IMOLA 2013: SMEMORANDA By MARIO ZACCHERINI

Domenica mattina, leggendo i quotidiani locali, la mente è volata agli anni passati nel Pd imolese, ai Circoli, allo Statuto e a tutto quello che doveva essere ed invece non è stato.

Un partito che, come guida, dispone di uno Statuto chiaro e trasparente come quello del Partito Democratico non dovrebbe avere problemi di dialogo con la società, anzi dovrebbe avere la capacità di anticipare tante tematiche presenti sul territorio proprio perché in grado di esercitare una fortissima propensione all’ascolto.
Le linee guida presenti nello Statuto danno, avrebbero dovuto dare, forza all’azione politica dei dirigenti locali perché, per un partito, avere la capacità di sentire i pensieri, i problemi ed i desideri del territorio significa porsi sempre in anticipo sui mutamenti sociali e quindi, cosa assolutamente fondamentale, essere in grado di guidarli, invece di esserne travolti.
Da Terremerse, al Comitato Sanità, all’uscita di Sel dalla maggioranza, passando dalla scandalosa gestione della nuova Società Beni Comuni Srl, è del tutto evidente come il famoso Statuto, almeno ad Imola, sia rimasto carta straccia (ormai, come potete vedere dagli allegati, questi argomenti sono diventati, prima ancora che di ordine politico, fatti di cronaca nei quotidiani).
I segnali, all’interno del partitone, pur presenti negli anni scorsi sono sempre rimasti non solo inascoltati, ma rimandati beffardamente a coloro che “denunciavano” il crescente disagio del territorio.
Un anno fa di evidente c’era la lotta dei cittadini di Medicina, ben rappresentati dal pericolo pubblico numero uno Kim Bishop e la sua lista civica Medicinalternativa, da Andrea Zirotti e Rifondazione Comunista (Rc di Medicina) e dal poliedrico Alfredo Sambinello e Legambiente sul tema ambientale che coinvolgeva la qualità della vita del paese.
Una lettura più attenta (bastava ascoltare le persone) avrebbe fatto capire che ampi strati della società cominciavano a non sentirsi più rappresentati, non tanto dalle persone, ma dalla cultura politica rappresentata.
L’episodio Medicina, tra le altre cose, si collocava all’interno di performance elettorali non proprio brillantissime tra Europee, Regionali e la clamorosa sconfitta nel Comune di Castel del Rio.
Anche un non politico di professione avrebbe capito che era urgente attivare un intervento “manutentivo”…
Invece della manutenzione, chi di dovere, pensò di sfidare ulteriormente la cittadinanza tagliando l’ambulanza di Medicina, innalzando ulteriormente il livello dello scontro al punto da costringere i locali a scendere nelle vie della città inscenando una storica manifestazione ad ottobre 2011.
Il resto è storia recente: nasce il Comitato sanità, la protesta si estende anche ad Imola nel dicembre 2011, il Pd locale, invece di tornare tra le persone, si chiude in se stesso, chi non è allineato è costretto a scegliere tra partito e bisogni dei cittadini, altri, in assoluta buona fede, preferiscono continuare la lotta all’interno, ma il risultato finale è una clamorosa rottura tra Imola e dirigenti del Pd.
La diversità del Pd locale rispetto alla politica della destra, come metodo, diventa una simpatica barzelletta: avvisi di garanzia per membri del Consiglio Comunale, evolversi dello scandalo Terremerse, lotta dei dipendenti comunali per non finire esternalizzati, fuga del Sindaco di Imola Daniele Manca davanti a tutti gli inviti di confronto pubblico su questo scottante tema, gestione dannosa per la comunità dell’Autodromo di Imola (compreso lo stato di disagio prodotto per una parte di imolesi causa inquinamento acustico) e tanti altri problemi, piccoli e grandi, hanno prodotto una frattura la cui “cifra” può essere letta nei movimenti civici sempre più diffusi tra i cittadini.
I cittadini, dopo anni di delega in bianco, hanno compreso benissimo la gravità della situazione e, sembra quasi una beffa, stanno sostituendo i Circoli, teorizzati dallo Statuto del Pd, con circoli autonomi dove la discussione e la democrazia vengono prima del comando.
La città sta ripartendo da questi circoli, il Pd riparte da Massimo D’Alema, da Primarie all’interno delle quali il corpo dirigente è già il primo supporter di Bersani senza ancora conoscere il programma, da una svolta, mai discussa con la base, dove il cuore è rappresentato dal partito di Pierferdinando Casini (detto chiaramente troppe volte dai dirigenti).
I cittadini ormai non hanno più alibi perché hanno visto come questa politica sia autoreferenziale e doppiamente lesiva in un territorio, oggi, sconvolto dalla disoccupazione.
Non si tratta di contestare il Pd, anzi chi vuole bene al Pd dovrebbe rendere pubblico il dissenso affinché gli organi regionali e nazionali possano avere materia sulla quale intervenire, ma di riprendere responsabilmente la gestione di un oggetto che tanto generosamente ci ha  regalato chi è venuto prima di noi: la Democrazia.

Allego qualche articolo pubblicato domenica 01 Luglio 2011

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RSSCommenti (5)

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  1. Massimo Mongardi says:

    Penso il dissenso interno esista eccome, ma è ancora inferiore alla paura che la fa da padrona. Troppi don Abbondio in viale Zappi

  2. Mario Zaccherini says:

    Caro Massimo, le storie le conosci tutte.
    Sei il primo giornalista di Imola che ha compreso la portata di quello che stava accadendo e sei il primo che ha dato molto spazio ai dissidenti.
    Se la cultura imolese sta cambiando molto merito va dato al tuo lavoro.

    Mario

  3. Marina Giambi says:

    Sono d’accordo, per quel che riesco a vedere e capire dall’esterno, con Massimo Mongardi. Se poi è stato il primo a capire quel che stava succedendo, dall’interno presumo, come dice Mario, allora so di essere nel giusto anch’io.

  4. Mario Zaccherini says:

    Massimo, parlo perché le cose le ho vissute, ha cominciato ad informarsi prima ancora che il dissenso prendesse forma in maniera eclatante. Ha avuto l’umiltà di dare ascolto ai “politici” più sgangherati che siano mai passati da Viale Zappi, ma anche quelli con le faccie più pulite (io e i miei amici mariniani). Massimo ha capito che il nostro percorso era centrato su trasparenza, onestà e democrazia, lasciando ai “professionisti” tutte le alchimie politiche. In poche parole, in tempi non sospetti, si è dimostrato un baluardo a favore della democrazia.
    Grazie Massimo.

    Mario Zaccherini

  5. Francesco Chiaiese says:

    La città soffre la “cappa” inflittagli dal PD, anzi dai “padroni” del PD – il famoso Cerchio Magico.
    Per crescere bisogna essere liberi, senza legami che, gioco forza,ti spingono ad essere sudditi di un sistema che, quando si governa per 50 anni, è intrecciato e incagliato in favoritismi e spartizioni.
    I cittadini, nel 2013, dovranno dimostrare di essere maturi e pronti al cambiamento. Solo così non saranno più spettatori ma attori protagonisti. Solo in questo modo libereremo la città dai “soliti nomi” che oltre a rallentare l’economia interna imolese continuano ad incamerare incarichi su incarichi.
    Una Sinistra nuova, rigenerata, pregna di “gente comune” e idee innovative – figlie del popolo – è possibile.
    Francesco Chiaiese

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