CASTELLARI DETERMINATO O INDETERMINATO? By MARIO ZACCHERINI

La scelta del segretario delPd bolognese Raffaele Donini di rinunciare all’incarico a tempo indeterminato a favore di un incarico a tempo determinato, legato alla funzione e durata del mandato, ha creato molto rumore, molte domande ed anche qualche irrigidimento nelle zone più conservatrici del PD. Per chi segue tutte le espressioni culturali del Partito Democratico il passaggio dal funzionario “eterno” del partito a quello legato al mandato non sorprende, in quanto tale progetto venne presentato un anno fa, tra vere e proprie ovazioni dei presenti, a Prossima Fermata Bologna. In un partito che, con rituali spesso superati, propone in continuazione patti senza mai, o quasi mai, dare sostanza alla proposta sorprende che il termine PATTI sia stato sostituito dal termine FATTI. Con Donini, ripeto caso molto raro, alla proposta é seguito un forte cambiamento.

Anche ad Imola, caposaldo della cultura dalemiana, l’effetto Donini non é passato inosservato al punto da stimolare la penna di Massimo Mongardi (giornalista dell’Informazione – Il Domani) nel redigere una inchiesta (LEGGI QUI) E (LEGGI QUI), legata ovviamente al funzionariato,  sulla situazione imolese. Iniziativa lodevole perché ha permesso  l’inizio di una operazione trasparenza all’interno del PD imolese.

Sembra strano, ma pur parlando dello stesso partito esistono fortissime differenza tra le federazioni di Imola e Bologna, differenze che, grazie al lavoro di Mongardi, ora sono di dominio pubblico. Il segretario Castellari, a differenza di Donini, é un funzionario a tempo indeterminato, ovvero, se domani dovesse dimettersi (è una battuta) o dovesse essere sfiduciato (rumori, sempre più nitidi, ma solo rumori) il partito, oltre a nominare un altro segretario si vedrebbe costretto a continuare a stipendiarlo. Sicuramente una prospettiva non bellissima per le casse del partitone imolese. Va detto che Castellari non rappresenta la classica figura del funzionario di partito senza una professionalitá spendibile nella società civile, in quanto architetto.

Perché il problema del funzionariato é così importante? Per comprendere le ragioni dobbiamo partire da un punto fermo: la politica non é un mestiere, ma solo una possibilità di vita che, per periodi più o meno lunghi, può essere retribuita. La politica, quella nobile, é volontariato, é disponibilità, é voglia di impegnare ore di tempo libero. Se vogliamo, una visione anglosassone, ma di certo una visione che porta i cittadini, con i loro problemi e le loro professionaliá a diventare parte attiva, e perché no anche dirigenziale, nei partiti. É la società che diventa partito e non il partito che crea autorappresentazioni, nominando i funzionari, della società. Una bella differenza di prospettiva all’interno della quale tutti gli iscritti si trovano in una situazione di parità nel caso vogliano cimentarsi verso competizioni interne. Questo approccio, oltre a produrre benefici economici ai partiti, porterebbe il mondo delle professioni dentro ai partiti, mentre ora, salvo casi rarissimi, solo i funzionari (sempre lontani dalle varie realtà produttive) possono partecipare. Tornando a Donini, anche ad Imola fu presentata una proposta in tale direzione, dall’ex gruppo Mariniano.

Tornando all’inchiesta di Mongardi una domanda non ha trovato risposta. Quanti sono i funzionari del PD imolese? Boh, non é chiaro, dipende! La persona che dovrebbe conoscere numeri, dati ecc é/sarebbe, Fabrizio Castellari, in quanto anche responsabile del personale, ma, nella risposta data al giornalista, si evince che dati certi non ce ne siano. Si parla di funzionari “dormienti”, come il Sindaco e l’Onorevole o di posizioni più sfuggenti, dove i “ma” ed i “forse” la fanno da padrone. Quindi quanti sono i funzionari a tempo indeterminato presso la federazione imolese? Non lo dovete chiedere a me in quanto non sono il responsabile del personale, ma, a pelle, dovrebbero essere 5. Vedremo nei prossimi giorni se questa trasparenza, un pò nebbiosa, troverà una via di lettura cristallina.

Di certo l’effetto Donini sta ponendo domande e riflessioni anche nella nostra cittá. In particolare ritengo giusto segnalare, all’interno di un mare di silenzi, le posizioni della giovane consigliera comunale Silvia Sassi, che mi pare in linea con il segretario bolognese e di Davide Di Marco, giovane membro della Segreteria Castellari, sempre in prima linea sui temi dell’etica e della trasparenza (chiede il numero preciso dei funzionari e chi ha deciso il loro stipendio).

Nel modello Donini, penso che un Segretario sia più “libero” nelle sue decisioni. Lui non sarà un Funzionario “a vita”, lui potrà decidere e prendere posizione in modo limpido e chiaro. Allora, nel mio piccolo faccio un esempio: Cosa pensa il Segretario della Federazione Imolese della risposta del ns, Onorevole sulla prescrizione, visto che i vertici del PD dicono altre cose? Cito il Segretario del Partito Democratico Bersani “come partito possiamo dire che le prescrizioni non ci piacciono” e, a seguire, quella del Presidente del Partito Democratico Rosy Bindi “Berlusconi segua l’esempio del PD, rinunci alla prescrizione e si dimetta”.

Castellari è veramente libero di rispondere a quesiti come questo, oppure il fatto che lui è un dipendente “a vita” lo fa rimanere “riconoscente” o “legato” a chi gli ha offerto questa opportunità?

Dimenticavo, personalmente concordo in toto con Bindi e Bersani, spero anche il Segretario Imolese!

Mario Zaccherini

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