IL MINISTRO POLETTI INTERVIENE DAVANTI AI LAVORATORI DELLA CESI A SAN GIULIANO DI IMOLA

Ovvero: porteremo avanti le nostre decisioni!!! E dei lavoratori cosa ne facciamo?????

L’incontro tra il ministro Poletti e i lavoratori della CESI si poteva supporre fosse vivace, magari “sanguigno”, invece è stato qualcosa a metà fra l’orazione funebre e il drive in senza “donnine”.

Si è visto un Poletti giganteggiare sul palco, nell’affrontare completamente solo l’impresa: Montroni, Pariani, Manca, Tinti, Golini, Castellari, per parlare di tutti gli accomodati in prima fila, zitti e defilatissimi, nemmeno il saluto di convenienza…

L’incipit forse si poteva prevedere, nel senso che probabilmente chiunque avrebbe fatto questo tipo di premessa: la crisi morde, l’edilizia in particolare è in grande crisi.

Lo sviluppo del ragionamento è stato inaspettato (o forse no?): nessuna analisi del locale, di quello che ha portato un’azienda dalla mille possibilità, la CESI appunto, con una grande storia ad accumulare centinaia di milioni di debiti e a lasciare i lavoratori senza tutela e senza lavoro da un giorno all’altro.

E dire che il nostro Ministro non può non conoscere nel dettaglio la realtà della cooperazione imolese. Nel passato ha scalato, partendo da Legacoop Imola, tutti i vertici del settore fino a diventare Presidente della Lega Nazionale, per cui da lui mi attendevo non solo un’analisi della situazione, per quanto dolorosa per il Pd locale, ma anche una soluzione ed una serie di raccomandazioni affinché certe tragedie non si ripetano in futuro. Il dramma è accaduto a casa sua, come poteva non sapere?

Invece un mettere le mani avanti: i lavoratori in difficoltà sono tanti, io sono il ministro di tutti ad esempio dell’Elettrolux e di altre aziende in difficoltà, non posso dare garanzie.

Questo sarebbe ovvio e sacrosanto ma mi ricorda tanto il commento sul miliardo di CIG che mancherebbe a fronte dell’operazione 80 euro in busta e non mi pare rassicurante.

Poi l’excursus sui problemi,  che insomma, li hanno tutti, l’Europa, Gaza e altri, per fortuna siamo rimasti nella dimensione planetaria. Poi la difesa dei provvedimenti sul lavoro (in un mese 54.000 lavoratori in più ma nessuno l’ha detto: noi veramente saremmo preoccupati degli attuali 400 in meno e delle 1.100 aziende dell’indotto). Segue l’attacco ai privilegi, alle baby pensioni (il crudele non ricorda le lacrime della povera Fornero), la rivendicazione della riforma (in senso autoritario aggiungiamo noi) del Senato perché bisogna poter decidere! Perché le aziende hanno troppa burocrazia, i processi sono troppo lunghi (e, sempre aggiungiamo noi, i reati si cancellano ex post, quindi in effetti nessuna garanzia di giustizia) e vanno all’estero!. S’è sentito con Marchionne?

Siamo arrivati al nodo cruciale, questa burocrazia assassina: Poletti la mette in burletta, riporta l’esempio comico, la burocrazia interviene persino sulle dimensioni delle gabbiette degli storni (pare sia direttiva europea, ma in Germania la cosa non sembra abbia creato problemi), perché allora non anche sulle bocce dei pesci rossi?

A prescindere dal fatto che ignoriamo in che modo le gabbie degli storni influenzino la crisi imolese, forse il ministro dimentica che, affinché l’apparato dello Stato funzioni, sarebbero necessarie norme chiare, che non si accavallino e non si contraddicano,  tempi certi e ragionevoli, responsabilità chiare. Gli consiglieremmo di mettersi nei panni di un odiato burocrate a provare a decifrare ed attuare le leggi che, sempre con decretazione di urgenza, sono state varata dal suo governo oppure di chiedere ai cittadini quanto sono soddisfatti su TASI, TARI, IUC ecc. ecc. Ma, come abbiamo avuto occasione di dire, creare caos consente di regnare indisturbati.

Per finire, davanti ad una platea come imbalsamata e a tratti plaudente (mai trionfale e senza ola), l’estremo atto di coraggio: “Ci assumiamo tutte le responsabilità  (Vorremmm aanche sapere in che modo?) anche davanti a chi dissente e a chi fischia, e porteremo comunque avanti le nostre decisioni”.

Benissimo,  siamo in ottime mani. Gigante, pensaci tu!

Nicoletta Folli e Luigi Caligiuri (CSA Emilia-Romagna), Mario Zaccherini (Associazione Culturale Imola Migliore)

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