IMOLA 2012: AUMENTA LA TENSIONE TRA PD-RIFONDAZIONE-IDV, LAVORATORI E SINDACATI By MARIO ZACCHERINI

IL 2012 verrà ricordato come l’anno che ha determinato la morte di antichissimi equilibri politici in una città storicamente e profondamente di sinistra come Imola.

Non a caso ho voluto inserire l’immagine del sindacato polacco perché, sia pur in contesti diversi e per fortuna senza violenza, la situazione è similare. Come allora una forza da decenni al potere (oggi Pd-Rifondazione Comunista, ieri Pci) decide di avviare “riforme” sulla pelle dei lavoratori, e dei cittadini, senza coinvolgerli e senza inserirli in un percorso comprendente anche la dignità del voto, ma applicando la legge dell’imposizione.

Come allora i responsabili rifiutano il dialogo pubblico con la città affidando ai giornali e FaceBook i loro pensieri. I massimi responsabili di questa “rivoluzione”, il Sindaco Manca e l’Assessora al Bilancio Donatella Mungo, sono stati invitati al dibattito, organizzato da Sel con l’esperto Dott. Salsi in data 6 maggio, declinando l’invito. A tale incontro erano presenti lavoratori, sindacati e cittadini, quindi l’ambiente ideale per difendere e spiegare la posizione della maggioranza. Inspiegabile ed anche un poco offensivo nei confronti della democrazia la loro assenza.

Martedì prossimo, 22 maggio, le forze di centro-destra locali, hanno organizzato una serata invitando il Sindaco di Sassuolo Castelli a relazionare l’esperienza che sta vivendo la città delle ceramiche su una società di scopo simile, non uguale ma simile, a quella costruenda in Imola. Tale società, creata dalla vecchia giunta di sinistra, ha accumulato decine di milioni di euro di debito mettendo a rischio la stabilità finanziaria della ricca città modenese. A tale incontro saranno presenti le forze sindacali, i lavoratori, i cittadini ed ovviamente invitato anche il Sindaco Daniele Manca, ma pare abbia declinato l’invito.

Intanto la FP-CISL ha inviato un esposto, relativamente all’iniziativa della maggioranza, alla Corte dei Conti, i lavoratori in piazza hanno spiegato ai cittadini le motivazioni della lotta, il segretario di Sel ha rivolto un invito a Rifondazione Comunista per rivedere la loro posizione ed in città sta montando una certa insofferenza, prima ancora che sui contenuti sul metodo utilizzato dal Sindaco Manca.

Spero che martedì 29 maggio, ore 20.30 Sala Pedagna Est in via Sminatori n6, siano presenti sia il Sindaco Manca che l’Assessora Mungo per difendere ed argomentare le loro posizioni davanti ai cittadini all’interno di una serata “senza rete”. Sarebbe un gran regalo, prima ancora che ai cittadini, alla democrazia.

Chi fosse interessato al pensiero della Mungo può connettersi alla pagina FB dei lavoratori comunali  ” Stop Società Partecipata Comune Imola” www.facebook.com/groups/185149108274292/

Di seguito due interviste effettuate sabato 26 maggio in centro ad Imola al delegato sindacale Attilio Mazzanti e al Coordinatore di Sinistra Ecologia e Libertà di Imola Francesco Chiaiese.

Mazzanti

Chiaiese

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  1. Francesco Chiaiese says:

    Il valore della creatività non invadente

    Sta calando il sipario su una ricchissima e lunghissima stagione politica, settanta anni circa di storia di Governo della Città che, lentamente, da ricchissima, nei contenuti e nelle operazioni che l’hanno resa fiore all’occhiello della devastata Italia, sta vivendo una tormentata e semplicistica destrutturazione di quanto costruito.
    C’è l’esigenza – ora bisogna costruire la consapevolezza – di una fase di trasformazione, abbiamo da proporre e “pesare sulla bilancia pubblica” una nuova Società, capace di mettere in atto un epocale periodo di separazione e trasformazione da questo sistema stantio.
    Una puzza di stantio che emerge e si nota dal vissuto dei cittadini, dall’atmosfera delle riunioni politiche, dalla “creatività ripetitiva” delle assegnazioni degli incarichi politici o non politici, dall’arretramento dei valori dei quali il “’77 Bolognese” si fece portatore.
    È una fase storica e sociale di unione con i giovani e di rottura con quella “catena di montaggio” che si è dimenticata della “lotta di classe” e che nomina a suon di migliaia di euro: direttori, presidenti e consigli di amministrazione farciti dai soliti nomi…amici.
    La corrente contestataria che abita le menti dei cittadini scaturisce dalla crisi dei partiti TRADIZIONALI e di MASSA, che hanno fatto abdicare l’etica che li rese i propulsori di questi territori.
    Emerge l’esigenza di associare queste menti e ricostruire in nome dell’arte, della comunicazione, della tecnologia e in una trasformazione sociale che riassapori i valori della Democrazia e della Libertà.
    Si avverte il bisogno di una proliferazione di “agenti della comunicazione reale”.
    La filosofia del “futuro sostenibile” non deve rimanere una pagina arroccata nei libri e mai applicata.
    La Francia ci insegna che le “rivoluzione” si può fare. Una “insurrezione” che deve operare e trovare fondamento nell’agire umano quotidiano.
    Il potere non è più rappresentabile in forme più o meno autoritarie verso il basso con entità verticistiche “legittimate”.
    Esigiamo micro poteri pervasivi e “disciplinati” che agiscano ed elaborino – cambiando l’attuale linguaggio – forme diverse di Governo della Città.
    È inconciliabile, nella forma e nello stile, nonché nei contenuti, l’attuale modello imolese.
    L’offerta di SEL vuole e deve seguire il “modello Zangheri”: un forte intervento pubblico in ambito locale, finalizzato all’offerta di servizi ai cittadini con standard qualitativi elevati. Ci sono gli spazi per poterlo fare e diventare modello unico in Europa come unico fu il settennato del professore Zangheri, riminese di nascita ed attuale cittadino imolese.
    Nei momenti di crisi più profondi – in questo caso della politica – nascono, crescono e si consolidano le soluzioni per la “rinascita”. L’esplosione di una nuova stagione politica deve trovare le sue forze fondanti nella cultura e negli ideali sani.
    Francesco Chiaiese

  2. Francesco Chiaiese says:

    Spettatori Universali
    C’era una volta il compito di qualcuno di contrastare il potere e di controllarlo.
    C’era una volta.
    Abbiamo il dovere di rifondare “quell’elite” culturale tanto temuta ed ascoltata. La famosa qualità. Sciascia, Pasolini, Bobbio, Calvino erano i custodi del libero pensiero. E ora? Un’Italia “incalzata solo dal portafogli” che ha messo il pensiero in cantina.
    Giusto, in cantina – quindi non l’ha buttato, andiamo a riprenderlo, rispolveriamolo e ripartiamo. Insieme.
    In nome del denaro e in virtù della normalizzazione delle banalità, da troppi accettate passivamente stiamo facendo morire il pensiero. Quello libero, quello che fa crescere, quello che ci ha regalato “l’Italia unita”, “l’Italia costituzionale”.
    Restiamo lucidi, non rassegnamoci, reagiamo.
    Facciamo gruppo, gruppi, in qualsiasi forma legale: associazioni di cittadini, partiti politici. Reagiamo!! Siamo ancora in tempo, c’è ancora spazio per intervenire.
    Il tentativo, fino ad ora ben riuscito, è quello di svuotarci, quello di mettere in atto il “golpe bianco”. Resistiamo e dalla resistenza ripartiamo!
    Gadamer: “Siamo spettatori universali – il dissolvimento delle democrazie in oligarchie mediatiche è all’opera non solo in Italia ma in tutto il mondo”.
    E allora, non per vantarci, perché non facciamo che siano tutte belle giornate? Belle giornate come quelle della festa di SEL, come quelle che quotidianamente usiamo non solo per vedere scorrere il tempo ma per scardinare lo strapotere del PD che ingloba potenza e spartisce incarichi solo e sempre alla sua CASTA. Quella CASTA che a immagine e somiglianza di quella nazionale ha lentamente impoverito la città, non solo sotto l’aspetto economico/finanziario – si pensi ai servizi, alle opere, alle privatizzazioni – e beneficiato (a danno e spese dei cittadini del Circondario) di privilegi e incarichi dispensati sempre e solo ai soliti noti. Ai soliti pensionati di lusso o “mastini senza testa, senza libertà di pensiero” vicini alla segreteria circondariale o padri di questa stessa segreteria.
    Prima dicevo partiamo, reagiamo, rifondiamo ma facciamolo insieme. Una nuova Sinistra non deve aver paura di mettere in campo un’idea di sviluppo sostenibile che parta dalla valorizzazione dell’ambiente, passi dall’esaltazione delle peculiarità delle risorse umane, riesumi l’eleganza dei beni culturali, ripristini l’idea di virtù civica. Tutto questo è possibile se si firma un patto con le giovani generazioni. Solo così facendo si risolleverà l’Italia da una barriera tangibile di scollamento tra realtà e sogno, tra liquidità della società e riconsolidamento dei valori da recuperare e ristrutturare ed offrire ai territori che ripetutamente calchiamo e quindi viviamo.

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