REFERENDUM ACQUA BENE COMUNE: L’ASSEMBLEA BOCCIA LA RISOLUZIONE CHE NE CHIEDE L’APPLICAZIONE By LIANA BARBATI (IDV)

Il tempo di arrivare a casa, aprire una mail spedita dagli amici di Legambiente ImolaMedicina……………..senza parole!!!!!

“Sono senza parole. A quanto pare l’interesse per l’acqua come un bene prezioso, così come la volontà dei cittadini, vengono fuori solo quando si tratta di mettere il cappello sulle proteste: la maggioranza dell’assemblea, a esclusione di Sel e Movimento 5 Stelle, ha bocciato la risoluzione che chiedeva di rendere applicativo l’esito referendario del 12 e 13 giugno, che nonostante sia passato oltre un anno, ancora non è stato rispettato. L’atto depositato dall’IdV chiedeva che la Regione Emilia Romagna provvedesse a garantire la piena attuazione di quanto sancito dall’esito del referendum del 2011, giacché – come chiarito dalla Corte Costituzionale – l’esito dell’abrogazione è direttamente applicabile e non necessita quindi di ulteriori interventi legislativi. Ciononostante è stato necessario tornare a chiedere che si facesse ricorso alla Consulta in merito ai dubbi aspetti di costituzionalità della norma che induce a privatizzare i servizi pubblici locali (art.4 del decreto legge 138/2011), e che di fatto tradisce, aggirandolo, l’esito del referendum abrogativo atto a favorire la gestione pubblica non solo dell’acqua ma di tutti i servizi pubblici.

Una legge che mortifica la dignità dei comuni italiani, eliminandone – per altro tramite lo sleale pretesto del Patto di Stabilità, che spinge verso il progressivo abbandono del controllo pubblico in cambio di incentivi – ogni forma di autonomia. E ancor più, viene mortifica ancora una volta la partecipazione dei politica dei cittadini, rilegata a semplice strumento di propaganda ma il cui potere decisionale è privato di reale efficacia. Noi come Italia dei Valori, riteniamo invece lo strumento del referendum fondamentale alla coesione sociale e inscindibile dal concetto di democrazia.

Non solo: un intervento ancora più urgente sarebbe stato richiesto in merito alla remunerazione sulle tariffe, abrogato dal referendum e rientrato dalla finestra. Tanto da far credere a Hera di poter richiedere alla Ato 5 un incremento delle tariffe dell’acqua, come ha fatto a marzo.

Nel concreto, il governo regionale avrebbe dovuto farsi promotore in tutte le sedi istituzionali di un percorso di adeguamento della tariffa del Sistema Idrico Integrato (S.I.I.) all’esito referendario, attivandosi al contempo per costituire il tavolo di fattibilità con tutti i comuni emiliano romagnoli. Invece ha preferito fare orecchie da mercante calpestando il parere di 27milioni di italiani.

E questo subito dopo aver rispedito al mittente anche la risoluzione presentata da noi dell’IdV che chiedeva di istituire controlli sulle ingenti risorse perse ogni anno a causa dei mancati introiti delle concessioni idriche.

E’ un dovere morale per tutti noi quello di far rispettare dai gestori di reti idriche la volontà popolare.  E’ vergognoso obbligare i cittadini a pagare bollette salatissime per mantenere gli elevatissimi stipendi dei top manager delle multi utility, come da noi più volte segnalato e recentemente emerso anche all’attenzione della stampa”.

Questo il commento di Liana Barbati, capogruppo IdV in Regione al termine dell’odierna seduta assembleare.

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  1. Ci auguriamo che i potenziali elettori democratici si rendano conto di quanto importa, anche ai dirigenti PD di qualsiasi livello, della volontà popolare elettorale: per loro era solo un modo come un altro per bocciare un’ingiusta legge berlusconiana (decreto Ronchi),ma continuare come prima ignorando i quesiti referendari. Speriamo che i cittadini elettori facciano altrettanto con loro!

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