Comunicato Rifondazione Comunista Imola su Odg votato in Cons Com Imola su fusione Hera-Acegas/Aps

Come da impegno che mi ero assunta mercoledì – quello di farvi avere il testo anche dell’OdG sulla fusione, presentato da Mauro Barnabé e votato dall’aula – e augurandomi di fare cosa gradita, eccovi in allegato le due parti separate oggetto di votazione.

L’una (la premessa) che non è stata approvata. L’altra (il dispositivo) che invece è stata approvata all’unanimità dei presenti (tenuto conto della non partecipazione al voto delle opposizioni).

Si tratta di impegni complessi, di non facile realizzazione, ma molto importanti.

Come ho già detto, riportando l’esito della discussione di mercoledì, l’approvazione di tali impegni non è sembrata, a noi del  PRC, sufficiente per cambiare la nostra posizione, mentre per il consigliere Barnabè l’essere riuscito a far votare a tutta la maggioranza questi impegni è sembrato argomento necessario e sufficiente per un voto favorevole.

Al di là di questa diversa visione – certo non marginale – concordiamo però fra noi che dev’esserci un lavoro collettivo, di pressione e di sollecitazione, affinché questi impegni non rimangano sulla carta, perché è evidente che la loro realizzazione porterebbe  un segno tangibile in controtendenza e per questo scopo ci impegneremo.

Antonella Caranese

Segretaria PRC Imola

prcimola@gmail.com

335347121

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Ordine del giorno

FUSIONE HERA-ACEGAS

[Parte non approvata

Con 1 voto favorevole (Mauro Barnabé), 1 voto di astensione (Luigi Bacci), 17 voti contrari (PD)]

PRESO ATTO

della proposte di delibera oggi sottoposta all’esame del Consiglio inerente l’operazione di fusione per incorporazione Hera/Acegas e la modifica del Patto di Sindacato degli azionisti pubblici di Hera, nell’ipotesi di ingresso dei Comuni di Padova e Trieste,

RITENUTO CHE

la fusione per incorporazione di Acegas-Aps in Hera spa ripropone il problema, già oggi esistente, di una società quotata in Borsa i cui affidamenti in concessione potranno continuare fino a scadenza naturale (cioè quelle previste dai vari atti di concessione, 2013, 2022, 2030 ecc.]: poiché non appare possibile attendere la scadenza delle concessioni in essere per formulare proposte di gestione pubblica, si tratta di analizzare la situazione attuale per formulare proposte possibili e realizzabili qui ed ora.

SI VALUTA CHE

  • difficilmente l’operazione prospettata potrà produrre un rafforzamento del ruolo pubblico. Infatti alla fine del 2013, per l’azione convergente di tre elementi (la fusione HERA/ACEGAS-APS, l’ingresso nel capitale sociale del Fondo Strategico Italiano – FSI e la possibile conversione di 140 milioni di euro di obbligazioni convertibili), la maggioranza pubblica del capitale di Hera detenuto dai Comuni  sarebbe fortemente in pericolo: diverrebbe determinante il pacchetto azionario della Cassa Depositi e Prestiti, tramite FSI, che si muove nella prospettiva delle fusioni e delle privatizzazioni.    Inoltre la stessa scadenza del Patto di Sindacato (31/12/2013) determinerà una nuova situazione di incertezza rispetto al controllo pubblico di Hera  e alla quota di proprietà pubblica..
  • l’ingresso del Fondo Strategico Italiano (cioè Cassa Depositi e Prestiti) avrebbe dovuto rafforzare la presenza pubblica, magari a scapito dei soggetti finanziari. Questa operazione, cioè l’intervento della Cassa Depositi e Prestiti, avrebbe dovuto portare ad una notevole riduzione, se non all’azzeramento, della presenza privata nel capitale, rastrellando azioni sul mercato (visto il valore di mercato non particolarmente elevato delle azioni delle multi utilities in questo periodo): in questo modo si sarebbe aperta la strada ad un concreto percorso di ri-pubblicizzazione delle società, ma ci pare evidente che il governo si muove in direzione opposta, prettamente speculativa.
  • è comunque un fatto che la maggioranza pubblica dei Comuni emiliano-romagnoli scenderà sotto il 50%, andando ad indebolire uno dei fattori che caratterizzano il legame tra azienda  e territorio. Inoltre la preannunciata riorganizzazione aziendale si muoverà in direzione di una spinta divisionalizzazione (specializzazione), mettendo a repentaglio le caratteristiche di multiutility e minando ulteriormente il radicamento territoriale, spostando poteri al centro.

SI RITIENE INOLTRE CHE

  • che la territorialità non sia una questione “identitaria” o “campanilistica”, e non obbligatoriamente la si debba far coincidere con una frammentazione, di questi tempi probabilmente diseconomica.  Il valore della territorialità si deve esplicitare attraverso l’incremento occupazionale,  il rapporto diretto con gli utenti, l’utilizzo di fornitori locali, la valorizzazione delle caratteristiche geomorfologiche: il timore è che da questa operazione non traggano vantaggio gli utenti, gli Enti Locali ed i lavoratori proprio perché non vengono esplicitati con chiarezza i benefici per il territorio.
  • questa fusione rappresenti appieno come la privatizzazione, totale o parziale, dei servizi pubblici locali (SPL), abbia comportato una drastica riduzione degli spazi di democrazia, partecipazione e trasparenza. La struttura stessa delle società di capitale che gestiscono SPL (in maggioranza SpA miste), dettata dalla normativa del Codice Civile, esclude qualsiasi intervento delle assemblee elettive (Consigli Comunali) dall’approvazione delle decisioni assunte da queste aziende, dai bilanci ai piani industriali;
  • questa espropriazione decisionale viene esasperata dalla collocazione in Borsa: infatti gli spazi di controllo e partecipazione popolare sono praticamente ridotti a zero. I Consigli di Amministrazione, i Direttori Generali, gli Amministratori Delegati sono gli unici soggetti che realmente gestiscono queste aziende, svuotando in sostanza i termini di indirizzo, programmazione, controllo che dovrebbero essere esercitati dai soci pubblici, ossia i Comuni;
  • in tal modo è Hera (domani Hera-Acegas) a decidere le strategie: ai Comuni e alle  comunità locali non resta che adeguarvisi. A maggior ragione oggi, dopo l’abolizione delle ATO provinciali e la costituzione di un’unica ATO regionale, ATESIR, peraltro non ancora operativa e quindi soggetto pubblico totalmente assente e non coinvolto in questo processo decisionale.

Nell’altro documento, la parte approvata dell’OdG, contenente il dispositivo e gli elementi di impegno.

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Ordine del giorno

FUSIONE HERA-ACEGAS

Parte approvata

con 19 voti favorevoli (maggioranza) e non partecipazione al voto delle opposizioni)

VALUTATO

quanto, nella nuova configurazione societaria post-fusione Hera-Acegas e nel nuovo assetto del Patto di sindacato di voto e di disciplina dei trasferimenti azionari sottoscritto dai soci pubblici di Hera (che dopo l’ingresso di Padova e Trieste controllerà il 59,5% del capitale sociale di Hera SpA, per passare al 56,2% dopo il previsto ingresso del F.S.I.), sia ancor più rilevante e determinante l’impegno dei Sindaci delle Città sottoscrittrici il Patto finalizzato a

  • Migliorare la qualità dei servizi ai cittadini utenti
  • Incrementare le forme di partecipazione dei territori nella definizione delle scelte strategiche aziendali
  • Valorizzare concretamente a territorialità

Il Consiglio Comunale di Imola

CHIEDE

che il Sindaco di Imola, anche in qualità del Presidente del Patto di Sindacato,

si adoperi affinchè

- attraverso ATESIR il sistema tariffario del settore idrico preveda la massima agevolazione tariffaria – finanché all’azzeramento, ove se ne creino le condizioni dei costi variabili riferiti ad 80 litri di acqua pro-capite e pro-die, sviluppati secondo la tabella dei componenti familiari già in uso, che rappresentano un consumo giornaliero accorto e responsabile (di poco superiore ai 50 litri indicati dall’Organizzazione Mondiale della Sanità come quantità minima vitale giornaliera e come recepito nella proposta di legge di iniziativa popolare del Forum Italiano dei Movimenti per l’Acqua), con recupero dei mancati introiti sulle tariffe degli scaglioni dei consumi superiori;

- in attesa dell’auspicato intervento legislativo nazionale per il rispetto dell’esito referendario del 12 e 13 giugno 2011 (cancellazione del 7% di remunerazione del capitale investito dalla tariffa del servizio idrico integrato) e preso comunque atto che l’ATO di Bologna nel dicembre scorso ha operato una revisione di tale remunerazione portandola attualmente al 5,36%, venga definito nell’ambito di ATESIR un percorso di graduale ulteriore riduzione della remunerazione, secondo lo spirito dell’esito referendario e fatte salve diverse disposizioni che potranno essere disposte in materia dal legislatore;

- permanendo la mancanza delle condizioni per una ripubblicizzazione del servizio idrico integrato, Hera realizzi quanto prima il bilancio separato del settore idrico integrato, anche in via propedeutica per le verifiche della fattibilità dello scorporo del ramo d’Azienda (sulla falsariga del modello HERA Ambiente), in maniera tale che risulti di immediata chiarezza la lettura della programmazione, degli investimenti, degli equilibri finanziari, del corretto utilizzo delle entrate da tariffa, delle azioni incentivanti per il risparmio idrico, privato ed industriale,  ecc.

- vengano introdotti e formalizzati elementi di maggiore radicamento territoriale, di informazione, di risposta all’utenza, di controllo e di democrazia diretta, attraverso la piena operatività di ATESIR come strumento di programmazione, verifica e controllo del gestore, attraverso l’elaborazione di forme di partecipazione dell’utenza e della cittadinanza alla gestione dei servizi pubblici in concessione ad Hera, attraverso il coinvolgimento del Consiglio comunale, dei Forum territoriali e dei soggetti di aggregazione sociale nelle azioni e nei progetti del gestore che riguardano il territorio. Tutto ciò rivalorizzando il ruolo delle SOT quali interlocutrici delle componenti socio/economiche locali

- si solleciti la Regione Emilia Romagna perchè intervenga con un provvedimento normativo in maniera decisa, e coerente con il valore vitale del bene acqua,  sulla concessione e sulla tariffazione della captazione e dell’imbottigliamento dell’acqua – un vero e proprio “affare” per i privati (alle tariffe attuali) – destinando i maggiori introiti a contribuzione pubblica per  investimenti sul settore idrico integrato,  oltre che a promuovere ed incentivare l’utilizzo quotidiano dell’acqua della rete idrica come acqua da bere.

Ordine del Giorno approvato all’unanimità con deliberazione C.C. n. 156 del 03.10.2012.

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  1. Almeida says:

    Questa decisione impatta e non poco sulle politiche di Bilancio e sui servizi ai cittadini.

    L’Assessore al Bilancio è Donatella Mungo.

    L’Assessore ai servizi alla cittadinana è Donatella Mungo.

    Donatella Mungo è Assessore in quota Rifondazione Comunista.

    Come già è stato per Benicomuni s.r.l. ….

    Assessore al Personale: Donatella Mungo
    Assessore all’Organizazione: Donatella Mungo.

    Il resto per me sono solo chiacchere, fatte per salvare l’apparenza.

  2. alfredo says:

    il commento di Almeida non fa una piega!

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