Il Potere della Bellezza by Enrico Monaco

E’ sufficiente accendere il computer per osservare come il potere si manifesti in una moltitudine di forme affascinanti che attraversano la storia dell’uomo e si dipanano come un capolavoro di intelaiatura nella ragnatela della vita.

Che cos’è il potere nel nostro paese? Penso alla forza delle parole di un capomafia, che può costringere migliaia di persone a vivere nella paura e a rispettare regole non scritte e non concordate. Penso al potere di quei politici che non basano la loro legittimazione sulle idee, ma sul valore del loro nome, fatto di lauree più o meno guadagnate meritevolmente, di migliaia di posti di lavoro “donati” agli amici e agli amici degli amici, di favori scambiati fra potenti, di ricchezze accumulate nella lunga sfida allo Stato (un ricco terreno di conquista nel Novecento). Penso all’uso criminoso dei mezzi di comunicazione, che diventano tecnologie subordinate alle dinamiche del potere che questi uomini impongono deregolamentandone le relative leggi. Penso al potere del silenzio, subito o usato dal parlamentare di opposizione che non affonda mai la sua lancia nella corruzione, atteggiamento che gli frutta molti soldi e altro potere (perché il silenzio a tutti i livelli ha un costo economico e politico da pagare); esso arriva fino all’uomo comune che deve adeguarsi al silenzio per sopravvivere, perché pochi sono per nascita vasi di ferro, molti di terracotta.

Torniamo ad osservare il ragno del tempo e dell’esistenza intrecciare questa tela fantastica, ora possiamo svelare uno dei poteri più incisivi ma magistralmente nascosti in ognuno di noi: il potere della bellezza.

Che cos’è la bellezza? Un concetto astratto, a mio avviso, che superando i limiti del tempo e dei canoni umani investe l’uomo dalle sue origini. Non lo si può ingabbiare nella profondità dello sguardo di una donna, nè lo si può ridurre all’altissimo valore di un quadro che raffigura la vittoria rivoluzionaria come La Libertà che guida il popolo. Non si può nemmeno sintetizzarla negli atti quotidiani di un bambino che sorride spensierato, perché il potere della bellezza comprende tutte queste sfaccettature che a loro volta non possono rappresentarla a pieno singolarmente. Che cosa ha spinto i tantissimi artisti e scienziati italiani a fare ciò che hanno fatto? Che cosa ha ispirato la scrittura dell’Inferno, se non la bellezza di una donna? Che cosa portò alla creazione di Santa Maria in Fiore, se non l’amore per l’arte e l’ardire di creare una cupola che possa quasi sfuggire alle leggi della fisica? Che cosa portò Garibaldi e Mazzini a dedicare la loro vita al loro paese, se non l’amore che questi nutrivano per la bellezza dell’Italia? Perché Amore e Arte sono manifestazioni tangibili della Bellezza, lo scrivevano i greci e nessuno ha mai potuto smentirli.

Quando Tremonti dice che con la cultura non si mangia dimostra quanto sia ignorante la sua affermazione (la quale in realtà è maliziosa, poiché il nostro ministro dell’Economia è tutto tranne che poco istruito). Oggi questiCapolavori consentono all’Italia di avere un patrimonio artistico che produce ricchezza a distanza di secoli. Queste conquiste e queste opere consentono al nostro paese la creazione di un’unica lingua che permetta al valdostano di comprendere ciò che vuole comunicare un salentino. Ci permette di avere uno Stato unito, più forte sul piano economico e politico nelle sfide che la globalizzazione ci sbatte in faccia; provate a quantificare sul piano economico il valore di tutto questo?

Il potere della bellezza è duraturo. Quando una cosa è bella rimane nel tempo qualsiasi forma abbia, che sia una canzone, invisibile e inconsistente, o che sia una statua. E la grandezza di questa concetto è che è libero: tutti possono comprendere la bellezza se ne hanno un po’ dentro, tutti possono replicarla e tutti possono crearla dal nulla. Ma chi conosce e sa usare questo potere ha qualcosa in più, una luccicanza. Se fossimo negli anni ‘70 potrei proporre l’istituzione di veri e propri portatori/portatrici della Bellezza, persone (riconosciute e legittimate dallo Stato) incaricate di creare e diffondere questo potere.  Probabilmente, se ne riderebbe salvo poi venire a sapere che nel mondo, fuori dal nostro paese provinciale, ci sono Stati che senza istituire portatori di bellezza, retribuiscono persone altamente formate per fare la medesima cosa, cioè per diffondere il valore artistico e culturale del loro paese nel mondo. Si chiama cultura, cari amici e seguaci di Tremonti, e porta benessere, ricchezza e se ben gestita anche felicità.

Enrico Monaco

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