IMOLA 2015: F1 IL NOSTRO PONTE SULLO STRETTO By MARIO ZACCHERINI

La decisone di costruire delle officine a ridosso dell’Autodromo imolese ha nuovamente riaperto il fiume delle polemiche.

In particolare è stato criticato l’aspetto logistico, ovvero cementificare dalla parte opposta del casello autostradale, decisione che si scontra con la logica del buonsenso relativamente alla viabilità, all’inquinamento ed anche al recupero delle strutture industriali attualmente dismesse.

E’ curioso che, appena usciti dall’autostrada, si incontrino gli stabilimenti Cnh (ex Benati) desolatamente vuoti, da quando Marchionne ha deciso di abbandonare Imola, e che nessuno pensi ad un loro riutilizzo.

I nostri politici hanno ritenuto più produttivo per la città costruire un polo meccanico a ridosso del Parco delle Acque Minerali.

Questo ulteriore spreco di danaro pubblico potrebbe essere una goccia davanti alla ventilata possibilità che il Sindaco Manca “apra” il portafoglio di ConAmi per finanziare il ritorno della F1 a Imola. Un evento, così sostengono gli “esperti”, che nella migliore delle ipotesi si chiuderà in deficit…perché, per chi non lo sapesse, Imola e Monza stanno combattendo una feroce battaglia per poter organizzare un evento in perdita!

Per noi comuni mortali questi ragionamenti sono delle bestemmie (rimetterci denari pubblici), ma nella sfera politica probabilmente sono la chiave di volta per attivare operazioni “invisibili” che portano giovamento alle “elites” politiche del territorio.

Una sorta di ponte sullo stretto: non serve al paese, ma al nostro Ministro degli Interni si.

Capiamoci: è tutto lecito, in Italia, quindi anche a Imola, puoi non avere le risorse per mettere in sicurezza un parco attenzionato da delinquenti, puoi non avere i danari per tutelare la scuola pubblica, puoi avere una Ausl tra le meno performanti della regione, e puoi anche “investire” in attività “voluttuarie per l’immagine” della città.

TRA VERITA’ E LEGGENDA

Epperò le leggende metropolitane sostengono che Imola senza Autodromo è morta.

Imola è Imola perché ha l’Autodromo!

E l’Autodromo senza Formula 1 non è un vero impianto.

A chi crede in queste leggende si potrebbe ribattere facilmente sostenendo che la Imola moderna nasce, grazie ad una serie di concause forse anche fortunate, tra la seconda metà dell‘800, i primi decenni del 900 per poi esplodere in tutto il suo splendore dopo il secondo conflitto mondiale.

Nelle concause brillano la scuola, in particolare l’Istituto Alberghetti e l’asilo Romeo Galli (con tutti i vari nomi avuti nel passato), la cultura solidale, la cooperazione (una volta era composta solo da persone oneste) e, non bisogna dimenticarla, la Fondazione Cassa di Risparmio. Negli ultimi decenni quasi tutte le ragioni del successo di Imola sono state erose da una generazione politica/partitica che, come un virus letale, ha contaminato e distrutto tante isole produttive del territorio.

Imola è infettata ed il virus continua a lavorare tenacemente: morte Cesi e 3Elle le attenzioni si sono rivolte verso l’ultimo contenitore di risorse della città.

Lavoratori sulla strada, spesso traditi dal virus, scuole allo sbando, infrastrutture sempre più fatiscenti, ma i nostri amministratori preferiscono impomatarsi e andare a Londra offrendo i nostri risparmi al simpatico Bernie.

D’altronde, secondo loro, la F1 aprirebbe le porte per il rilancio della città.

Anzi, lo Stato deve darci dei soldi, la Riviera, la Regione, insomma tutti devono finanziarci perché questo è un affarone per tutti…….

TRA PASSATO E PRESENTE

In realtà la nostra città, ed anche il Circondario, non hanno vissuto, da un punto di vista turistico, la perdita della F1 come un dramma, anzi…. I numeri, gli unici elementi temutissimi dai virus, evidenziano che il nostro territorio ha saputo reagire benissimo al trauma incrementando il flusso turistico.

Un’avvertenza: sia i numeri degli arrivi che quelli delle presenze, se messi a confronto con Rimini, Riccione e la stessa Misano diventano delle virgole, al massimo dei decimali.

Imola, questo è un dato che dobbiamo interiorizzare, attualmente non è una città turistica e nemmeno che si stia investendo in tale direzione.

In proporzione Castel San Pietro, con le Terme, veicola un numero ben maggiore di turisti.

La F1 avrebbe una sua ragione di essere, anche con il bilancio in rosso, se fosse la cassa di risonanza per attirare turisti.

In generale, a maggior ragione per una città che comprende al suo interno un autodromo, l’impianto deve essere lo strumento per far si che il nome Imola sia conosciuto per tutta una serie di attività che porteranno turismo e ricchezza sul territorio.

I famosi grandi eventi non devono essere fine a se stessi (generano passività), ma il trampolino verso le attività importanti (quelle che generano ricchezza ed occupazione).

F1 e Moto Mondiale devono diventare la vetrina di un territorio che ha cose da offrire, in alternativa produce solo disservizi, problemi e costi alla cittadinanza.

IL CASO MISANO/RIMINI

L’impianto di Misano è quello che probabilmente meglio coniuga gli aspetti che ho evidenziato: davanti ad una ricettività enorme (i seguenti dati sono del 2012, Misano 774.439 presenze, Riccione 3.525.388 presenze, Rimini 7.604.056 presenze e San Marino con due milioni di visitatori) la Riviera “esporta” il suo marchio in tutto il mondo utilizzando anche lo sport.

Prima di continuare mi permetto una piccolissima polemica verso chi sostiene che la Riviera dovrebbe sponsorizzare Imola perché, se torna la F1, ci guadagna anche lei. In un anno non facile come il 2012 le tre città hanno assorbito quasi 12.000.000 di presenze….Imola potrebbe ipotizzare forse 150.000 spettatori nella tre giorni.

Se anche andassero tutti in Riviera rappresenterebbero poco più dell’1% sul flusso annuale.

Ragazzi, non scherziamo, gli eventi, anche quelli più importanti, non hanno una valenza nazionale e nemmeno regionale (come turismo).

Cominciamo a preparare gli anticorpi per contrastare i virus.

Non solo: una volta che hai messo “in circolo” il nome (Imola o Riviera che sia) ci si aspetta un ritorno sulle iniziative che il territorio organizza. Su questo punto emergono, in maniera evidentissime, le differenze tra chi utilizza un autodromo come strumento di marketing e chi per altri fini.

Infatti Rimini presenta un’offerta clamorosamente ricca spalmata su eventi che invogliono a rimanere sul territorio qualche giorno:

A Imola, tolta la kermesse musicale di giugno, il Crame e la Moto Gp non esistono motivazioni che possano generare flussi turistici rilevanti. Non abbiamo una fiera, non abbiamo eventi culturali rilevanti, non esiste una vera politica del turismo.

In tutta onestà bisogna ammettere che Imola non è Bologna, Ravenna, Forlì o anche solo Faenza, ma di certo non siamo in grado di valorizzare/utilizzare le cose belle che abbiamo. Avremmo potuto avere una collezione unica, a livello museale, di pianoforti, ma non abbiamo voluto investire, il Parco delle Acque Minerali potrebbe essere un museo a cielo aperto, ma di fatto è inutilizzabile a fini turistici. Si potrebbe ridare vita alla Rocca, non si sarebbe mai e poi mai dovuto vendere i Circoli in quanto luogo ideale per organizzare eventi durante tutti i 12 mesi dell’anno.

Imola è una località con una storia che parte dalla preistoria e, attraversando tutta l’evoluzione umana, arriva fino ai giorni nostri, bisogna imparare a raccontarla.

Il nostro territorio esprimeva una cultura tecnica a livello mondiale sul tema del recupero psichiatrico; avremmo potuto utilizzare queste risorse (ri)qualificando l’ex Osservanza come luogo all’interno del quale curare le persone, e sono tante, che soffrono di problemi al limite del psichiatrico.

La F1, ma in fondo anche l’Autodromo, isolati dal contesto non servono a nulla nella promozione del territorio, proprio perché abbiamo ben poco da promuovere.

Ad Acqui Terme, come direbbe Bersani “non sono dei marziani”, hanno impostato il ragionamento in questi termini:

Al fine di migliorare il trend di arrivi e presenze turistiche in città, l’amministrazione comunale è impegnata a promuovere Acqui Terme attraverso manifestazioni turistiche e culturali di spicco: l’impegno profuso con la realizzazione della Mostra Antologia su Picasso, l’organizzazione dei Mondiali di Scacchi Seniores, di Flowers and Food, e le altre circa 200 manifestazioni di ogni genere, presenti nel cronoprogramma, dimostrano quanto detto. Ancora, iniziative promozionali con l’utilizzo dei social media più conosciuti, tradizionali canali di comunicazione, i mezzi di collegamento da noi attuati con EXPO, consentiranno un ulteriore miglioramento dei flussi in questo anno espositivo e la semina strutturale per gli anni successivi.

Insomma di cose da fare ce ne sarebbero, ma siamo deboli, malaticci…il virus ci sta distruggendo.

Nemmeno l’Expò è riuscito a scalfire la volontà del nulla dei nostri Amministratori.

Mario Zaccherini

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RSSCommenti (4)

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  1. Walter Burns says:

    …Ti avverto Zaccherini (in tono profetico): “C’é una divina provvidenza che veglia sul Circuìto di Imola e sul Comune…, un arcano potere….”. (io e Hildy siamo in gattabuia)

  2. Bravo Mario, bravobravissimo!

  3. Mario Zaccherini says:

    Grazie Mario.
    Caro Walter come si vive in carcere?
    Nemmeno la buona condotta ti riconoscono?

    M.Z.

  4. Walter Burns says:

    Ma siii… . Ho accompagnato Hildy alla stazione dei treni. Pare abbia dei problemi con la giustizia per via di un orologio da tasca.

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