AUTODROMO 2013: COMUNICATO COMITATO PER UN AUTODROMODIVERSO

Oggi, 6 marzo 2013, per la prima volta quest’anno, i rumori dei motori a scoppio che eseguono “prove tecniche” (leggi: noleggi pista per far cassa) sull’autodromo ubicato a poche decine di metri dal tessuto urbano della città di Imola, hanno invaso le nostre case, le sponde del nostro fiume, il nostro parco, le nostre menti.

Alla vigilia di decisioni importanti, tale è il fissare il calendario eventi 2013 per l’autodromo, si avvertiva nell’aria una sorta di attesa, un alito di novità, di inventiva, di accantonamento del vecchio. I più pessimisti affermavano, con fermezza, che nulla sarebbe cambiato, che per cambiare occorrono nuove idee, la forza dell’innovazione e la consapevolezza che solo cercando il futuro, nella sua inevitabile evoluzione, si riesce a migliorare il presente. Anche il risultato elettorale (Nazionale) così fortemente penalizzante per il partito politico maggiormente rappresentativo nell’Amministrazione della nostra Città, sembrava far supporre la possibilità non di un ravvedimento, ma di una presa di coscienza della misura, della necessità di “vero”ascolto, della possibilità di dubbio. Purtroppo avevano ragione loro, i pessimisti.

Un calendario molto, troppo pieno di rumore, a favore di pochi e a danno di molti, ricco di “famose” e fumose (cambio di vocale da settimana enigmistica) competizioni che vedranno, come sempre, assenza totale di pubblico, con premiazioni deserte (all’ultima sotto il palco 8 -otto- persone), con l’impossibilità della Città di vivere il proprio storico parco, con numerose scuole in assurda difficoltà nel tenere lezione come si dovrebbe, con le case di molti imolesi invase da stupido ed inutile rumore. Del denaro parleremo a stagione conclusa: i problemi sono molteplici, quelli di sempre e quelli, più gravi e contingenti, della crisi che ci attanaglia e che vedrà sempre meno denaro affluire e circolare. Sarà interessante spiegare ai novelli cassintegrati della nostra Cooperativa Ceramica, a tutti gli imolesi in grave e non nuova difficoltà economica, ai giovani (il nostro solo futuro) senza lavoro che vedono alienato il loro diritto ad una vita giusta e a loro dovuta, alle persone in coda agli uffici di Hera per chiedere dilazioni per i pagamenti, alle benemerite ed indispensabili associazioni di volontariato che si prodigano nel distribuire pasti a chi non può più comprarselo, che per soddisfare le brame di pochi benestanti motorizzati, per protrarre una tradizione che ormai odora di vecchio, di passato, di finito,  per sbandierare un “indotto” ancora tutto da dimostrare (occorre raggiungere un accordo urgente con il Presidente degli albergatori per evitare altre figuracce) si penalizza in modo così pesante tutta una città.

Noi, Cittadini per un Autodromodiverso, e siamo certi anche gli amici del Comitato Autodromo, siamo convinti della necessità di individuare un diverso orientamento verso la gestione dell’autodromo imolese e siamo certi che questa diversa gestione possa portare non  solo meno disagio alla città, ma anche maggiore prestigio e risonanza. Quello che si legge nelle interviste riportate sui quotidiani riguardo le affermazioni del Sindaco Manca che vede la città fare suo l’autodromo va rovesciata con decisione perchè è l’autodromo che in modo violento ed insensato si impadronisce della città e l’idea di portare i nostri ragazzi a visitare il tempio della velocità, dello sprezzo del pericolo e del peggior uso possibile del mezzo a motore è a dir poco pericolosa, degradante, fuorviante, cattiva. Ci opporremo dunque a questa scelta che riteniamo superata, obsoleta, negativa e dannosa per il bene della città e chiederemo a tutti gli altri candidati sindaci che si presenteranno alle prossime elezioni amministrative la loro posizione in proposito. Sarà una richiesta precisa, motivata, indirizzata alla comprensione di chi vede la posizione dell’autodromo in modo diverso da noi e alla collaborazione per ricercare diversificate iniziative. Noi, lo abbiamo sempre detto, siamo contrari alla chiusura dell’autodromo che per tanti anni ha rappresentato un importante punto di riferimento per Imola e non solo, ma siamo fermamente contrari all’attuale sconsiderato utilizzo della struttura. Proponiamo, infine, una seria riflessione circa i politici che si dicono sulla via dell’ascolto ma continuano a decidere diversamente da quanto sottoposto alla loro attenzione.

CITTADINI PER UN AUTODROMODIVERSO

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  1. Andrea says:

    E puntualmente si ritorna sulla solita minestra riscaldata….
    Ora è colpa dell’autodromo pure se le aziende vanno in cassa integrazione.
    Il prossimo passo cos’è? La fame in africa è sempre colpa dell’autodromo?
    Poi come già ripetuto incentivare i giovani a sfogarsi in pista e non per strada (morti sulla montanara nel 2012 dice nulla???) è una cosa ridicola, ma attaccarsi dopo ogni singolo giorno di attività in pista perchè le auto e le moto hanno una voce non lo è….nono.
    Come che i concerti o le feste sul lungo fiume in estate siano silenziose.
    Mah…..

  2. mauro magnani says:

    Signor Andrea, ritengo che i casi siano due: o io non so più scrivere a senso compiuto o lei non è in grado di capire ciò che legge. Io propendo per la seconda ipotesi.
    Se si impegna a fondo, ma proprio a fondo, nel rileggere quanto più sopra, potrà percepire il corretto messaggio di quanto ho scritto e cioè che (provo a ripetermi con parole povere confidando nella sua comprensione – intesa come possibilità di comprendere)tutto quello che il comune di Imola e CON. AMI hanno speso a fondo perduto nell’autodromo di Imola, quanto meno negli ultimi tre, quattro anni (la crisi era già presente e mordeva le terga di centinaia di imolesi)avrebbe potuto prendere direzioni diverse, scopi e destinazioni mirate ad arginare una situazione con aspetti drammatici per molte famiglie e decisamente gravi per altrettante. Ora, signor Andrea, se lei è riuscito ad intravvedere nelle mie parole un senso compiuto, potrei aggiungere che, ad esempio, le associazioni che cercano di arginare (non pensi ad un argine di un fiume) la FAME nella nostra città, sono in grave difficoltà nell’acquisto di quei beni che sono indispensabili allo scopo di cui sopra (fin qui ci siamo?), per cui io azzardo l’ipotesi che se la nostra amministrazione comunale avesse, per esempio, finanziato tali associazioni invece di coprire le pesanti perdite di Formula Imola in questi anni, società che sta divorando denaro pubblico al solo scopo di soddisfare l’insana e fuori dal tempo voglia di velocità di pochi danarosi che in cambio del loro hobby (un po’ di inglese ?) rompono le orecchie a buona parte della città, rendono inagibile il parco cittadino delle Acque Minerali, costituiscono un problema per le scuole costruite vicino alla pista e inquinano senza ragione una zona tra le più belle vicino alla città, forse (e dico forse perchè io al contrario di lei non ho certezze) le cose sarebbero potute andare in modo lievemente diverso. Vorrei precisare, tentando di tenderle la mano, che la minestra riscaldata con la quale lei ha concluso la prima riga del suo intervento qui sopra è tutt’altra minestra rispetto quella di cui parlo io un po’ più sotto (troppa minestra per lei?)
    Sempre per renderla edotta, preciso che il detto “la fame in Africa” è obsoleta proprio perchè la FAME l’abbiamo ormai in casa, quindi si aggiorni. Non mi risulta poi che in Africa vi siano piste per la velocità: forse hanno altri problemi.
    Ora aiuti lei me a comprendere: “nono” dopo i puntini proprio non lo capisco e spero mi vorrà perdonare. Si riferisce forse, a mo’ di imprecazione, a Pio nono o fa riferimento ai concerti di cui vi è traccia nella sua poco più sotto costruendo un ponte azzardato verso il famoso compositore Nono? (anche la costruzione grammaticale della frase mi è ostica: corretta sarebbe “Come “se” i concerti ….. “fossero” silenziose)Mi illumini quando le riuscirà gradito.
    Per finire, signor Andrea, lei riesce a comprendere la sostanziale diversità tra un concerto serale di una band, o di un famoso cantante, o di una orchestra, o di -aggiunga lei quello che desidera- alla quale assistono alcune migliaia di appassionati di tutte le età per una sera una tantum (oddia sono caduto nel latino …) e i quattro gatti che per un’intera giornata per 117 giornate lo scorso anno deliziano la città praticamente un giorno si e uno no, mentre nelle tribune, nelle gradinate e comunque lungo la pista non c’è nemmeno un cane (anche quelli scappano) ad assistere? E’ un concetto troppo complesso per lei? Temo di si. In caso contrario non avrebbe concluso la sua qui sopra con argomentazioni che non hanno senso alcuno e, lo dico con sincero rammarico, identificano una persona che semplicemente non capisce perchè non vuol capire: la tipologia peggiore.

  3. jacopo says:

    Behh io ho appena lasciato un commento sul mio Blog con link a questo post… anche per ringranziare pubblicamente i visitatori del blog… grazie ragazzi!

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