CRONACHE DA GRULLINANDIA By MARIO ZACCHERINI

Le elezioni politiche di febbraio 2013, e quelle ancor più recenti di maggio, hanno evidenziato come il modello Imola non sia soltanto in grave crisi, ma sostanzialmente morto.

Il pur vasto esercito di Grullini imolesi non è più in grado di arginare il disincanto che sta vivendo il corpo sociale locale, epperò, come scrissi mesi addietro, il Grullino fatica a comprendere i mutamenti; vive nel ricordo del tempo che fu e, fedele ai comandanti del momento, cerca in ogni modo di sorreggere questa costruzione astratta nel tentativo, quasi commovente, di bloccare il tempo.

Il concetto del tempo non esiste per queste persone: ieri e domani non esistono, rimane solo l’oggi.

Non ci credete?

Il Grullino nel 2009 si batteva a favore della Costituzione perché minacciata dal Governo delle destre.Nel 2010, odiava ferocemente tutto il Pdl e ovviamente Berlusconi.

Oggi governa congiuntamente con lui e insieme si apprestano a distruggere la Carta, ma, siccome non ricorda il passato, non corre rischi per la sua integrità psicologica.

Non ancora convinti?

Il Grullino, versione primavera 2013, batteva le piazze con banchetti, volantini e trombette infondendo, agli elettori imolesi, il messaggio rassicurante di una politica che non aumenta le tasse, non cementifica e che, aggiungo, porta rispetto per le volontà dei defunti.

Oggi, ottenuto il consenso, le cose dette sono state sostituite dalla pesante realtà che conosciamo.

E il Grullino come reagisce?

Non ricorda, ma si evolve, continua a lavorare e, sempre fedele al potente di turno, non si accontenta di plasmare l’unica unità di tempo che conosce (il presente), perché si rende conto che tale azione politica non è più sufficiente; deve evolversi più velocemente, deve dare di più, deve sostenere con maggiore forza il sistema perché capisce, anzi intuisce, che se il sistema muore, egli muore con esso.

Non ha scelta: deve modificare la realtà, sperando che tale comportamento produca effetti positivi per il sistema.

Certo, il fisico da slalomista della politica, favorisce il cammino di queste persone.

A novembre 2012 tutti contro Renzi a favore di Bersani-D’Alema….. poi , dopo aver perso le elezioni politiche,…… tutti a favore di Renzi….anche i bersaniani-dalemiani. Sono meravigliosi, anche quando “condonano” gran parte dell’evasione fiscale delle società che controllano il mercato del gioco in Italia. Lo ammetto sono stato fazioso, non è stato solo il Pd a condonare, anche il Pdl era d’accordo.

Giuro, potete chiederlo al nostro Onorevole Montroni che ha votato a favore relativamente alla riduzione del peso debitorio di tali società nei confronti del paese. Stiamo parlando di un episodio accaduto nel Parlamento italiano, parlando in italiano, scrivendo in italiano e votando sempre in italiano.

Lo ammetto…provo simpatia per il Grullino, per la sua ingenuità, per la sua dedizione ed anche perché con il suo lavoro meticoloso sta portando l’Italia verso il cambiamento…il comportamento e le parole del Grullino stanno facendo prendere coscienza ad un numero sempre maggiore di italiani e di imolesi. Lasciamolo lavorare in pace, in fondo è il nostro migliore alleato.

La stessa simpatia non la provo nei confronti di chi, pur ricoprendo un ruolo fondamentale per la democrazia, come il giornalista, deforma la realtà a suo uso e consumo.

Se poi, il giornalista in questione, riceve anche contributi statali per la sua attività…allora mi viene voglia di scrivere, da dilettante quale sono, un articolo, rimarcando che un giornalista non è un Grullino in quanto professionista, quindi estremamente consapevole, dei comportamenti che tiene.

I Grullini non sono finanziati dallo Stato, mentre la Cooperativa giornalisti del Sabato Sera riceve ogni anno contributi significativi.

2011 (273.379,14 euro)

2010 (439.450 euro)

2009 (506.660 euro)

2008 (506.660 euro)

2007 (506.660 euro)

2006 (519.973,34 euro)

Queste risorse provengono direttamente dalle tasche dei contribuenti, per cui ritengo che chi ne beneficia debba sentirsi obbligato moralmente a renderne conto con il proprio lavoro, ovvero riportando ai lettori la realtà dei fatti….anche se a volte possono non fare piacere.

ANTEFATTO

Come tanti, spero, sanno, l’esperienza di Imola Migliore, da contenitore vuoto, nel senso privo di Statuto, regole ecc, ha attivato un percorso evolutivo, dopo il cambio di rotta politica di Laghi, centrato sulla democrazia e la trasparenza. Come effetto, dopo un’estate vissuta pericolosamente, la maggioranza dei candidati si è allontanata dal consigliere eletto.

Questo nuovo quadro è stato illustrato sabato 28/09/2013 ottenendo grande risalto.

Anche il Sabato Sera, pur non presente nonostante l’invito, ci ha dedicato un po’ di spazio……epperò mettendo in risalto due passaggi, dal mio punto di vista, non correttissimi.

Il primo sosteneva che solo un terzo del “consenso” elettorale di Laghi lo aveva abbandonato, il secondo rilevava come Zaccherini non fosse la prima volta che abbandonava un partito.

Sviste forse dettate dalla non presenza in conferenza stampa o dalla mancanza di “manualità” nel trattare i numeri, per cui ho pensato di scrivere una lettera nel tentativo di mettere in condizione i lettori del Sabato Sera di essere informati sullo svolgimento reale dei fatti.

I punti “della contesa” come potete leggere nell’allegato erano sostanzialmente due:

  1. una semplice e banale dimostrazione matematica su come il giornalista, Paolo Bernardi, abbia sbagliato la valutazione nel pesare il dissenso interno nei confronti della nuova svolta di Laghi.
  2. la mancanza di senso nell’affermazione, che riporto testualmente ““Zaccherini non nuovo ad abbandoni, come quando da componente dell’assemblea territoriale lasciò il Pd””. Mancanza di senso perché questa frase, se non collocata all’interno di un contesto che spieghi tale comportamento, rischia di fare apparire il sottoscritto come facilmente propenso all’abbandono, cosa che, avendo alle spalle un unico matrimonio e una tessera Fiom dal 1985 fa un po’ sorridere.

Risposta_Mario_Zaccherini-1

IL TEOREMA

Passa una settimana e non ci crederete, ma avviene l’incredibile: Paolo Bernardi, che ringrazio per l’insperato assist, trova il tempo per dedicare una risposta alla mia precedente lettera. Considerato che parte del tempo utilizzato dal giornalista, assieme alla carta e all’inchiostro, è a carico di tutti i contribuenti, ho ritenuto doveroso rispondere utilizzando un artifizio, in altre parole immaginando di scrivere una lettera di risposta subito sotto la firma della stesso.

“Caro Paolo,

ti ringrazio per avermi identificato come creatore di un teorema. Se lo sapesse la mia vecchia insegnante di matematica riderebbe di gusto, non tanto per l’immeritato onore ricevuto, ma per il fatto che un giornalista utilizzi in maniera scorretta  l’esempio del teorema.

Vedi Paolo, possiamo parlare di teorema quando, partendo da un’ipotesi, quindi una supposizione, cerchiamo di dimostrare qualche cosa.

Se permetti, in realtà, ho fatto una cosa molto diversa: ho semplicemente sviluppato una veloce analisi su elementi certi (le preferenze espresse dagli elettori) per dimostrarti, dati alla mano, che Laghi, sulla base degli unici numeri leggibili a disposizione, ha perso quei candidati che hanno raccolto ben più di un terzo dei consensi personali complessivi della lista. Potevo semplificare il tutto evidenziando che 9 candidati, su 16, si sono allontanati da Laghi, ma ho ritenuto aggiungere un elemento qualitativo, ovvero il grado di gradimento riscosso, da questi candidati tra gli elettori.

Ti ringrazio per la fiducia, ma purtroppo non sono in grado di sviluppare un teorema, cosa nella quale, lo dico con una punta di invidia, involontariamente, tu riesci molto bene.

Con notevole abilità sei riuscito a rovesciare gli elementi e a produrre un teorema, questa volta vero, partendo da una supposizione tutta tua, secondo la quale Zaccherini (io) vuole dimostrare che Laghi (il Laghi filo Manca) conta poco.

Purtroppo al Teorema Bernardi non riconosceranno mai un Nobel, almeno nei paesi democratici, ma forse ad Astana o a Minsk chissà.

Prova!

Ancora una cosa, caro Paolo, nella risposta alla mia, scrivi giustamente che le vicende Zaccherini-Pd erano marginali, ma se lo erano perché le hai ricordate? Non ti sembra una contraddizione?

Permetti un suggerimento? Con tutte le nefandezze che stanno accadendo nella nostra città, non sarebbe più utile che, invece di difendere l’indifendibile con ragionamenti alquanto bizzarri, utilizzassi la tua penna per denunciare tutte le storture e le ingiustizie che sta vivendo il nostro territorio?

Anche a costo di far innervosire Manca, la Giunta ed il Pd intero?

Lo stiamo facendo in tanti a Imola per costruire un futuro migliore per tutti, potresti cominciare a farlo anche tu.

Se proprio vuoi parlare delle vicende di Imola Migliore perché non cominci  provando a fare un’inchiesta giornalistica sulle simpatiche storie di espulsioni, epurazioni, rifiuto della democrazia, divieto di accesso alla gestione comune della mail pubblica e di facebook avvenute mentre Laghi decideva di cambiare linea politica, da alternativa a Manca a filo Manca?

Mario Zaccherini

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RSSCommenti (7)

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  1. Giorgio Carcio says:

    A parte il fatto che con Open Office non riesco ad aprire la tua prima lettera, noto nella tua controversia con il giornalista Bernardi un po di ingenuità da parte tua o, forse, una tua volontà di non infierire. Infatti pubblichi i contributi all’editoria ricevuti da Sabato Sera e poi chiedi al giornalista di ribellarsi a chi gli garantise lo stipendio, Mario tutti teniamo famiglia!!!
    Invece mi interessa molto “l’accusa” di aver lasciato il PD da membro dell’assemblea territoriale perchè, se ti ricordi, anch’io ero membro di quella assemblea e più volte ho espresso il mio disagio ad essere membro di un organismo di partito senza essere stato eletto da nessuno ma nominato da Jacopo perche facevo/facevamo parte del gruppo che sosteneva Marino. Questa la dice lunga sulla percezione della democrazia all’interno al PD, confondono i nominati con gli eletti e si permettono di fare appunti sulle rappresentanze all’interno di un altro partito/movimento. Ripeto, Laghi per quel che ho notato dagli articoli e del vostro dibattito su facebook non ha rispettato il mandato dei suoi elettori, quindi o indice un’assemblea aperta a tutti i suoi elettori e spiega la sua posizione o si deve dimettere a prescindere che siano 5 o 6 o 16 i candidati della sua lista.

  2. Brigida Miranda says:

    Credo che Mario Zaccherini abbia risposto doverosamente con i numeri perché è stato per primo il giornalista a evidenziare i numeri e le preferenze nell’articolo in cui si parlava, senza troppa dovizia di particolari, della nascita dell’associazione (alla cui conferenza stampa il giornalista non era nemmeno presente). Quello che sento di evidenziare, ma lungi da me fare critiche su un collega, è il ‘sistema’ usato dal Sabato Sera per fare informazione. Quando Laghi si è candidato alla carica di sindaco contro Manca le frecciatine non sono mai mancate nei pochi articoli a lui dedicati. Infatti il Sabato Sera è stato assente a quasi tutte le conferenze stampa indette durante la campagna elettorale. Ora che Laghi ha adottato la politica morbida e di dialogo verso Manca, il Sabato Sera si sente in dovre di trattarlo meglio, mentre il ‘nemico’ diventa automaticamente Mario Zaccherini che invece è rimasto sulla posizione coerente di alternativa a Manca (insieme a tutti i fuoriusciti). Il concetto che Mario non sia nuovo agli abbandoni, lungi dal fare informazione obiettiva, vuole chiaramente insinuare nel lettore la convinzione che sia Zaccherini colui che non si trova bene nei gruppi cui aderisce e dai quali, dopo un po’, deve inevitabilmente uscire, senza invece sviscerare realmente le motivazioni di questi abbandoni che sono molto simili e risiedono nella mancanza di democrazia interna. Fantasiosa poi la lettera di risposta del giornalista che si avventura in calcoli da “arrampicata sugli specchi” dimenticando invece che la realtà è tutt’altra. La forza di Giorgio Laghi non stava tanto nella persona in sè (Laghi restava pur sempre un fuoriuscito di partito, che col partito aveva campato per anni), ma nella sua ricostruita verginità, resa possibile dalla discesa in campo di 33 persone delle sue due liste assolutamente nuove nel panorama politico locale. Se di queste 33, 24 ne escono e le altre si eclissano (di fatto a oggi nella coalizione di Laghi sono rimasti quattro candidati – Chiaiese, Battilani, Bertozzi e Gagliano – e qualche sostenitore che però non era in lista) è ovvio che Laghi non ha nemmeno più ragione di esistere come soggetto politico ‘nuovo’ promosso in campagna elettorale. Del resto, basta guardare un po’ i social network che pure sono indicatori di verità per capire che i superstiti della coalizione parlano solo per se stessi e verificare, dall’altro lato, il consenso e la simpatia che invece sono rimasti pressochè immutati verso i ‘ribelli’ che, da tutta questa vicenda, sono usciti a testa alta e con la faccia assolutamente pulita.

  3. Andrea Manzoni says:

    Complimenti Mario per l’articolo…. PS: cambiare non è un errore, e in molte circostanze è una constatazione di coscienza, viceversa saresti un grullino pure tu!!

  4. Eros says:

    Gentile Mario , seguo gli avvenimenti del post elezioni imolesi e l’involuzione “manchiana” del duo L-C a cui gli scritti dell’autorevole penna della “gazzetta locale” del “fu” partito della sinistra vengono , come ben sottolinea Brigida Miranda , in soccorso, “ex rosso” , partendo dall’assunto che essendo tu . scrive il “nostro” ,” non nuovo ad abbandoni ” , cioè avezzo alle dimissioni non ci si deve stupire delle tue critiche , assai motivate dico io, verso la “nuova” linea “politica” del richiamato duo .

    Mi sembra un chiaro tentativo di delegittimazione politica : sbaglio ?

    Ora mettere in discussione la possibilità di dimettersi , anche piu’ volte , da organismi ,politici e non , e farne di questo motivo una preconcetta sfiducia nelle scelte personali con relative motivazioni politiche può , per me , appartenere solo a coloro che le dimissioni non le danno nai e ai loro ,come dico io , e come fa intendere anche Giorgio Carcio, “altoparlanti mediatici” .

    Infatti piu’ che non praticare le dimissioni oggi , come evidenziato da molti , è in voga il “salire sul carro del “vincitore” prossimo futuro ( senza spingerlo, come vorrebbe il loro prossimo “capo”,perchè comporta fatica ) , giacchè piu’ che il produrre idee sulle quali confrontarsi , oggi domina , nel “fu” partito della sinistra , l’appartenere ad una “fazione” , molto eterogenee nei fini ma non nell’interesse unico che è il potere e relativa , ben pagata, sussistenza personale.

    Sono convinto che il “nostro” non eserciterà, come da te richiesto, la sua penna per parlare dei problemi sociali della realtà imolese perchè il tanto evocato giornalismo d’inchiesta non esiste quasi piu’ , tantomeno sulla “gazzetta locale” , e poi non bisogna disturbare il “conducator” di “grullinandia” e i suoi ex oppositori.

    Sono lontani i tempi del “Sabato Sera” di Corso Bacchilega : altro contesto storico , ovvio, ma soprattutto altra tempra morale , altra concezione della politica al servizio del pubblico , altro concetto della militanza politica .

    Buon lavoro politico e ben essere .

  5. Sancho says:

    Caro Mario, per il bene che ti voglio, cessa, cessa. Continui a cullare e provare di coltivare ideali. Nella società dell’egoismo di massa continui a propugnare l’impegno disinteressato. Sei fuori dal tempo, sei ottocentesco. Non esistono più diritti inviolabili, sacralità della persona, diritto alla corretta informazione, la sacralità del lavoro come valore (quasi un anagramma), la gratuità dell’impegno sociale e chi più ne ha più ne metta. Oggi ci sono diritti acquisiti (es. 93.000 evri di pensione al mese); carcerati in attesa di giudizio e poi, magari, assolti; milioni di evri elargiti all’informazione (stampa, video, audio) solo in chiave Goebbelsiana, “volontari” prezzolati per svolgere ignobili attività che nessuno farebbe (multe a vecchiette che non sono in grado di leggere il calendario). Il Sabato Sera da organo di stampa locale degli anni ottanta si ergeva a tribunetta politica aperta a tutti gli interventi, offriva panorami ricchi di cronaca locale (dir. Bettini) oggi è divenuto un organetto (bandoneon) di casa (little house organ) al servizio di una autoreferenziale castina fallimentare. Nel detto organo la gente salta le prime pagine e corre ai necrologi ed alle lettere, salta tutta la pubblicità sia quella a pagamento che quella non. E ti lamenti che ti pubblicano le risposte. Non parliamo del “church organ” che come ti arriva casa sfreccia, alla velocità del fulmine, nella carta da riciclo. Caro Mario, per il bene che ti voglio, cessa. Adeguati. Un pochinino di egoismo lo coltivi anche tu. Adeguati. Diventa, seppur portatore di tradizione e di ideali, più accondiscendente, modera, partecipa, proponi, vivi serenamente questa stagione di cambiamento e vedrai, se ti comporti bene, se vai alle primarie, se prendi voti per fare X e poi fai Y, se smetti di rompere le scatole, se per te i cittadini cominciano a diventare spicchi di limone su un bel piatto di fritto “scampi e calamaretti” da assaporare con voluttà, vedrai che ti si apriranno scenari da favola.
    Mario, per il bene che ti voglio, cessa!

    Sancho Panza.

    P.S. Devo andare a dare la biada all’asino.

  6. gianni says:

    ….da paiaz a grullini…..invertendo l’ordine dei fattori il risultato non cambia….

  7. Ugo Bernasconi says:

    Tanti nostri amministratori parlano parlano e intanto anche oggi 1000 aziende hanno chiuso in Italia (anche la storica HOPPE di Bolzano lasciando in mezzo alla strada 158 persone) noi piccoli imprenditori di IMPRESECHERESISTONO abbiamo deciso che
    Mercoledì 27 Novembre 2013 dalle 08.00 alle 12.00 ci sarà un evento senza precedenti: una serrata nazionale delle attività da parte di commercianti, partite iva, micro e piccoli imprenditori per comunicare, all’opinione pubblica, il perdurare della condizione attuale di crisi economica e l’immobilismo delle istituzioni nel creare soluzioni che non si trasformino solo ed esclusivamente in nuove tasse.
    L’idea è elementare: dare un segnale forte prima che la situazione non sia del tutto irreversibile; serrande abbassate, porte chiuse, portoni chiusi, non si risponde al citofono, al telefono, non si spediscono mail, fax, non si eseguono attività ne di scarico ne di carico. E’anche possibile organizzare nella propria via, paese o città un punto di raccolta e incontrarsi personalmente per costituire un vero comitato.
    Per gli imprenditori, non importa se piccoli, medi o grandi, è arrivato il momento di dire a gran voce ai governanti che in Italia è diventato impossibile lavorare, fare impresa, creare posti di lavoro, insomma creare ricchezza.
    Non esiste il minimo segnale che possa far pensare che l’Italia tutta si possa risollevare economicamente e questa manifestazione vuole risvegliare le coscienze e l’orgoglio degli imprenditori.

    IMPRESECHERESISTONO
    http://WWW.IMPRESECHERESISTONO.ORG

    SAREBBE BELLO CHE PER UNA VOLTA IL SEGNALE DELLO SCONTENTO ARRIVASSE DA PIU’ PARTI.

    Grazie per l’attenzione

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