CEDESI RENZIANI, ANCHE IN BLOCCO, PER FINE UTILIZZO By MARIO ZACCHERINI

Chiariamo subito una cosa: ieri, 26 giugno 2017, la vera sconfitta è la Democrazia. Quando un paese libero raccoglie un misero 46% di partecipazione i casi sono due: terremoti, maremoti e invasioni aliene oppure un sistema partitico inadeguato per la nostra realtà. Purtroppo la causa la conosciamo tutti……

Detto questo, in seconda battuta, emergono con lineare chiarezza vincitori e vinti: la destra ha vinto, il civismo (al netto del tradimento padovano) è vivo e vegeto, il M5S per l’ennesima volta ha dimostrato di essere poco interessato alle amministrazioni locali (scelta gravissima perché produce un distacco tra cittadini e politica), Pizzarotti più che vincere ha trionfato a Parma (peccato che il M5S non si riconosca più in lui).

E il Pd? A mio parere non ha né vinto né perso, ma è stato allontanato dalla storia italiana. Anzi più che allontanato è stato espulso (più o meno come il Partito Socialista francese). Esistono situazioni che non possono essere valutate con i numeri, ma con un approccio antropologico, ovvero cercando di capire cosa significa, nell’immaginario collettivo, la conquista o la perdita di un territorio (di una comunità).

Non tutte le città hanno lo stesso peso; all’interno, di una determinata cultura politica esistono (esistevano) città simbolo, luoghi dove la storia è forma, dove i valori sono tramandati di padre in figlio. Ambienti che richiamano nomi come Breda, Campari, Magneti Marelli, Falk e tante altri che furono la base del futuro proletariato di Sesto San Giovanni. Sesto San Giovanni detta la Stalingrado d’Italia.

Una città proletaria composta da lavoratori che hanno combattuto (in tempi non sospetti) contro il nazi fascismo. Una cultura centrata sui diritti politici e del lavoro, una cultura sempre rappresentata dalla sinistra. Un pensiero che nemmeno l’esperienza “Penati” aveva scalfito. Eppure……al peso del renzismo le strutture hanno ceduto lasciando, per la prima volta, la poltrona di Sindaco al centrodestra.

Ragazzi, riflettiamo un attimo: a Sesto San Giovanni dal 1946 (millenovecentoquarantasei) il Sindaco era di sinistra. Sono serviti 71 anni per fare entrare la destra trionfante in consiglio comunale.

Perché? Il renzismo sta uccidendo i diritti figli della nostra Democrazia e, come reazione stizzita, i cittadini si “gettano” a destra, non certo per una questione ideologica, ma perché si sentono maggiormente tutelati (questa è veramente grossa) nei diritti e nel vivere quotidiano.

Ridete, ridete, ma la Lega Nord e Fratelli d’Italia stanno sopperendo alla “latitanza” della sinistra con una forma di pensiero sociale che raccoglie consenso tra gli strati più umili e meno ideologizzati della popolazione.

Ridete, ridete, ma in tante cose le linee politiche sono molto più a sinistra di Tsipras.

Sesto San Giovanni, come Genova, come Budrio (avete letto bene, Budrio di Bologna) e, forse il caso più inquietante, L’Aquila.

La città abruzzese dal 2012 al 2017 è stata governata da un Sindaco Pd e, dal 2013, si è trovata, per quanto riguarda il tema ricostruzione, a collaborare con dei Governi a guida Pd. Ebbene, il nuovo Sindaco sarà espressione del centro-destra. Forse qualche cosa non ha funzionato……….nella ricostruzione.

IMOLA 2018

Queste Amministrative lasciano un insegnamento a noi imolesi? A mio parere tantissimi.

Se si vuole smantellare il “sistema” e costruire una città progettuale occorre lavorare insieme. Il renzismo, lo sanno anche i muri, è divisorio e punta alla disgregazione delle opposizioni. Maggiori sono le formazioni presenti nella scheda elettorale e maggiori sono le possibilità che il Pd rivinca. Tutte le forze che non vogliono aggregarsi attorno ad un progetto favoriscono (indirettamente) gli interessi dei renziani locali.

Ragionamento banale, ma passano gli anni e siamo sempre al punto di partenza: con la destra mai! Con la sinistra nemmeno morto! Con tutti mai! Sempre i soliti ragionamenti dimenticando che parliamo di una città, del nostro ambiente, dei nostri figli, del nostro futuro. Possiamo dimenticarci per un attimo di Roma e dell’Europa? Crediamo che questa città possa offrire un’amministrazione migliore? Riusciamo a parlare solo di progetti?

Ormai ci conosciamo tutti e sappiamo benissimo chi è disponibile a vendersi e chi invece vuole il bene del territorio.

Questa è la vera sfida! Creare una sorta di rivoluzione culturale che metta al centro il cittadino con i suoi bisogni e isolando il vecchio sistema ed i suoi alleati.

A Imola la vera emergenza consiste nel ricostruire una comunità di cittadini e non ricostruire le poltrone di qualche partito o qualche “finta sinistra” organizzata.

Ps

In Europa stanno accadendo cose meravigliose che riaccendono le speranze.

Queste speranze hanno un nome: Jeremy Corbyn, un “vecchio” laburista che raccoglie il consenso dei giovani inglesi e li fa sognare.

https://youtu.be/T4_Yrwb4rh8

Mario Zaccherini


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