UN AUTODROMO CONTRO I MULINI A VENTO By MARIO ZACCHERINI

In un Paese colpito da una crisi che ha prodotto effetti sociali simili a una guerra, l’azione salvifica maggiormente richiesta, da spendere in mille declinazioni, è “privatizzare“.

Lo Stato, questo è il senso, dovrebbe rinunciare ad una serie di azioni che motivano l’esistenza dello stesso, in particolare sulla sanità e sulla scuola, per lasciare spazio ad altri attori coinvolti nel processo di privatizzazione o sussidiarietà. Il destino del nostro Paese E segnato!

Sempre lo Stato, nelle parole e negli studi di Cottarelli, si e reso conto che parte della rinascita passa attraverso l’abolizione delle spese superflue che impegnano, spesso producendo perenni rossi di bilancio, Comuni, Regioni, Partecipa, Municipalizzate ecc.

Il nuovo verbo dell’Italia dopo Berlusconi è armonizzare, centralizzare e ridurre i Centri di Spesa.

L’effetto, venendo a Imola, lo vedremo tra pochi anni quando, grazie alla Città Metropolitana, sarà chiusa la nostra Ausl sostituita da un presidio ospedaliero comprendente pronto soccorso delle Nazioni Unite, un reparto di lunga degenza e un centro prelievi.

D’altronde, ci diranno, in “città” abbiamo già tutto in quantità e qualità a pochi chilometri dal Centro Leonardo: vero, il S.Orsola, Rizzoli, Maggiore ecc, sono vicinissimi, non si capisce perché dovremmo avere servizi doppi!

Che amarezza!

Non ci credete? Se non volete credere alle mie parole fate una gita a Medicina e chiedete, possibilmente non a Rambaldi o Taraborrelli, com’è stato gestito il problema sanità quando la città del Barbarossa è entrata nell’Ausl Imolese.

Informatevi sulla divergenza tra le parole del prima e la realtà del dopo … in fondo il pesce grande mangia sempre il piccolo … solo che adesso il pesce piccolo è Imola.

Importanza AUTODROMO

Imola vive un paradosso perché da un lato, la demolizione di fatto dell’Ospedale, porterà un notevole risparmio alla Regione e dall’altro, con l’Autodromo, continuerà a sperperare danari dei Cittadini del Circondario nel tentativo di rinverdire antichi fasti.

Del nostro impianto tanto si e detto e scritto e, dopo anni di polemiche qualche elemento di comprensione si e trasformato in cultura e consapevolezza popolare, rendendo più agevole la Discussione:

  1. L’attuale crisi ha ampiamente dimostrato che non esiste legame  Sviluppo produttivo e / o occupazionale tra Autodromo, nome città e imprese locali. Imola, pur con l’impianto funzionante, ha conosciuto la più devastante crisi dal 45 a oggi portando alla chiusura di Cnh, Cesi, 3Elle e tante altre imprese minori.
  2. Non ESISTE un “brand” Imola (Concetto difficile da capire). Le aziende che esportano nel mondo sono conosciute per la qualità e affidabilità dei prodotti. I “colossi” locali aono nati ben prima della pista del Santerno. Se l’impianto fosse nato sul Lamone o sul Ronco la storia industriale del territorio non sarebbe cambiata di una virgola. Ad onestà del vero e giusto riconoscere che prima dei pluri fallimenti la F1 portava lavoro al commercio, turismo e similari (anche se i numeri, spalmati sui 12 mesi facevano fatica a fare statistica è giusto ricordare che, in particolare per il settore alberghiero, le giornate legato alla presenza della F1 garantivano il sold-out,

MERCATO AUTODROMI

Il mondo è cambiato e con esso anche le dinamiche che ruotano attorno al mondo della velocità. Da questo punto di vista è del tutto evidente che, chi governa il vapore dell’impianto imolese, è rimasto fermo davanti ad un vecchio televisore in bianco e nero che incessantemente continua a trasmettere notizie degli anni 70.

Dopo il fallimento della Gestione Sagis si è cercato (purtroppo l’operazione è ancora in corso) di rianimare un morto ottenendo una specie di zombi che si ciba di risorse imolesi; quelle risorse che permetterebbero al pensionato di essere visitato dopo tre giorni, e non dopo 90, purtroppo sono dirottate verso questo famelico Essere.

Se i padroni del vapore avessero fatto un abbonamento a Sky, anche di base, avrebbero scoperto, oltre al colore, all’alta definizione e altre diavolerie, che in Italia esiste un mercato competitivo degli autodromi controllato da giganti dell’industria.

Vivere di ricordi è bellissimo, ma per Costruire la Realtà bisogna Avere idee e Risorse.

Pensare di Entrare / Tornare nel Mondo multimilionario del motore con il portafoglio vuoto è da folli!

Probabilmente, conoscendo meglio il mercato, sarebbe servita una maggior prudenza nel dipingere il futuro dell’impianto e maggiore attenzione nel valutare i futuri compagni di viaggio.

Non per essere polemici (mi piaccio mento mento in maniera così sfacciata!), ma il vero concorrente di Imola non è Monza (gestito, SEMBRA incredibile, peggio ancor) bensì Misano e il Mugello e, proprio su tali impianti, serviva uno studio comparato molto approfondito.

Quando, sempre quelli del televisore in bianco e nero, hanno di creare il mostro probabilmente non si sono resi conto contro chi dovevano competere e non hanno compreso che quando sei espulso da un mercato rientrarvi è molto difficile perché riconquistare la fiducia dei consumatori è faticosissimo .

La parola magica deve essere ” privatizzare” cercando un soggetto interessato alla gestione e / o, perché no, all’acquisto dell’impianto per METTERE Imola nelle condizioni di competere ad armi pari con Misano e Mugello.

Insisto su questo punto perché, se vuoi diventare, nel nostro caso tornare, leader in un mercato voluttuario devi essere in grado di poter investire risorse molto importanti senza il patema continuo dei vincoli di bilancio.

Probabilmente tanti hanno pensato che bastasse mettere sul tavolo il glorioso nome della città e tutto sarebbe tornato come prima. Errore grave.

La storia ci ha insegnato che i marchi, in tanti casi, sono stati sostituiti dal vil denaro: Bologna Calcio Un Nome / marchio / di marca molto importante in Italia, senza le disponibilità del gruppo Iacopina / Saputo difficilmente sarebbe stato risanato.

Sassuolo , calcisticamente parlando, non ha un passato memorabile da ricordare, ma ha un presente legato alla Mapei , “aziendina” con consolidato da quasi dovuto miliardi (di euro) di fatturato, in utile per circa quaranta milioni (sempre di euro).

Il buon Squinzi PUÒ permettersi di destinare OGNI anno alla Squadra nero-verde la bellezza di Quindici Milioni (di euro).

Facile, o meno difficile, portare una realtà del genere a competere contro i colossi storici del calcio nazionale.

Lo stesso ragionamento sulle possibilità legate ai vincoli di bilancio, lo ritroviamo nel settore autodromi.

Il Santa Monica appartiene al Gruppo Financo . Il Nome probabilmente non dice nulla, ma i numeri impressionanti perché, a livello consolidato, muove la bellezza di 524 Milioni di euro. Gruppo multi aziendale ora sconta una profonda crisi del nucleo (cemento e calcestruzzi), ma nel non lontanissimo  2007 poteva contare su 2.500 Dipendenti ed fatturato consolidato di 866 Milioni di euro.

La proprietà del Mugello è una di quelle che fanno tremare le vene dei polsi: Ferrari , quindi Fiat , In altre parole Marchionne .

Sembra incredibile che, competere contro questi giganti, Imola si sia “concessa” al privato, grazie alla Politica e alla Cesi, APRENDO le porte al gruppo Norman95.

Per combattere contro eccellenze come Financo e Ferrari / Fiat il miglior compagno venne individuato in una società in odore di fallimento ed Anche peggio (a tal riguardo http://www.pensieridemocratici.it/politica/02/queste-e-altre-storie-sulle-sponde-del-santerno-by-mario-zaccherini/ )

Anche Il più ingenuo dei lettori comprende che un autodromo di proprietà della Fiat può muoversi all’interno di ampi orizzonti, mentre Imola …

GRANDI NUMERI E QUALITA ‘DELLA VITA

I numeri, più delle parole, spiegano perché il nuovo autodromo faticherà moltissimo per tornare a brillare.

Il primo confronto è legato alle dimensioni delle proprietà: Misano appartiene al Gruppo Financo, il Mugello alla Ferrari / Fiat.

Altro aspetto importante: le due società, rimanendo alle attività degli autodromi, presentano bilanci che quasi non fanno statistica all’interno dei rispettivi Gruppi. Misano (Santa Monica Spa mediamente rappresenta l’1,6% del Gruppo Financo) e Mugello (Mugello Circuit Spa pesa in Ferrari con un 0,005%) possono tranquillamente vivere senza l’assillo di bilancio perché, in particolare l’impianto toscano, sono nati con il compito di “fare immagine” e non cassa.

Per osare una cifra, i bilanci di Maranello presentano, da anni, utili superiori ai di 200 milioni di euro.

Imola, Almeno un parere mio, rappresentava il top italiano dell’offerta impiantistica nello scorso millennio, Oggi DEVE confrontarsi con dei competitori privati potentissimi che, lavorando in armonia con il territorio che li ospita, vogliono mantenere la leadership del mercato.

2010 2011 2012 2013
Fatturati
MUGELLO 13.641.960 15.492.591 12.200.494 13.453.704
MISANO 10.732.000 10.014.000 9.390.000 8.599.000
IMOLA 2.901.791 4.189.766 4.617.442 4.412.306
RISULTATI
IMOLA -93,959 -772,883 -2.272.162 26,345
MUGELLO 246,862 692,342 -809,046 -896,679
MISANO -182,000 26.000 -554,000 -482,000

Rimarco quest’aspetto, perché fondamentale per intuire il futuro: Mugello e Misano hanno una missione diversa da Imola! La città del grifone, ormai messa all’angolo dal mercato, DEVE “raschiare il barile” accettando tutto quello che porta danaro … inquinamento compreso.

Misano e Mugello , avendo “le spalle larghe” subiscono solo in minima parte le regole del mercato, anzi,  per quanto riguarda l’Inquinamento acustico sono in prima linea nelle tutele verso i Cittadini.

Perché la Ferrari non ha sviluppato un progetto industriale assieme ad Imola?

Solo poche persone sono in grado di rispondere a questa domanda, quello certo è che Enzo Ferrari in testa aveva un progetto del genere, ma Imola rifiutò le avances.

PRESENTE

Quando falli L’esperienza Sagis molto probabilmente, tornando al caso Imola, sarebbero servite dosi massicce di umiltà e professionalità, prima di trascinare i cittadini in un pozzo profondissimo di SPESE.

Sicuramente una dettagliata analisi del mercato avrebbe aiutato: attualmente la somma dei fatturati di Imola, Misano e Mugello, varia dai 26 ai 29 Milioni di euro (la presenza della formula 1 farebbe ingigantire il Valore del Mercato) e mostra una realtà speculare tra i giocatori coinvolti .

Il Mugello controlla mediamente il 50% del mercato, Misano il 34% ed Imola il 16%.

Si, lo so, a Imola siamo i piu bravi, come noi non c’è nessuno, Misano sta per fallire, il Mugello è in mezzo ai monti … Epperò questi sono i numeri!

I Ppecedenti non lasciano spazio a facili ottimismi: siamo così bravi che Marchionne ci ha preso a schiaffi con la Cnh (la ex Benati) e non credo che sponsorizzerà un eventuale ritorno della F1 Sulle rive del Santerno.

I precedenti di Cnh, Sagis, Norman 95 + Cesi hanno creato un danno d’immagine enorme per il nostro territorio amplificato dal fatto che gli interlocutori istituzionali, dal 2007 ad oggi sono sostanzialmente gli stessi.

I contagiati Dallo zombi rimarcheranno che l’unica via percorribile per recuperare quote di mercato dipende dai giorni di utilizzo dell’impianto e che non possiamo perderci certo in inezie come la legalità, l’inquinamento, l’ambiente o la qualità della vita.

L’Autodromo per vivere DEVE Lavorare! Costi Quel che Costi!

Questa, in linea di massima, e la scelta che Formula Imola ha utilizzato ultimamente trasformando Imola in Un ” autodromo cinese “che fa concorrenza agli impianti in regola con le normative chiudendo un occhio  sull’Inquinamento prodotto.

Per onestà intellettuale è giusto rilevare che, con la nomina di Stefano Manara , si sta cercando di utilizzare l’impianto in maniera polifunzionale e, in tal ottica, meriti un plauso la decisione di Oopitare Gli Ac / Dc (se il “rumore” porta 80/100 mila spettatori, per qualche ora, è “benedetto” da tutti i comitati).

Sempre per onestà intellettuale bisogna ricordare che, sempre Manara, ha rotto un antico tabù secondo il quale l’Autodromo non fa rumore …. (Robe da matti ….)

In ultimo, Anche il Tentativo di utilizzare il museo autodromo come volano turistico merita rispetto, anche se lascia perplesso la distanza siderale, mi riferisco alla mostra su Giovanni Paolo II , tra i numeri annunciati e quelli reali. Può capitare, ma dal 2007 è diventato la regola.

L’AUTODROMO MODERNO

Purtroppo, Anche senza il Tabù, la politica non riesce ad assumersi la responsabilità di imporre quello che qltri autodromi, Misano su tutti, già fanno da tempo.

Il nostro impianto, se non vuole trasformarsi in una banale pista a noleggio e probabilmente CHIUDERE definitivamente entro breve, DEVE proporre un prodotto che non entri in concorrenza diretta con Misano e Mugello perché le distanze da colmare sono enormi.

Intanto un autodromo DEVE, nel nostro caso, vivere in sintonia con la città e, da questo punto di vista, SEGUIRE, anzi COPIARE, il percorso che il Santa Monica ha adottato per abbattere l’inquinamento acustico.

Ricerca, vera e seria, dei punti critici e della dimensione dell’inquinamento per poi intervenire con opere di bonifica ambientale (modifica della pista, collinette artificiali, riposizionamento delle tribune e, perché no, inversione del senso di marcia).

Incremento delle attività meno rumorose (su tutte la guida sicura).

Possibilita di monitorare l’andamento del rumore ed eventualmente bloccare le attività in pista.

In sintesi costruire le condizioni affinchè l’impianto serva veramente alla città e, per raggiungere lo scopo, le vie sono solamente due:

  1. un grande evento DEVE produrre un grande interesse economico per la città. Se 10 eventi rumorosi portano 1 Milione di Spettatori ben vengano perché La ricchezza della città ne risentirebbe positivamente. In tal caso sarebbe giusto e doveroso attivare le famose deroghe.
  2. si ai grandi eventi e, in maniera simultanea, tentare di trasformare, veramente e definitivamente, il Ferrari da autodromo ad impianto polifunzionale.

La filosofia adottata a Misano è l’unica percorribile, ma per concretizzarla servono fiumi di investimenti che, sempre e solamente un mio parere, dovrebbero essere erogati da un privato e non dal pubblico.

Allora a cosa serve l’autodromo in queste condizioni?

Probabilmente, “grazie a lui”, Imola manterrà un reparto di ortopedia … ..

Sicuramente, “grazie a lui”, sono mancate le risorse per tanti progetti, in particolare quello di portare l’Università nella sede dell’Osservanza.

In fondo, si sa, con la cultura non si mangia … .ma Con gli zombie ci siamo divorati la cultura.

Buon appetito.

Mario Zaccherini

Share

Filed Under: FeaturedPolitica

Tags:

About the Author:

RSSComments (0)

Trackback URL

Lascia un commento