel capitale con una quota di minoranza…

Giornalista: Che è una novità.
Machirelli: Sì, non è mai stato fatto e lo stiamo studiando. L’idea è di uno strumento che possa capitalizzare l’azienda, e non i soci, che possa aiutare queste persone, focalizzate normalmente sul loro lavoro, a curare aspetti fondamentali per crescere come la parte fiscale, societaria, di sviluppo all’estero. Un passaggio in cui il Con.Ami può, per un tratto, accompagnare l’azienda. Sempre seguendo i bisogni che oggi non trovano risposta.

Giornalista: Da strumento di governo delle reti a strumento di governo del territorio.
Machirelli Mi sembra un po’ tanto.

Giornalista: Di crescita del territorio.
Machirelli: Di crescita sì.

Proprio così.

Mario Zaccherini

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